In mezzo allo sterminato pubblico in tripudio per l'insediamento del Governo Monti (vale la pena citare almeno un esempio tra i tanti), qualcuno ha fortunatamente mantenuto un minimo d'oggettività prendendosi la briga d'indagare in merito alle personalità che nei prossimi mesi dovranno soddisfare le richieste che i mercati ci hanno imposto a suon di differenziali stellari.
Il giorno dopo l'entrata in carica del nuovo governo, è il momento di
andare a sbirciare fra le pedine schierate da Monti nella sua personale
formazione. Ieri abbiamo visto come le banche assumano un ruolo rilevante
nell'esecutivo, oggi vogliamo concentrarci su una figura
particolarmente importante per il futuro del paese: il ministro
dell'Ambiente.
Chi è dunque Corrado Clini, nuovo
ministro dell'Ambiente? A chi abbia seguito le vicende del gabinetto
negli ultimi vent'anni, il nome non suonerà affatto nuovo. Clini ha
avuto il ruolo di direttore generale del ministero dell'Ambiente fin dal
1990, e nel corso degli anni ha navigato nelle alterne fortune e nelle
varie vicende che hanno coinvolto il dicastero.
Già nell'89, ancor prima di iniziare la sua carriera dirigenziale, Clini assumeva un ruolo di rilievo nella vicenda dei rifiuti pericolosi
italiani sversati in Libano dalle aziende lombarde e quindi riportati
in Italia dalla nave Jolly Rosso. In quell'occasione fu il primo a
rassicurare gli italiani sull'innocuità dell'operazione, sostenendo che
bruciare due copertoni avrebbe causato maggior inquinamento.
Per anni si è occupato della vicenda di Acna di Cengio,
la zona nei pressi di Savona devastata dall'inquinamento causato da
un'attività industriale sfrenata, che venne bonificata a partire dai
primi anni Novanta e fu al centro di uno scandalo a causa dei rifiuti
magicamente spariti dall'area, di cui si persero le tracce.
Clini
è stato anche indagato, fra il 1996 e il '97 per via dell'inquinamento
prodotto da un inceneritore della società svizzera Thermoselect. Difeso
dall'avvocato Taormina, riuscì a far trasferire il processo dalla
procura di Verbania al Tribunale di Roma, dopo di che la sua posizione
fu archiviata.
Proprio la posizione sull'incenerimento dei
rifiuti è uno dei punti che convince meno nella figura del neo ministro
dell'ambiente. Ecco cosa sosteneva sulle campagne anti-inceneritori in
un'intervista
rilasciata al sito dell'Agi Energia: “Queste polemiche sulla mancanza
di sicurezza ambientale degli impianti di termovalorizzazione non hanno
alcun fondamento. È un pregiudizio, non è una contestazione di merito”. E
concludeva, sempre con riferimento agli inceneritori “In Campania ne servono, così come in Sicilia, in Puglia, nel Lazio, in Liguria: per essere chiari, dove non ci sono servono”.
Altro punto dolente riguarda il nucleare. Clini è il curatore del rapporto Verso la strategia nucleare dell'Italia,
datato settembre 2010. Vi si possono leggere affermazioni come le
seguenti: “tra le energie pulite il nucleare, insieme all’efficienza
energetica ed alle rinnovabili, ha un ruolo decisivo, perché è
disponibile, è efficace, è la tecnologia avanzata di riferimento per le
economie che si stanno muovendo con maggiore velocità verso la nuova green economy”;
oppure “il nucleare contribuisce in modo significativo alla sicurezza
energetica dell’Europa”; o infine “in questo contesto la ripresa del
nucleare in Italia […] può dare una scossa a tutta l’Europa”.
Clini ha suscitato scalpore anche per alcune affermazioni, contestate fortemente dal leader dei Verdi Angelo Bonelli.
“La scelta di Corrado Clini per il ministero dell'Ambiente è una scelta
che non convince. Non si può che essere perplessi e preoccupati se al
ministero dell'Ambiente è stato nominato chi ha dichiarato, da direttore
generale dello stesso ministero, che la lotta ai cambiamenti climatici
costa troppo e ha manifestato, in un convegno del 2010, la propria
avversità a rinnovare l’accordo internazionale di Kyoto oltre la
scadenza del 2012”.
Ma Clini è in buona compagnia. Il suo collega Corrado Passera,
neo ministro dello Sviluppo, dichiarava in un'intervista a Panorama: “i
termovalorizzatori vanno fatti. Basta con il falso ecologismo,
smettiamola con i pregiudizi ideologici, con il luddismo
antitecnologico, con la paura per tutto ciò che sa di scientifico. Ogni
provincia dovrebbe avere impianti di smaltimento suoi propri. In
Lombardia ce ne sono 15 e quello di Brescia è da tanti anni un modello
internazionale. È una vergogna intollerabile che la Campania non ne
abbia ancora di funzionanti e che l’emergenza sia istituzionalizzata da
14 anni!”. E sul Tav, sempre Passera aveva a dire: “Ma è possibile
impiegare decenni per fare un’autostrada o per completare la TAV o per
rinnovare le reti idriche?”
Ecco invece cosa pensa il vice di Monti, il nuovo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà,
sui referendum per la ripubblicizzazione del servizio idrico: “il
referendum sulla privatizzazione del servizio idrico ha portato via con
sé anche la liberalizzazione degli altri servizi pubblici locali,
l'unica riforma pro mercato della legislatura. Ciò non può interpretarsi
come una legittimazione del potere politico locale a occupare
definitivamente con le aziende municipalizzate tutte le aree economiche:
i principi di buon andamento ed efficacia dell'azione amministrativa
non sono stati messi in discussione”. Per concludere: “In caso di
inefficienze e sprechi la via obbligata resta il ricorso al mercato e
vigono ancora le norme del Trattato europeo sulle gare per la scelta del
miglior affidatario”.
Se tali sono le premesse e tali le
pedine schierate dal nuovo governo, si prospetta un inverno molto caldo.
Già oggi gli studenti sono scesi in piazza in tutta Italia per
manifestare assieme ai Cobas per il diritto allo studio. Non stentiamo a
credere che seguiranno altre giornate di rivolta della società civile.
Fonte.
Fortuna che sì doveva cambiare in meglio...
Sono sempre più convinto che nel giro di qualche mese l'esecutivo di Berlusconi sarà rimpianto tanto quanto il ben godi craxiano degli anni '80.
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