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01/11/2011

La terza guerra mondiale della Merkel.

Nel teatrino della consegna della letterina di Babbo Natale di Silvio Berlusconi al vertice dei 17 capi di stato dell’Eurogruppo, c’è una frase della Merkel che è passata abbondantemente sotto traccia: “Se cade l’euro cade l’Europa. Nessuno prenda per garantiti altri 50 anni di pace in Europa”. E Nicolas Sarkozy ci è andato giù ancora più pesante: "L'Europa è il continente che ha conosciuto le guerre più barbare al mondo, e non sono accadute nel Medioevo, ma nel XX secolo, per ben due volte. [...] Lasciare distruggere l'euro è prendersi il rischio di distruggere l'Europa. Colore che vogliono distruggere l'euro si assumeranno la responsabilità di riaccendere i conflitti nel nostro continente".
 In effetti, è pacifico che questa area del mondo stia vivendo un’epoca priva di conflitti armati che è sicuramente la più lunga in tutta la nostra storia. L’altro giorno, dopo i risolini della Merkel e di Sarkozy destinati a Silvio Berlusconi, scrivevo: “ci sono guerre che sono iniziate per molto meno”. La frase di ieri, pronunciata dal cancelliere tedesco, getta una luce sinistra sulla riapertura della scatola del Risiko.




Francia Spagna Italia Giappone Usa Uk Germania Irlanda Pgl
Usa 322 163
796
345 324
1
Francia




22


Giappone 8







Germania 54
111 88




Italia 366 10
39 3 26


Spagna 118

26

58 6
Grecia 54 1 3 1 3 1 19 0,3 10
Portogallo 18 62 1 2
19 33

Tab. 1: Nelle righe i paesi debitori. Nelle colonne i paesi creditori e gli importi in mld $

Se i cosiddetti pigs vanno in default, gli investimenti dei paesi creditori vanno in fumo. Come si può vedere dalla tabella 1, non si tratta propriamente di quattro spiccioli, né ci vuole una fantasia eccessivamente fervida per immaginare tutti i possibili modi di recuperare i soldi.  La storia insegna che le grandi crisi non hanno mai portato nulla di buono. Le tensioni recenti tra gli Stati sovrani e la formazione di un solido asse franco – tedesco, con l’inconsueta esacerbazione dei toni al di fuori di ogni formula diplomatica, non serve certo a sedare i timori.

 Uno scenario di risoluzione militare dei conflitti economici è ancora di là da venire ma, volendo dare alle parole della Merkel il significato peggiore che vi si può attribuire, è utile fare una classifica sommaria della spesa militare di alcuni degli stati interessati più da vicino alla nostra crisi del debito sovrano.



Stato Spesa %Pil pro capite
Usa 698.105.000.000 4,70% 2.653,00
Cina 114.000.000.000 2,20% 75
Francia 61.285.000.000 2,50% 977
Uk 57.424.000.000 2,70% 940
Russia 52.586.000.000 4,30% 430
Giappone 51.420.000.000 1,00% 401
Germania 46.848.000.000 1,40% 558
Italia 38.303.000.000 1,80% 593
Spagna 25.507.470.000 1,10% 398
Grecia 10.398.498.000 3,20% 1.230
Portogallo 3.825.843.000 2,10% --
Tab. 2: Nelle righe i paesi. Nelle colonne la loro spesa militare, espressa in $


A questo punto, stanti i rapporti di forza e gli interessi in gioco, siamo pronti a immaginare cosa potrebbe succedere se le cose non si sistemano in fretta e se la Merkel stesse veramente alludendo a uno scenario di guerra.

 La Francia, che è il terzo paese per spesa militare e che ha prestato una valanga di soldi a Roma e a Madrid, invaderebbe l'Italia e la Spagna. Gli Stati Uniti no perché son grossi. Siccome la Germania deve alla Francia "solo" 54 miliardi, per saldare il suo debito aiuterebbe la Francia nella sua campagna di invasione. Così la Merkel eviterebbe anche di restituire i 111 miliardi che ci deve. E poi, già che ci sono, cadrebbero in sequenza anche il Portogallo e forse anche la Grecia. L'Inghilterra potrebbe decidere di dare una mano, visto che le stanno a cuore i 22 miliardi prestati a Sarkozy e i 26 che le dobbiamo noi. E siccome ne vuole anche 345 dagli Stati Uniti, questi non metterebbero becco, per non inimicarsi la regina. Ma anche per non infastidere Parigi che tutto sommato vuole da Washington oltre 300 miliardi. Anzi, potrebbero anche dare un aiutino, casomai servisse. Il Giappone, essendo esposto più del doppio con la Germania che non con l'Italia (e dovendo 8 miliardi alla Francia) resterebbe a guardare. Tanto più che il suo esercito ha una maggiore inclinazione alla difesa e non è molto bravo ad aggredire. La Cina, che detiene saldamente il debito pubblico degli Stati Uniti, pur avendo l'esercito più popoloso del mondo potrebbe risolversi a non mettere a rischio i suoi crediti e a lasciar fare.
 L'incognita è la Russia. Che farà Putin, dopo aver condiviso il lettone con il suo compare di Arcore? Ci lascerà invadere così facilmente? In fin dei conti, è quello che ha fatto Silvio con il suo amico Muammar. Anzi, ha pure dato una mano. Oppure, visto che ha molti interessi economici incrociati con l'Italia, a cominciare da quelli energetici, potrebbe decidere di aiutarci (certo, a quel punto né gli Stati Uniti nè la Cina resterebbero affacciati alla finestra)?
 Insomma, vuoi vedere che alla fine saranno proprio i comunisti a salvare Berlusconi?

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