Per sottolineare il proprio nervosismo rispetto ai nuovi piani di guerra occidentali, il Cremlino minaccia di contrastare lo scudo missilistico americano in Europa orientale schierando missili balistici tattici Iskander nell'enclave russa di Kalinigrad, tra Polonia e Lituania, e a Krasnodar, a ridosso del confine ucraino.
Nel frattempo Mosca accelera il progetto di restaurazione della nuova versione di Unione sovietica. Il 18 novembre i presidenti di Russia, Bielorussia e Kazakistan hanno firmato l'accordo per la costituzione, entro il 2015, della cosiddetta 'Unione eurasiatica', alla quale dovrebbero aderire anche Tagikistan e Kirghizistan.
Ma è sul fronte politico interno che la Russia pare indirizzata a un ritorno al passato. La rielezione di Vladimir Putin al Cremlino il prossimo 4 marzo appare scontata, ma la sua popolarità è in forte calo e questo potrebbe spingerlo ad assumere posizioni più in linea con il nostalgico vento che soffia sulla Russia.
Tutti i sondaggi per le elezioni parlamentari del 4 dicembre prevedono un crollo del partito putiniano Russia Unita, e un netto rafforzamento delle opposizioni comuniste e nazionaliste, entrambe su posizioni radicalmente antiamericane e antiliberiste.
Secondo altri sondaggi, condotti dagli istituti russi Wciom e Fom, in termini di percentuali di voto Russia Unita scenderebbe addirittura dal 64 per cento delle elezioni del 2007 al 40 per cento: un tracollo di preferenze che, se si verificasse realmente, porterebbe il partito di Putin a soli 180 seggi sui 450 totali della Duma.
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