Grecia. Pubblica elenco grandi evasori: arrestato giornalista
Il
deputato nazista che prese a cazzotti una collega comunista in diretta
tv i poliziotti greci non sono proprio riusciti a trovarlo, ma nel
caso del giornalista che ha reso pubblico un elenco di evasori fiscali
sono stati assai più efficienti.
E
così Kostas Vaxevanis è finito in manette poche ore dopo la
pubblicazione di un elenco di nomi di presunti evasori contenuti in una
lista di cittadini greci che possiedono dei conti correnti in Svizzera.
Ieri il cronista ha diffuso tramite la rivista 'Hot Doc' di cui è
direttore i 2059 nomi della lista trasmessa nel 2010 al governo ellenico
dall'allora ministro delle Finanze francese Christine Lagarde (oggi
odiata direttrice dell’FMI), documento la cui copia originale sarebbe -
secondo Atene - sparita. Il governo greco ha infatti "richiesto" alcuni
giorni fa alla Francia di inviare di nuovo il documento - ottenuto
nell'ambito dell'inchiesta sulle rivelazioni di un ex dipendente della
banca svizzera Hsbc - e attende una "risposta" da Parigi. In realtà la
polizia ellenica aveva ottenuto i dati già il 2 ottobre, ma il Ministero
delle Finanze di Atene li aveva chiesti di nuovo perché i dati erano
stati ottenuti illegalmente dalla fonte originale e dunque il loro
utilizzo sarebbe stato analogo allo spionaggio industriale. Poi però
l’indignazione popolare scatenata dalle melina del governo ha obbligato
il ministro Yannis Sturnaras a dimostrare di darsi da fare. Sturnaras -
che a suo dire aveva appreso dell'esistenza del file dai giornali (!) -
aveva dovuto lanciare una ricerca che ha visto coinvolti anche i
servizi segreti per rimettere le mani sul file incriminato, dopo che
anche la Corte Suprema aveva confermato che i dati provenivano "da un
rappresentante ufficiale di uno Stato per via diplomatica" e dunque
potevano essere usati senza problemi. La stampa ellenica non ha
risparmiato il veleno sulla classe dirigente, affermando che tutti nel
governo attuale e in quelli precedenti conoscevano benissimo le identità
degli evasori e che semplicemente hanno fatto di tutto per non
perseguirli. E non si parla di pochi spiccioli: lo stesso Ministero
delle Finanze a luglio aveva indicato come negli ultimi due anni oltre
16 miliardi di euro siano stati esportati legalmente fuori dal Paese, il
10% di questi in Svizzera.
Fatto
sta che questa mattina il direttore della rivista è stato arrestato per
‘violazione della privacy’. "Ha pubblicato una lista di nomi senza
permesso e ha violato la legge sulla privacy. Non c'e' prova che queste
persone hanno violato la legge" hanno spiegato i magistrati che hanno
deciso la detenzione, attirandosi le critiche dell’opinione pubblica e
del sindacato dei giornalisti ellenico.
In
un video e in alcuni messaggi pubblicati su Internet poco dopo il suo
rilascio nel pomeriggio – dovrà presentarsi domani davanti al giudice -
Vaxevanis ha difeso il suo operato: "Non ho fatto altro che quello che
ogni giornalista è obbligato a fare. Ho rivelato la verità che stavano
nascondendo. Invece di arrestare gli evasori, cercano di arrestare la
verità e la libertà di stampa".
Nella
lista di nomi di presunti evasori figurano tre ex Ministri, l’attuale
presidente del Parlamento, molti funzionari pubblici, diversi uomini
d'affari ellenici e giornalisti, nonché un importante consigliere
dell’attuale premier Antonis Samaras e lo stesso leader del partito di
governo Nea Dimokratia.
Hanno
osato criticare il Ministro degli Interni per aver annunciato una
querela contro il Guardian - reo di aver amplificato le denunce di
tortura inflitte da poliziotti a 15 antifascisti - mai presentata. La tv
pubblica greca li caccia.
Nuovo
caso di incredibile censura in Grecia. Questa volta a farne le spese
sono stati due giornalisti - Kostas Arvanitis e Marilena Katsimi –
sospesi in tronco dalla tv ellenica Ert/Net (Televisione Pubblica
Greca) per aver osato parlare durante la loro trasmissione delle accuse
rivolte alla Polizia da una quindicina di manifestanti antifascisti.
Che, in un’intervista al quotidiano britannico ‘The Guardian’, avevano
denunciato di essere stati torturati e minacciati all’interno di un commissariato di Atene
dopo essere stati arrestati mentre manifestavano contro le continue
aggressioni contro gli immigrati delle squadracce neonaziste di Chrisy
Avghi. Aver dato voce alle denunce dei torturati e aver conseguentemente
criticato l’operato del Ministro della Protezione del Cittadino (!)
Nikos Dendias è costato molto caro ai due conduttori del programma
“L’informazione della mattina” immediatamente rimossi dalla direzione
del canale tv pubblico. Una rappresaglia lampo quella contro i due
cronisti che hanno evidentemente toccato un nervo scoperto.
Scriveva
ieri pomeriggio Kostas Arvanitis sul suo blog: “Abbiamo appena appreso
che il direttore generale del settore informazione della ERT ha deciso
di rimuovere me e Marilena Katsimi dal programma con effetto
immediato”. L’appena nominato direttore della ERT, Aimilios Liatsos, non
ha avuto neanche il fegato di annunciare direttamente ai due
giornalisti la rappresaglia nei loro confronti. Poi però in una
dichiarazione pubblica Liatsos ha accusato Arvanitis e Katsimi di aver
aver violato il Codice Etico dei giornalisti per giustificare la loro
sospensione.
Ma la verità, ormai
evidente a molti, è che al Ministro Dendias non è andato proprio giù
che i due abbiano informato i telespettatori che il suo dicastero ha
intenzione non di indagare sull’operato dei propri uomini, ma di citare
in giudizio nientemeno che il Guardian di Londra, ‘colpevole’ di aver
amplificato le denunce dei giovani antifascisti torturati e per ‘aver
diffamato la democrazia ellenica’. Citazione in giudizio che però, a
molte settimane dalla pubblicazione del reportage da parte del giornale
britannico, non è ancora avvenuta. Forse perché – hanno azzardato i
due cronisti – gli esami condotti sui corpi degli arrestati da alcuni
medici “mostrano davvero i crimini commessi dai poliziotti contro di
loro”. Eppure, hanno continuato i due “il signor Dendias non ha alcuna
intenzione di dimettersi”.
L'ultimo
caso di censura, che ha già scatenato un coro di accuse e polemiche nei
confronti della gestione autoritaria e di parte del servizio pubblico,
è arrivato solo un giorno dopo l'arresto del giornalista Kostas Vaxevanis,
colpevole di aver pubblicato sulla sua rivista “Hot Doc” un elenco di
2059 possibili grandi evasori mai perseguiti dalle autorità di Atene.
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