Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Da ciascuno secondo le proprie possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni

25/11/2025

“No all’Ambrogino d’oro ai Carabinieri”

“Continua la fiducia nella giustizia ma non va bene così, non devono fare il regalo degli Ambrogini”. Pesano come pietre le parole al Tg della Lombardia di Yehia Elgaml, il padre di Ramy, il ragazzo morto esattamente un anno fa durante un inseguimento dei carabinieri.

Il padre ha commentato la decisione del Comune di Milano di assegnare l’Ambrogino d’oro al Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri, coinvolti nell’inseguimento che portò alla morte di suo figlio.

Il 7 dicembre, infatti, tra i 42 riconoscimenti civici che verranno consegnati c’è anche quello al reparto dei Carabinieri proposto dalla vice segretaria della Lega nonché consigliera comunale milanese Silvia Sardone e con un obiettivo dichiarato apertamente: “un modo – aveva detto – per chiudere le polemiche che ci furono contro i carabinieri per il caso Ramy”.

Tutto questo mentre, come affermato da Potere al Popolo in una nota sul caso Ramy, “proprio in questi giorni la Lega di Salvini ha presentato un disegno di legge ribattezzato ‘anti-maranza’, un odioso provvedimento che si accanisce sul diritto di cittadinanza mentre il Governo si appresta ad approvare una finanziaria che impegna miliardi in riarmo e taglia risorse alle spese sociali e alle periferie”.

Ieri sera per ricordare il primo anniversario della morte, la famiglia ha organizzato una fiaccolata, nel quartiere Corvetto dove abitava, fino a via Ripamonti, dove Ramy è morto alle 5 del mattino del 24 novembre del 2024: “Una fiaccolata pacifica, tranquilla, anche gli amici non fanno casino”, ha spiega Yehia Elgaml. “Sono passati 365 giorni, non so come siano passati così velocemente, Ramy era una persona speciale, mi manca tanto”, ha concluso il padre.

L’inchiesta sulle responsabilità della morte di Ramy vede indagati per concorso di colpa in omicidio stradale sia l’amico di Ramy Fares Bouzidi alla guida dello scooter sia Antonio Lenoci, il carabiniere che guidava la macchina dei Carabinieri. Le indagini preliminari sono state chiuse lo scorso luglio, ma ancora non è arrivata da parte della Procura la richiesta di rinvio a giudizio.

La fiaccolata è partita da Piazzale Gabrio Rosa per rendere vivo il ricordo di Ramy mentre una targa commemorativa è stata posta in via dei Cinquecento.

Il comunicato di Potere al Popolo. 
Un anno fa Ramy, giovane di Corvetto, quartiere di periferia interessato da profonde operazioni speculative, veniva ucciso dai carabinieri in un inseguimento.

Oggi insieme ai suoi amici e familiari e a tanti solidali abbiamo partecipato alla fiaccolata in suo ricordo, fermandoci anche dove solo qualche mese dopo è rimasto ucciso un altro giovane di Corvetto, Moha, in un altro inseguimento.

Non solo le loro morti rimangono ancora senza giustizia, ma a ciò si aggiunge la vergognosa decisione del consiglio comunale di Milano di conferire l’Ambrogino d’Oro ai carabinieri del nucleo coinvolto nel caso Ramy.

Mentre l’inchiesta, tra depistaggi e perizie negate, resta sospesa in una zona grigia che pesa come un macigno, proprio in questi giorni la Lega di Salvini ha presentato un disegno di legge ribattezzato “anti-maranza”, un odioso provvedimento che si accanisce sul diritto di cittadinanza mentre il Governo si appresta ad approvare una finanziaria che impegna miliardi in riarmo e taglia risorse alle spese sociali e alle periferie.

È chiaro che l’alternativa per cui dobbiamo batterci dalla parte di chi vive i quartieri popolari di questa città va costruita al di fuori e contro di una classe politica trasversale che sa solo promuovere (e premiare con l’ambrogino!) la repressione e la violenza poliziesca, negando ogni giustizia sociale.
Fonte

Nessun commento:

Posta un commento