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24/11/2025

Indiscrezioni su una nuova fase delle operazioni USA contro il Venezuela

Quattro ufficiali degli Stati Uniti avrebbero rivelato all’agenzia di informazione britannica Reuters, a condizione di rimanere anonimi, che Washington è pronta a lanciare una nuova fase delle operazioni contro il Venezuela, probabilmente già nei prossimi giorni. Non è stato però possibile determinare ne i tempi precisi, ne la dimensione e gli scopi di queste operazioni.

Due delle fonti di Reuters hanno comunque accennato al fatto che operazioni sotto copertura nel territorio venezuelano potrebbero essere le prime iniziative intraprese. Questa scelta porterebbe evidentemente a un’escalation della situazione nei Caraibi, dove la Casa Bianca continua a ordinare attacchi contro imbarcazioni accusate, senza alcuna prova, di essere vettori del narcotraffico diretto negli States.

Una strategia già vista in passato per imporre un regime change. Le stesse fonti di Reuters hanno confermato che l’amministrazione Trump non ha escluso il tentativo di rovesciare il governo di Maduro. Ma, al di là di chi vaneggia la possibilità di ripetere l’esperienza di Panama tra il 1989 e il 1990, è abbastanza evidente che un’invasione classica è impossibile nei confronti della repubblica bolivariana.

Rimane il fatto che il dispiegamento militare, tra portaerei e 15 mila marines, oltre a rappresentare un chiaro elemento di pressione verso Caracas, può essere usato in vari altri modi. Il primo modo lo ha indicato lo stesso Segretario alla Guerra degli Stati Uniti, Pete Hegseth, il quale ha ricordato la serie di nuove opzioni che la designazione delle organizzazioni del narcotraffico tra quelle terroristiche offre alla Casa Bianca.

Il Dipartimento di Stato vuole inserire nella lista delle formazioni terroriste il “Cartel de los Soles”, la cui stessa esistenza è in dubbio, accusando Maduro di esserne alla guida. Trump ha affermato che questa decisione consentirebbe all’esercito degli Stati Uniti di colpire beni e infrastrutture legate al governo del presidente venezuelano. Una procedura “auto-assolutoria” in cui gli stessi Usa fanno da accusa, giudice e boia contemporaneamente.

Questo potrebbe comunque essere uno degli usi del dispiegamento di forze nei Caraibi, oltre al supporto per operazioni segrete per esacerbare la situazione interna.

Questo quadro di iniziative porterebbe dunque anche una forte sollecitazione interna, politica ma anche e soprattutto economica, mentre le sanzioni continuano a strozzare il paese. E in continuità con queste difficoltà, tale dispiegamento potrebbe imporsi anche come deterrente per il mantenimento di alcune relazioni che mantengono collegata Caracas al resto del Mondo.

Infatti, in seguito agli avvertimenti diramati dalla Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia governativa statunitense che si occupa dell’aviazione civile, riguardanti un “aumento dell’attività militare” nei Caraibi, sei compagnie aeree (la spagnola Iberia, la portoghese Tap, la colombiana Avianca, la Caribbean di Trinidad, la brasiliana Gol e la cilena Latam) hanno cancellato le loro tratte da e per il Venezuela, ha dichiarato Marisela de Loaiza, presidente dell’Associazione delle Compagnie Aeree Venezuelane.

I mezzi che Washington usa per imporre al “cortile di casa” il proprio volere risultano, al solito, caratterizzati da prevaricazione e intimidazione. La solidarietà internazionalista deve rimanere alta, soprattutto in seguito alle ultime notizie.

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