Un test elettorale nazionale probante – 12 milioni di aventi diritto al voto – si è trasformato nella conferma clamorosa del distacco ormai irrecuperabile tra “rappresentanza politica” e paese reale.
Tre regioni molto popolate hanno dato tutte un riscontro unanime, indipendentemente dalla collocazione meridionale o settentrionale: meno del 50%, con un aumento medio dell’astensionismo che supera il 14% rispetto a cinque anni fa.
Domani, a risultati definitivi, daremo un giudizio politico più articolato, tenendo conto della distribuzione del voto tra i vari partiti. Per noi, come sapete, ha molta importanza il risultato delle minicoalizioni guidate da Potere al Popolo in Puglia e Campania, anche con prospettive profondamente diverse per ragioni “legali”.
In Campania la soglia di sbarramento è fissata al 2,5% e dai primi “instant poll” non risulta impossibile, mentre in Puglia è all’8% ed era data per irraggiungibile già dagli stessi militanti che si sono spesi in questa corsa, perché l’obiettivo era, e sarà far crescere un’alternativa radicale ed indipendente dal “mondo politico” mainstream.
In Venete non era stata presentata nessuna lista, perché la presenza organizzata non è ancora sufficiente a provare un test di questo impegno (tra raccolta delle firme e capacità di attraversare il territorio con continuità).
Alle ore 16, comunque i dati forniti dagli istituti di rilevazione (ancora non c’è una sola sezione che abbia completato lo scrutinio e comunicati i risultati) sono questi:
Puglia:
Antonio Decaro (“campo largo”) 64-68%
Luigi Lobuono (centrodestra) 30-34%
Altri 1,5 – 2,5%
Campania:
Roberto Fico (“campo largo”) 56-60%
Edmondo Cirielli (centrodestra) 36-40%
Altri 3-5%
Veneto:
Alberto Stefani (centrodestra) 58-62%
Giovanni Manildo (“campo largo”) 32-36%
Altri 5-7%
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