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21/11/2025

Gaza - Decine di palestinesi uccisi, Israele viola sistematicamente la tregua

Sono passati 41 giorni dall’inizio del cessate il fuoco a Gaza ma l’esercito israeliano continua a violarlo sistematicamente uccidendo decine di palestinesi senza subirne le dovute conseguenze.

Tra ieri e oggi sono state nuove giornate sanguinose. Fonti negli ospedali della Striscia di Gaza hanno comunicato che 34 palestinesi, tra cui 18 bambini e una donna, sono stati uccisi dal fuoco israeliano nelle città di Gaza e Khan Yunis da ieri sera.

L’esercito israeliano ha giustificato i raid come “attacchi a obiettivi del Movimento di Resistenza Islamico Hamas” in tutta la Striscia di Gaza in risposta a quella che ha definito la presa di mira delle sue forze nell’area di Khan Yunis, mentre Hamas ha respinto queste accuse come un tentativo dell’occupazione di giustificare i propri crimini.

Ashraf Abu Sultan, un uomo palestinese di Gaza City ha detto all’AFP: “Non so cosa vogliano Israele e il mondo da noi. Sono tornato a Gaza domenica con la mia famiglia dopo un anno di sfollamento nel sud, abbiamo appena riparato una stanza nella nostra casa distrutta per cercare di sistemarci solo due giorni fa, i bombardamenti e la morte sono ricominciati, non ci lasciano spazio per respirare”

Hamas ha denunciato che gli attacchi israeliani rappresentano un’escalation pericolosa attraverso la quale Netanyahu, descritto come criminale di guerra, cerca di riprendere il genocidio contro il popolo palestinese, sottolineando che dalla firma dell’accordo di cessate il fuoco il 10 ottobre, l’escalation israeliana ha lasciato più di 300 martiri, con la continuazione della politica di demolizione e esplosioni di case e la chiusura del valico di Rafah.

Il movimento palestinese ha inoltre invitato l’amministrazione statunitense e i mediatori Egitto, Qatar e Turchia, in qualità di garanti dell’accordo di cessate il fuoco, a mantenere le loro promesse e a obbligare Israele a porre fine immediatamente alle violazioni che minacciano il processo di cessate il fuoco.

Dal cessate il fuoco dell’11 ottobre fino a ieri le forze armate israeliane hanno già ucciso 245 palestinesi. A questi occorre adesso aggiungerne altri 34. Volendo allargare lo sguardo dovremmo aggiungerci anche i 13 palestinesi uccisi l’altro ieri nel campo profughi di Ain el Hilweh in Libano, dove pure sarebbe in vigore un cessate il fuoco.

E poi c’è la Cisgiordania occupata, dove ieri 4 palestinesi, incluso un bambino, stati feriti dal fuoco delle forze di occupazione israeliane durante un raid a Nablus, e le incursioni nelle città di Jenin, Tubas, Tulkarem, Betlemme, le città di Deir Sharaf, a ovest di Nablus, Mazra’a Ovest, a nord di Ramallah e il villaggio di Al-Jib a nord di Gerusalemme.

Il genocidio diffuso contro il popolo palestinese da parte di Israele sta continuando, il fatto che politica e mass media abbiano strumentalmente spento i riflettori sulla Palestina non deve trarre in inganno né far abbassare la mobilitazione solidale con la lotta dei palestinesi. La macchina genocidiaria israeliana e i suoi complici devono continuare ad essere contrastati metro su metro, in ogni ambito politico, sociale, culturale.

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