In finanza, quindi Piazza Affari, Londra, Tokyo e Wall Street, si parla
di default multiplo già da giugno e infatti noi ne abbiamo parlato qui
su Cadoinpiedi.
C'è anche un programma che è iniziato quest'estate di ricerca da parte
sia della Germania che della Francia, quindi diciamo i paesi al centro
dell'Euro, per trovare una soluzione nel caso in cui Grecia, Italia,
Portogallo, Spagna, Irlanda non ce la facciano. Un team di avvocati
lavora già da diversi mesi e questo programma è quasi completo, il che
vuole dire che c'è la possibilità che questo Euro si spacchi e che
quindi una parte che diciamo è la parte del Nord Europa, quella che ha
seguito una politica fiscale di maggiore austerità negli ultimi dieci
anni, si ricostituisca intorno a un Euro che sarà un Euro forte. Il resto andrà in default .
In Italia di queste cose non se ne è parlato perché non se ne è voluto
parlare e in realtà se uno parlava con chiunque operava sulle piazze
affari internazionali che l'Italia potesse andare in default era una
possibilità. Certamente una possibilità abbastanza remota a giugno però
oggi siamo quasi arrivati al momento cruciale.
Io quello che posso dire è quello che alcuni avvocati di questo team che
stanno lavorando al possibile default mi hanno detto è che succederà un po' com'è successo in Argentina,
potrebbero chiudere le banche per una settimana, i depositi potrebbero
essere congelati, si potrà prelevare una certa quantità di denaro
quotidianamente (in Argentina erano l'equivalente di 250 dollari) e in
questa settimana di "congelamento" ci sarà la conversione dall'Euro alla
moneta che si vuole scegliere, per esempio l'Italia potrebbe tornare alla lira.
Però questo comporterà anche dei cambiamenti a livello pratico.
Dopodiché i risparmiatori italiani chiaramente si ritroveranno le lire.
Questo significa che se uno vive in Italia e non va all'estero non ha
grossi problemi, al contrario la debolezza della moneta sarebbe un
danno. Certo, chi ha i soldi fuori, chi ha gli Euro fuori, sarà
avvantaggiato perché ci sarà una svalutazione della lira
e il tasso di cambio sarà il tasso di cambio che verrà deciso
chiaramente dalle autorità monetarie e anche dalle autorità europee.
Credo sarà molto vicino al tasso di cambio al quale la moneta è entrata e
quindi 1936,27 lire. Chiaramente ci sarà una svalutazione e quindi
questi soldi varranno di meno alla fine della settimana di conversione
di quanto valevano all'inizio.
Poi c'è questa notizia che l'Fmi smentisce gli aiuti all'Italia...
Questa notizia molto probabilmente è stata passata a chi l'ha pubblicata perché mercoledì c'è l'asta dei Btp decennali e quindi si voleva in un certo senso rassicurare i mercati.
E infatti oggi FMI ha smentito qualsiasi aiuto. Questa mattina alla
borsa di Londra ci sono state già delle reazioni abbastanza negative
perché chiaramente si pensa che gli italiani l'abbiano pubblicata
appositamente. E questa è una cosa gravissima perché dà proprio
l'impressione anche della poca professionalità del mercato italiano. Del
resto il problema fondamentale qui è un problema di fiducia,
nel senso che non si ha più fiducia nei confronti dell'Euro. Pensiamo
anche a quello che è successo giovedì scorso, con i tedeschi che non
sono riusciti a piazzare i loro Bund, ma non solo questo. Il rendimento è arrivato ai livelli del rendimento dei Gilt, quindi dei buoni inglesi. I buoni inglesi hanno un solo elemento di vantaggio rispetto ai Bund: sono in sterline e non in Euro.
Ho paura che non ce la faremo a riprenderci, nel senso
che questo multiplo default sia in realtà uno scenario molto possibile
che vedrà non solo la Grecia e l'Italia ma anche la Spagna e il
Portogallo (forse solo l'Irlanda si salverà perché in Irlanda si è fatta
una politica completamente diversa e gli indicatori economici sono
abbastanza positivi) uscire dall'euro e uscire in modo disordinato.
L'ultimo elemento di preoccupazione è questo processo di ricapitalizzazione imposto alle banche che è in preparazione a Basilea 3
e quindi quello che sta succedendo sui mercati adesso è anche una
riduzione drastica della liquidità disponibile sui mercati. Il che vuol
dire che abbiamo un effetto di sfiducia nei confronti dell'Euro che si
sovrappone a una contrazione della liquidità, quindi ci sono meno soldi
in circolazione e c'è anche meno volontà di investire in obbligazioni.
Le banche vendono la maggior parte delle loro obbligazioni per poter
ricostituire la loro liquidità. Per cui vediamo che la Bce per esempio
nel mese di settembre ha acquistato quasi 600 miliardi di obbligazioni
da parte di tutta quanta l'Europa di cui 100 dalla Francia e 100
dall'Italia e il rimanente dal resto dei paesi europei, perché le banche
li scambiano in cambio per poter ricostituire il proprio contante.
Quindi c'è una crisi anche all'interno del mercato delle obbligazioni
che non riesce a assorbire tutto quello che praticamente gli viene dato.
Abbiamo due elementi: la sfiducia ma anche un elemento strutturale che è
appunto la mancanza di liquidità.
Fonte.
Il patatrac è dietro l'anglo, non capisco per quale motivo la gente sì accanisca a non volerlo riconoscere.
Prima ne prendiamo atto meglio ne usciremo, magari con qualcosa di radicalmente innovativo rispetto al sistema attuale che sta mandando in pezzi le nostre vite.
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