Partiamo dal principio che l'italiano è un frustrato. Lotta per
sopravvivere in ogni istante della sua giornata. Accumula, subisce,
inghiotte, tutto in silenzio. Non capisce (o capisce troppo bene) e si
adegua per ragioni di forza maggiore a una società matrigna. La scuola
dei figli, il mutuo, il posto di lavoro. Gli rimangono pochi traguardi e
come un cavallo rintronato trotta dietro alle carote della pensione, del tfr, dell'assistenza sanitaria, di un lavoro qualunque esso sia. Da tempo è un separato in casa
della democrazia. Al suo posto decidono i partiti, i mercati, le borse
con i quali non ha alcuna relazione. Swap, derivati, hegde fund, spread,
bund, cds sono parole di un nuovo vocabolario. Una neolingua
incomprensibile che gli fa paura, di alieni della finanza venuti a
distruggere il suo mondo. E' un cane di paglia che può
prendere fuoco in qualunque momento. L'italiano sente, con il suo
istinto arcaico e animalesco, che è in arrivo una tempesta nella quale
perderà quelle poche certezze che lo aiutavano a inghiottire rospi su
rospi. Senza pensione, senza casa, senza lavoro. Anche un topo di campo
se costretto in un angolo in mancanza di una via di fuga si rivolta e
morde.
Il vulcano spento sta per riaccendersi ed è
inevitabile. Che tipo di vulcano sarà? Dove si dirigeranno le sue colate
di lava? Sul sistema finanziario? Sui partiti? Su qualunque cosa
incontreranno? Bisogna porsi queste domande ora, prima che
l'esasperazione diventi normalità e coinvolgere i cittadini nelle
decisioni, dare degli esempi. Sperare che l'ordine pubblico possa essere
mantenuto con le forze dell'ordine è utopico. Il vulcano è
continuamente alimentato dalla mancanza di partecipazione
degli italiani a ogni decisione che li riguardi. I referendum sono
ignorati. Il finanziamento pubblico ai partiti e il nucleare (la prima
volta) cassati dalla volontà popolare sono stati reintrodotti, e ora si
ricomincia discutere della privatizzazione dell'acqua. Siamo in attesa
del responso oracolare di un signore che ha come spalla un banchiere che
ci dirà il 5 dicembre
che sacrifici fare. E' come la Lotteria di Capodanno all'incontrario.
Cosa c'entriamo noi in tutto questo? Qualcuno ci ha interpellato mentre i
governi bruciavano il nostro futuro indebitando la nazione? Qualcuno ci ha spiegato
perché a giugno eravamo fuori dalla crisi e adesso siamo in pre
default? E perché questi incapaci siedono ancora in Parlamento pagati
profumatamente? E perché i vitalizi parlamentari
saranno aboliti solo dalla prossima legislatura e non da questa? E
perché il cittadino non conta mai nulla? Il vulcano ribolle, ribolle...
Fonte.
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