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19/11/2025

Rottura tra Washington e Beirut, campo libero a Israele

Ieri Israele ha bombardato il campo profughi palestinese di Ain al Hilweh a Sidone, in Libano, uccidendo 13 persone. Questa mattina ha colpito un automobile uccidendo una persona e ferendone 8 a Tiro nel sud del paese.

Da tempo Washington ha deciso di abbandonare Beirut a se stessa, lasciando campo libero a Israele affinché aumenti la pressione sul paese dei cedri attraverso bombardamenti continui e incursioni nel territorio libanese contro ogni norma internazionale. L’obiettivo è cancellare la presenza di Hezbollah, ed è comune, in uno schema sostanzialmente concordato con Tel Aviv.

Mentre anche le truppe siriane si ammassano ai confini del Libano, Israele vuole evitare, manu armata, che il gruppo sciita riesca a ricostruire le proprie capacità militari. Ai vertici statunitensi hanno deciso di mandare un messaggio chiaro a Beirut, riguardo al fatto che al paese rimane solo una via d’uscita: combattere Hezbollah e sottomettersi sostanzialmente alla primazia di Israele nella regione, normalizzando i rapporti.

Il comandante dell’esercito libanese, infatti, avrebbe dovuto visitare Washington, ma la visita è stata improvvisamente cancellata. Nessun ricevimento ufficiale presso l’ambasciata libanese, dove con grande sconcerto erano arrivati vari espatriati per incontrarsi col militare.

Secondo fonti dell’emittente libanese MTV, la decisione statunitense è una ritorsione diretta contro le recenti dichiarazioni dell’esercito libanese, riguardanti il ruolo delle continue violazioni israeliani nell’impedire la prosecuzione del disarmo di Hezbollah: queste operazioni militari rendono evidente alla popolazione del paese dei cedri che, senza il gruppo sciita, non c’è sovranità che tenga.

Inoltre, l’esercito libanese ha rifiutato la richiesta del comitato di monitoraggio del cessate il fuoco (presieduto dagli USA) di perquisire abitazioni private nel sud alla ricerca di armi, ritenendola una misura eccessiva. Gli States, dal canto loro, hanno interpretato queste prese di posizione come una condanna delle azioni israeliane priva di qualsiasi critica verso Hezbollah. Il senatore Lindsey Graham ha definito le forze armate libanesi “non più un buon investimento per l’America”.

La questione è ora sul tavolo del Segretario di Stato Marco Rubio, che sta guidando una “rivalutazione” della politica statunitense: il futuro sostegno militare al Libano dipenderà d’ora in poi dal totale allineamento con le posizioni USA, in particolare riguardo alle frontiere e al disarmo delle milizie sciite.

Alcune fonti statunitensi hanno detto all’agenzia libanese LBCI: “speriamo di riprogrammare la visita del comandante dell’esercito a Washington e di riportare le cose sulla giusta strada, ovvero se verranno approvate le riforme finanziarie richieste, l’accelerazione del processo di consolidamento delle armi sotto il controllo dello Stato e altre misure necessarie”.

In questo scenario incandescente si inserisce il discorso televisivo di Naim Qassem, leader di Hezbollah. Qassem ha accusato gli Stati Uniti di essere i veri responsabili del collasso economico del Libano, citando il fallimento delle banche, la svalutazione della lira e la crisi energetica come effetti delle politiche statunitensi.

Il Libano è stato ricacciato dal terrorismo sionista in un vero e proprio inferno, mentre viene costretto a suon di bombe ad abbonare persino la sicurezza della propria popolazione.

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