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24/11/2025

A Ginevra “l’Europa” costretta a un bagno di realtà

Non è stato semplice, ieri, orizzontarsi nella cascata di mezze informazioni contrastanti fatte uscire dal vertice di Ginevra tra la delegazione Usa, i “tres tenores” di Londra Parigi e Berlino, il governo di Kiev. In pratica una pre-trattativa interna alla Nato, anche se gli “europei” erano soltanto tre (e Londra è pure fuori dalla UE) per decidere con quali proposte rivolgersi poi alla Russia.

Il caos era inoltre gonfiato dai resoconti spesso immaginari di inviati ormai imprintati da anni nello schemino deformante “aggressore/aggredito”.

Per esempio, il Corriere sembrava tornato ai fasti militareschi dei tempi dell’Armir – il corpo d’armata inviato da Mussolini nei dintorni del Donbass e poi ridotto ai minimi termini dall’Armata Rossa – dando per raggiunto un “accordo” che rovesciava pressoché completamente il piano presentato tre giorni fa dagli Stati Uniti a Zleneskij, con tanto di inviato ufficiale (il sottosegretario alla Difesa con delega all’esercito, Daniel Driscoll) e tempo sei giorni per dire ok. Quello – ricordiamo – che qualche dietrologo guerrafondaio poco brillante sospettava fosse stato “scritto in russo e poi mal tradotto in inglese”.

Il confindustriale Sole24Ore era assai più cauto, al punto da non dare alcuna notizia con il crisma della “certezza”.

Ad un certo punto veniva fatto circolare un “piano in 24 punti” che, se posto davanti alla futura delegazione russa, avrebbe provocato una reazione a metà strada tra un grassa risata e un “ci rivediamo in trincea”. Praticamente sembrava scritto da qualcuno che ignora completamente la realtà sul campo, le relazioni internazionali, la logica della guerra, ecc., ma che fantasticava su quanto sarebbe stato appagante (per se stesso) se poi fosse stato anche approvato.

Niente di nuovo, certo. La solita solfa sulla Russia che si deve ritirare dai territori conquistati, pagare i “danni di guerra”, accettare che l’Ucraina entri nella Nato, e via fantasticando. Per chi volesse un concentrato esilarante di questa “mentalità guerriera da fantasy” – tanto a morire sono gli ucraini, che problema c’è... – può leggersi il solito Federico Fubini con la sua rubrichina para-draghiana, “Whatever it takes”, in cui lamenta che “l’Europa” non abbia deciso ancora di bloccare il traffico delle petroliere russe all’uscita del Baltico, tra Danimarca e Svezia, allargando così il fronte di guerra verso il Nord e all’intera Europa.

La logica e l’esperienza ci dicevano che non poteva esser vero, anche se dalla squadra dei trumpiani ci si può sempre aspettare di tutto... In fondo, a Ginevra c’era Marco Rubio, uno che sembra cercare la pace in Ucraina solo perché vorrebbe attaccare il Venezuela. Più altra gente proveniente dal mondo degli affari e un po’ a digiuno di diplomazia e questioni militari (fa eccezione Driscoll, manifestamente aggiunto all’ultimo minuto per compensare l’inesperienza altrui).

Poi uscivano fuori dal bunker i negoziatori, spandendo ovvio ottimismo sul futuro sviluppo dei negoziati veri – quelli che dovranno esser fatti con la Russia, non “tra euro-atlantici”... – anche se ci sono ancora delle questioni “pendenti”, tra cui proprio il ruolo futuro di Ue e Nato. Ma, assicurava Rubio, “nessuna delle questioni ancora irrisolte è insormontabile”, pur se il nuovo piano “affinato” col lavoro diplomatico di ieri avrà bisogno del via libera dei “due presidenti”, Trump e Zelensky.

Dettagli pochi, almeno fino a quando l’agenzia internazionale Reuters non diffondeva la bozza del nuovo “piano”. Sempre in 28 punti e palesemente meno campato in aria.

Lo trovate in fondo a questo articolo e a prima vista si capisce che gli “europei” – forse addirittura scavalcati dalla delegazione ucraina, guidata da Yermak – sono addivenuti a più realistici consigli.

Le differenze più rilevanti riguardano:

– la definizione dei nuovi confini tra Russia e Ucraina, che nella nuova versione vengono affidati a una trattativa tra le parti a partire dalla “linea di contatto” tra gli eserciti;

– l’eventuale adesione dell’Ucraina alla Nato non viene esclusa, ma condizionata al consenso di tutti i partner dell’Alleanza;

– la ricostruzione sarà affidata alla guida della Banca Mondiale e non più a quel contorto mix di fondi russi sequestrati, soldi europei e profitti fifty-fifty tra Washington e Mosca;

– un’enfasi maggiore sulle “garanzie di sicurezza” per Kiev, che dovrebbe poter mantenere un esercito di 800.000 uomini (attualmente sono 1,2 milioni, ma solo perché c’è la mobilitazione generale; prima della guerra erano soltanto 180.000, ed è chiaro che un paese da ricostruire, che ha perso milioni di abitanti tra profughi, morti e “passati dall’altra parte”, non può economicamente e fisicamente permettersi di nutrire un esercito di queste dimensioni). 

Non è urgente entrare in una analisi più dettagliata, perché – come detto dai negoziatori – il testo dovrà essere approvato da Trump e Zelenskij prima di essere inviato a Lavrov e Putin, avviando così la fase della trattativa vera e propria. Come ha precisato anche Rubio: “Ovviamente, se riusciremo a raggiungere un accordo con la parte ucraina, dovremo sottoporre alla parte russa ciò che avremo elaborato. Questa è un’altra parte dell’equazione”.

Il minimo che si possa dire, per ora, è che l’Unione Europea esce già da questa fase con le ossa rotte. La sua “capa” ufficiale – Ursula von der Leyen – è rimasta a cianciare da sola davanti alle telecamere (“I confini non possono essere cambiati con la forza”, lo spiegasse a Israele…), mentre Macron e Merz, insieme all’“esterno” Starmer, provavano a tenere l’ultima barricata a favore della guerra ad oltranza.

Ma escono con le ossa rotte anche questi tre ex colonialisti nostalgici di una grandeur, per tutti loro, finita quasi un secolo fa.

Ci sarà da vedere come andrà il confronto “tra adulti nella stanza” – Trump, Lavrov, Putin – e non siamo affatto certi che il cammino verso una qualche “distensione” nel teatro europeo sia stato effettivamente intrapreso. Ma almeno mezza buona notizia pare che ci sia: i nanerottoli guerrafondai devono ora rifarsi tutti i calcoli.

P. S. Qualcuno suoni la svegli al Corriere, che ancora stamattina non sa capire cosa sta succedendo...

Di seguito è riportato il testo di una controproposta europea al progetto statunitense di un piano di pace per l’Ucraina in 28 punti, visionato da Reuters domenica.

La controproposta, redatta dalle potenze europee E3 – Regno Unito, Francia e Germania – prende come base il piano degli Stati Uniti, ma poi lo esamina punto per punto con modifiche e cancellazioni suggerite.

Il testo è il seguente:

1) La sovranità dell’Ucraina deve essere riconfermata.
2) Sarà raggiunto un accordo totale e completo di non aggressione tra Russia, Ucraina e NATO. Tutte le ambiguità degli ultimi 30 anni saranno risolte.
(Il punto 3 del piano statunitense è eliminato. Una bozza di quel piano, visionata da Reuters, affermava: “Ci sarà l’aspettativa che la Russia non invaderà i suoi vicini e che la NATO non si espanderà ulteriormente.”)
4) Dopo la firma di un accordo di pace, sarà avviato un dialogo tra Russia e NATO per affrontare tutte le preoccupazioni di sicurezza e creare un ambiente di de-escalation per garantire la sicurezza globale e aumentare le opportunità di connettività e di sviluppo economico futuro.
5) L’Ucraina riceverà solide garanzie di sicurezza.
6) Le forze armate ucraine saranno limitate a un massimo di 800.000 unità in tempo di pace.
7) L’adesione dell’Ucraina alla NATO dipende dal consenso dei membri dell’Alleanza, che attualmente non esiste.
8) La NATO accetta di non stazionare permanentemente truppe sotto il suo comando in Ucraina in tempo di pace.
9) I caccia della NATO saranno schierati in Polonia.
10) Garanzia da parte degli Stati Uniti che rispecchi l’Articolo 5.
a. Gli Stati Uniti riceveranno un compenso per tale garanzia.
b. Se l’Ucraina invade la Russia, perderà la garanzia.
c. Se la Russia invade l’Ucraina, oltre a una forte risposta militare coordinata, tutte le sanzioni globali saranno ripristinate e qualsiasi forma di riconoscimento del nuovo territorio e tutti gli altri benefici derivanti da questo accordo saranno ritirati.
11) L’Ucraina è idonea alla membership dell’UE e otterrà accesso preferenziale ai mercati europei a breve termine mentre la domanda viene valutata.
12) Sostanzioso pacchetto globale di ricostruzione per l’Ucraina, incluso ma non limitato a:
a. Creazione di un fondo per lo sviluppo dell’Ucraina per investire in settori ad alta crescita, tra cui tecnologia, data center e iniziative di IA.
b. Gli Stati Uniti collaboreranno con l’Ucraina per ripristinare, far crescere, modernizzare e gestire congiuntamente le infrastrutture del gas ucraino, comprese pipeline e impianti di stoccaggio.
c. Sforzo congiunto per riqualificare le aree colpite dalla guerra, per restaurare, riqualificare e modernizzare città e zone residenziali.
d. Sviluppo infrastrutturale.
e. Estrazione di minerali e risorse naturali.
f. Un pacchetto finanziario speciale sarà sviluppato dalla Banca Mondiale per accelerare questi interventi.
13) La Russia sarà progressivamente reintegrata nell’economia globale.
a. La revoca delle sanzioni sarà discussa e concordata in fasi e caso per caso.
b. Gli Stati Uniti stipuleranno un accordo a lungo termine di cooperazione economica per perseguire uno sviluppo reciproco nei settori dell’energia, delle risorse naturali, delle infrastrutture, dell’IA, dei data center, delle terre rare, di progetti congiunti nell’Artico, così come altre opportunità societarie reciprocamente vantaggiose.
c. La Russia sarà invitata a rientrare nel G8.
14) L’Ucraina sarà completamente ricostruita e compensata finanziariamente, anche attraverso l’uso di beni sovrani russi che resteranno congelati finché la Russia non avrà compensato i danni arrecati all’Ucraina.
15) Sarà istituita una task force congiunta per la sicurezza con la partecipazione di Stati Uniti, Ucraina, Russia ed europei per promuovere e far rispettare tutte le disposizioni del presente accordo.
16) La Russia sancirà legislativamente una politica di non aggressione verso l’Europa e l’Ucraina.
17) Stati Uniti e Russia concordano di estendere i trattati di non proliferazione e controllo nucleare, incluso “Fair Start”.
18) L’Ucraina accetta di rimanere uno Stato non nucleare ai sensi del TNP.
19) La centrale nucleare di Zaporizhzhia sarà riavviata sotto la supervisione dell’AIEA, e l’energia prodotta sarà divisa equamente al 50% tra Russia e Ucraina.
20) L’Ucraina adotterà le norme dell’UE sulla tolleranza religiosa e sulla protezione delle minoranze linguistiche.
21) Territori
L’Ucraina si impegna a non recuperare il proprio territorio sovrano occupato con mezzi militari. I negoziati su eventuali scambi territoriali partiranno dalla Linea di Contatto.
22) Una volta concordati i futuri assetti territoriali, sia la Federazione Russa sia l’Ucraina si impegnano a non modificarli con la forza. Qualsiasi garanzia di sicurezza non sarà applicata in caso di violazione di questo obbligo.
23) La Russia non ostacolerà l’uso del fiume Dnepr da parte dell’Ucraina per scopi commerciali, e saranno siglati accordi affinché le spedizioni di grano possano transitare liberamente attraverso il Mar Nero.
24) Sarà istituito un comitato umanitario per risolvere le questioni pendenti:
a. Tutti i prigionieri e i corpi rimanenti saranno scambiati secondo il principio “tutti per tutti”.
b. Tutti i civili detenuti e gli ostaggi saranno restituiti, inclusi i bambini.
c. Sarà istituito un programma di ricongiungimento familiare.
d. Saranno previste misure per affrontare le sofferenze delle vittime del conflitto.
25) L’Ucraina terrà elezioni il prima possibile dopo la firma dell’accordo di pace.
26) Saranno previste misure per affrontare le sofferenze delle vittime del conflitto.
27) Il presente accordo sarà giuridicamente vincolante. La sua attuazione sarà monitorata e garantita da un Consiglio della Pace, presieduto dal Presidente Donald J. Trump. Ci saranno sanzioni in caso di violazione.
28) Una volta che tutte le parti avranno accettato questo memorandum, un cessate il fuoco entrerà immediatamente in vigore, poiché entrambe le parti si ritireranno nei punti concordati affinché l’attuazione dell’accordo possa iniziare. Le modalità del cessate il fuoco, inclusi monitoraggio e supervisione, saranno concordate da entrambe le parti sotto supervisione statunitense.

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