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23/11/2025

Gaza - Ancora palestinesi uccisi e feriti. In Cisgiordania raid dei militari israeliani, ma i palestinesi resistono

Almeno 22 palestinesi sono stati uccisi in una serie di attacchi con droni e missili israeliani condotti nel nord e nel centro della Striscia, che hanno provocato anche decine di feriti. Il cessate il fuoco da parte israeliana è ormai una linea sottile che viene violata a totale discrezione di Tel Aviv.

Il corrispondente di Al-Jazeera ha riferito che l’esercito di occupazione israeliano ha lanciato almeno 10 raid aerei all’interno della Linea Gialla a est della città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale.

L’esercito israeliano ha diffuso la versione secondo cui ha lanciato un raid aereo nel sud della Striscia di Gaza per eliminare “cinque terroristi usciti da un tunnel di Rafah nel lato orientale della Linea Gialla” sotto il controllo delle forze israeliane.

Decine di famiglie palestinesi sono state sfollate dai quartieri di Al Tuffah e Shujaya nella zona est di Gaza City, a causa dell’incursione e dell’espansione dell’esercito israeliano nelle aree da cui si era ritirato in conformità con l’accordo.

Fonti locali confermano che l’esercito di occupazione ha effettuato la distruzione di edifici residenziali nei pressi della rotatoria di Zayed, a est di Beit Lahiya, nella Striscia di Gaza settentrionale.

Una delegazione di alti funzionari di Hamas si è recata al Cairo per discutere dell’escalation in corso nella Striscia di Gaza e del fragile cessate il fuoco. Hamas avrebbe minacciato di porre fine al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, a causa delle nuove ondate di attacchi lanciati dalle forze israeliane.

Stando a fonti citate da Al Arabiya, il movimento palestinese avrebbe informato l’inviato statunitense Steve Witkoff della sua posizione dicendosi “pronto a tornare a combattere”. Successivamente, il portavoce di Hamas Izzat al Rishq ha tuttavia smentito le indiscrezioni, spiegando che il movimento islamista ha chiesto ai mediatori di fare pressione su Israele affinché rispetti l’accordo finalizzato a Sharm el Sheikh lo scorso 13 ottobre.

Hamas aveva accusato Israele già nei giorni scorsi di aver “spostato” la linea gialla e di aver provocato una nuova ondata di sfollamenti, in una “flagrante” violazione del cessate il fuoco.

Secondo le autorità locali di Gaza, le Forze armate israeliane avrebbero riposizionato le proprie unità più all’interno dell’enclave, violando così l’accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti.

Fonti palestinesi avevano denunciato che le forze e i carri armati israeliani erano avanzate di circa 300 metri oltre la linea gialla nella parte orientale di Gaza City. “Il destino di molte di queste famiglie rimane sconosciuto a causa dei bombardamenti che hanno colpito la zona”, avevano affermato i palestinesi aggiungendo che l’estensione della linea gialla dimostra un “palese disprezzo” dell’accordo di cessate il fuoco.

In base alla tregua entrata in vigore oltre un mese fa a Gaza, gli israeliani hanno mantenuto circa il 53 per cento dell’enclave sotto il proprio controllo, vale a dire “l’area gialla”, delineata dalla linea del medesimo colore.

Al Jazeera riferisce che a Gaza City alcuni militari israeliani sono stati visti posizionare blocchi gialli e cartelli per identificare la nuova linea di schieramento, più all’interno del quartiere orientale di Shujayea. Secondo l’emittente, “l’intero confine non è stato segnato, quindi molti palestinesi non sanno esattamente dove si trovi. Con quest’ultima avanzata a Shujayea, a Gaza City, sempre più palestinesi non riescono a raggiungere le loro case. La gente dice che questa è una gabbia, perché vengono spinti e stipati nella parte occidentale di Gaza”.

Questa ulteriore violazione del cessate il fuoco arriva in un momento di intensificazione degli attacchi israeliani in tutta la Striscia di Gaza. Nel giro di 24 ore, tra la giornata di mercoledì e ieri, almeno 32 palestinesi erano stati uccisi negli attacchi israeliani e altri 88 feriti.

Ieri le forze armate israeliane hanno annunciato che l’Aeronautica militare “ha eliminato cinque terroristi emersi da un’infrastruttura terroristica sotterranea nella parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia, a est della linea gialla”. Secondo Israele, “l’Aeronautica ha eliminato i terroristi quando questi si sono avvicinati alle truppe delle Idf schierate nel sud di Gaza, rappresentando un’immediata minaccia per loro”. Ma di tutto questo, come al solito, non ha fornito alcuna prova.

Raid dei militari israeliani in tutta la Cisgiordania, ma i palestinesi resistono

Non ci sono solo le aggressioni dei coloni ma anche quelle “ufficiali” decise dalle autorità di Tel Aviv.

In Cisgiordania continuano infatti i raid dei militari israeliani nelle città palestinesi. In alcune di queste hanno però incontrato resistenza. Fonti locali hanno riferito che i giovani hanno lanciato bottiglie Molotov contro le forze di occupazione durante il loro raid nella città di Sebastia, a nord-ovest di Nablus. Anche nella città di Tuqu’ – a sud-est di Betlemme – sono scoppiati scontri tra giovani palestinesi e le forze di occupazione israeliane dopo che queste hanno assaltato la città.

Sei palestinesi sono rimasti feriti a seguito di un attacco di coloni nella città di Beit ur Al-Tahta, nella Cisgiordania centrale.

Le forze israeliane hanno assaltato il campo profughi di Dheisheh nella città di Betlemme, nella Cisgiordania meridionale, e il vecchio campo di Askar, a est di Nablus.

I militari israeliani hanno fatto irruzione nella città di Al-Khader, a sud di Betlemme, posizionandosi nei pressi della “Porta” e dell’ingresso delle Pozze di Solimano, chiudendo la strada principale tra Gerusalemme ed Hebron ai cittadini palestinesi.

Le autorità di occupazione hanno sequestrato 1042 dunum di terra a Tubas, nella Valle del Giordano, per costruire una strada di insediamento, mentre i coloni hanno demolito terreni agricoli palestinesi nella città di Turmusaya a nord di Ramallah.

L’esercito di occupazione israeliano ha fatto irruzioni e perquisizioni nel quartiere Wadi Hilweh, all’interno della città di Silwan, nella Gerusalemme occupata. Incursioni dei militari si segnalano anche nella città di Ni’lin, a ovest di Ramallah, a Qabatiya, a sud di Jenin, e nella città di Huwara, a sud di Nablus.

Fonte

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