L'Osce si dice certa che l'Italia entrerà
in recessione nel 2012. L'agenzia di rating Moody's lancia un
catastrofico allarme di "default multipli" in tutta Europa. La Germania
prepara un piano segreto per tornare al marco in caso di collasso
generale. Collasso che per il governo britannico è ormai solo "questione
di tempo", tanto da prevedere l'evacuazione dei propri cittadini da
Italia e Spagna in caso di disordini. Scenari da incubo che dovrebbero
allarmate i mercati e affondare le borse, che invece volano.
Chiediamo una spiegazione a Stefano Squarcina, funzionario europarlamentare della Sinistra Unita Europea.
Come si spiega l'euforia dei mercati di fronte a queste allarmanti previsioni? Il mondo finanziario è preda di una sindrome da sadismo?
In questo momento la dimensione politico-mediatica sta prevalendo su quella tecnico-finanziaria. Si sta creando il panico in maniera tale da poter più facilmente introdurre un più rigido governo europeo dell'economia che, in condizioni normali, non sarebbe mai stato possibile per via negoziale. Questo è il disegno: un disegno ideologico volto a imporre in Europa un ben preciso modello economico basato sullo smantellamento dello stato sociale, sulle privatizzazioni e sulla precarizzazione del lavoro. Il panico serve a spingere sull'acceleratore, e i mercati festeggiano perché questo disegno sembra sul punto di realizzarsi.
In che modo? Può spiegarci meglio?
Le borse salgono perché nelle ultime ore, dopo giorni di incertezza e tensione tra Berlino, Parigi e Bruxelles, circolano voci insistenti su un possibile accordo tra Francia e Germania che Sarkozy e Merkel dovrebbero annunciare nei prossimi giorni, prima del summit europeo del 9 dicembre. Pare che abbiano raggiunto un compromesso sulla modifica rapida del Trattato di Lisbona che accrescerebbe il controllo dell'Ue sulle politiche economiche dei singoli Stati. Si vocifera anche di un patto di stabilità intergovernativo tra i Paesi più forti dell'euro, ovvero Germania, Francia, Austria, Olanda, Lussemburgo e Finlandia, che creerebbe di fatto un euro di prima classe.
E che fine farebbero i Paesi di seconda classe che rimanessero fuori da questo club? Verrebbero abbandonati alla loro sorte uscendo dall'euro?
No, l'uscita di uno o più Paesi dall'euro è solo uno spauracchio. Lo scopo è sempre quello di aumentare la pressione politica sui Paesi più deboli affinché si allineino alle politiche economiche di austerità dettate dalla Ue.
E gli eurobond? Non erano questi l'unica soluzione alla crisi insieme al rafforzamento della Bce?
Dopo aver incassato il rafforzamento dei poteri dell'Ue, la Germania cederà anche su questo. Anche perché ormai sono gli stessi mercati a volere gli eurobond: banchieri e speculatori si sono resi conto che se crolla l'euro, alla lunga, ci rimettono pure loro.
Fonte.
Chiediamo una spiegazione a Stefano Squarcina, funzionario europarlamentare della Sinistra Unita Europea.
Come si spiega l'euforia dei mercati di fronte a queste allarmanti previsioni? Il mondo finanziario è preda di una sindrome da sadismo?
In questo momento la dimensione politico-mediatica sta prevalendo su quella tecnico-finanziaria. Si sta creando il panico in maniera tale da poter più facilmente introdurre un più rigido governo europeo dell'economia che, in condizioni normali, non sarebbe mai stato possibile per via negoziale. Questo è il disegno: un disegno ideologico volto a imporre in Europa un ben preciso modello economico basato sullo smantellamento dello stato sociale, sulle privatizzazioni e sulla precarizzazione del lavoro. Il panico serve a spingere sull'acceleratore, e i mercati festeggiano perché questo disegno sembra sul punto di realizzarsi.
In che modo? Può spiegarci meglio?
Le borse salgono perché nelle ultime ore, dopo giorni di incertezza e tensione tra Berlino, Parigi e Bruxelles, circolano voci insistenti su un possibile accordo tra Francia e Germania che Sarkozy e Merkel dovrebbero annunciare nei prossimi giorni, prima del summit europeo del 9 dicembre. Pare che abbiano raggiunto un compromesso sulla modifica rapida del Trattato di Lisbona che accrescerebbe il controllo dell'Ue sulle politiche economiche dei singoli Stati. Si vocifera anche di un patto di stabilità intergovernativo tra i Paesi più forti dell'euro, ovvero Germania, Francia, Austria, Olanda, Lussemburgo e Finlandia, che creerebbe di fatto un euro di prima classe.
E che fine farebbero i Paesi di seconda classe che rimanessero fuori da questo club? Verrebbero abbandonati alla loro sorte uscendo dall'euro?
No, l'uscita di uno o più Paesi dall'euro è solo uno spauracchio. Lo scopo è sempre quello di aumentare la pressione politica sui Paesi più deboli affinché si allineino alle politiche economiche di austerità dettate dalla Ue.
E gli eurobond? Non erano questi l'unica soluzione alla crisi insieme al rafforzamento della Bce?
Dopo aver incassato il rafforzamento dei poteri dell'Ue, la Germania cederà anche su questo. Anche perché ormai sono gli stessi mercati a volere gli eurobond: banchieri e speculatori si sono resi conto che se crolla l'euro, alla lunga, ci rimettono pure loro.
Fonte.
Nessun commento:
Posta un commento