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25/11/2025

Ennesimo flop per la piazza filo-Ucraina di Calenda

La Brigata Parioli ha registrato l’ennesimo flop sulla chiamata a mobilitarsi a sostegno del regime ucraino. “Inizieremo a mobilitarci domenica con le comunità ucraine, speriamo che chi ha a cuore l’Europa decida di partecipare e farsi sentire” aveva scritto in un post qualche giorno fa Carlo Calenda, chiamando alla piazza.

Ma in piazza Esquilino alla mobilitazione chiamata dal leader di Azione ancora fresco di tatuaggio filo-ucraino, hanno risposto in pochissimi. Tra i politici hanno dato riscontro solo Carlo Casini, Riccardo Magi e, un po’ defilato nella foto, Paolo Gentiloni. Non ha dato esito la ricerca della presenza in piazza di Pina Picerno.

Due settimane fa, la mobilitazione chiamata a Torino per contestare la conferenza del prof. Angelo D’Orsi su “russofobia e russofilia”, aveva visto poche decine di persone in piazza celebrare il fatto che un dibattito in un luogo pubblico fosse stato vietato dalle autorità.

Del resto Calenda quando ha in mente un fronte politico che sostenga la guerra dei paesi europei contro la Russia, dimostra di aver una visione piuttosto limitata: “Vedo un solo europeo con la gravitas e la forza per fronteggiare Trump e Putin contemporaneamente e si chiama Mario Draghi”. Evidente che il resto del mondo politico non si senta empatico con le piazze chiamate dal leader di Azione.

L’opinione pubblica in Italia del resto non prova particolare simpatia per Putin ma, nonostante la russofobia diffusa a piene mani dal Quirinale e dal 90% dei mass media, non sembra provare simpatia neanche per il regime di Zelensky sponsorizzato da Calenda e dai governi europei. Soprattutto guarda con estrema preoccupazione e ostilità alle pulsioni guerrafondaie che vorrebbero coinvolgere l’Italia e l’Europa in un conflitto vero e proprio con la Russia.

È la realtà a confermare come il bellicismo dei governi europei per un verso contenga tutti i rischi di un avventurismo militare, per un altro si scontra con i dati sul campo che non lasciano tanti spazi di manovra sulla guerra in Ucraina.

A rendere più ostica ogni empatia verso l’Ucraina in Italia non c’è solo la scarsa simpatia che ispira a molti il leader di Azione, ma c’è anche l’insopportabilità per il doppio standard utilizzato nella condanna e nelle sanzioni adottate o non adottate verso Russia e verso Israele. E questa non è una caratteristica solo di Calenda ma dell’intera compagine governativa.

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