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13/07/2025

Lettonia - La repressione colpisce chi non si allinea al pensiero unico guerrafondaio

In un periodo storico in cui la guerra è diventata parte della realtà quotidiana, gli spazi per il dissenso vengono sempre meno e chiunque porti una prospettiva anche solo anti guerrafondaia diventa bersaglio della repressione.

Se questo è vero in Italia, lo è ancor di più per i Paesi Baltici, da tempo in prima fila nella retorica antirussa e che continuano a celebrare la memoria degli “eroi” collaborazionisti nazisti.

Infatti, una notizia allarmante giunge proprio dalla Lettonia. Un compagno, Vlad, studente universitario di nazionalità russa, residente a Riga da otto anni e attivo nel centro sociale Maiznica, ha ricevuto un decreto di espulsione dal Paese, sebbene non sia stato accusato di alcun reato in particolare.

La vicenda di Vlad, uno dei più attivi animatori dell’esperienza del Maiznica, è solo una parte della massiccia campagna repressiva messa in piedi dalle forze di sicurezza dello Stato lettone contro quella realtà, la cui attività è stata spiata per mesi, come avvenuto qui in Italia per Cambiare Rotta, il Cau e Potere al Popolo.

Tra i motivi che avrebbero portato Vlad ad essere attenzionato dalla polizia ci sarebbe, oltre alla cittadinanza russa, l’aver organizzato discussioni sul marxismo, che, secondo il teorema della polizia lettone, equivarrebbe ad un’apologia dell’Unione Sovietica e quindi ad essere schierati con la Russia di Putin.

Pertanto, la ripresa del pensiero marxista equivarrebbe ad un reato contro la sicurezza nazionale. In un clima che criminalizza in modo così esplicito le realtà sociali, l’esperienza del Maiznica, che si basa sull’antimperialismo, sull’anticolonialismo e su una socialità al di fuori delle logiche di mercato, diventa un bersaglio primario della repressione.

Dal 20 maggio Vlad ha dovuto lasciare casa e ha perso il lavoro. Il tribunale si dovrà pronunciare in appello il 18 di luglio. In attesa degli ulteriori sviluppi del caso, esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di Vlad, a favore di cui si sta sviluppando una campagna internazionale.

L’est Europa sta scivolando sempre più nella scure della repressione delle lotte e del pensiero a vario di titolo di “sinistra”. Il recupero dei simboli e degli epigoni del nazismo e dell’anticomunismo stanno spingendo Paesi come le Repubbliche baltiche, la Polonia o quel che resta dell’Ucraina banderista nel buco nero della reazione e del conservatorismo più retrogrado.

Una bella gatta da pelare per gli antifascisti e le antifasciste che vivono in quei Paesi, nonché per gli abitanti di quell’Unione Europea che sul sostegno di queste esperienze nostalgiche sta basando, principalmente in funziona antirussa, la sua politica guerrafondaia.

Il link con l’appello per Vlad.

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