In piena estate dove una località turistica dovrebbe presentarsi al massimo della sua forma, dove la crisi economica spinge a vedere l'economia turistica come un salvagente grazie al quale riprendere un pò di ossigeno, dal sistema fognario gestito da ASA è uscita una ingente quantità di liquami che ha interessato la zona costiera, in maniera prioritaria la parte compresa tra il Bagno Lo Scoglietto e il Bagno Trieste. E' seguita l'ordinanza del Sindaco affinché venisse interdetta la zona alla balneazione.
Certi eventi si tende a trattarli come fatto di cronaca e a rimuoverli immediatamente. Invece sarebbe opportuno dare qualche dettaglio in più visto che il danno provocato da una rottura del genere è come tirare una bomba sulle vacanze magari limitate di molte famiglie che potrebbero anche decidere di non tornare mai più a Rosignano. E non solo ripercussioni in chiave economica ma anche in relazione ai residenti le cui abitudini li portano a frequentare gli stessi tratti di costa da anni, i quali un bel mattino inconsapevolmente si apprestano a fare un bell'ingresso di testa nel "bottino". Grazie Asa, buongiorno!
Incredibile è quanto uscito informalmente come tentativo di spiegare le cause: un danno probabilmente causato dai fulmini della mattina del 14 luglio durante il fortissimo temporale che ha percorso la costa per chilometri. Incredibile perché questa persecuzione di Asa per mano dei fulmini è ricorrente. Anche nell'inverno a Livorno ci fu la "settimana dry" di cui il ricordo è ancora nitido. Ci fu una rottura della tubazione lungo il canale dei Navicelli spiegata molto meglio dai rappresentanti politici pisani rispetto alle bugie di Nista - Kutufà - Cosimi che non fu rilevata con tempestività in quanto il rilevatore dei danni fu bruciato da un fulmine poco prima.
A Rosignano si è rinnovata la battaglia tra Asa e i fulmini nonostante la realtà, quella vera ossia quella gestionale e della capacità delle ditte esterne che fanno interventi per conto di Asa sia veramente peggio dei fulmini. Vorremmo che si prendesse coscienza di questo. Asa che taglia l'acqua a chi non paga dovrebbe iniziare a pagare lei quando sversa liquame in mare facendo danni difficilmente quantificabili ma certi. A questo punto con tutta la consapevolezza della difficoltà di gestione di un'intera rete idrica e fognaria bisogna passare dallo scherzo dei fulmini a trattare la cosa seriamente.
Perché in Asa non si leva tutto il liquame politico e si ha il coraggio di dare il comando della gestione alle persone di esperienza sia tecnica che amministrativa che da tempo lavorano in Asa? E si da modo di ristrutturare il personale depurandolo da tutti quegli ingressi in esubero giustificati solo da necessità di posizionare gente del Pd-DC. Purtroppo questo passaggio è impossibile, sarebbe forse quello del buon senso, chi non ha voglia a casa, c'è da lavorare per la gente e per tirare fuori la testa dalla melma di questa crisi. Ci sarebbe anche da pensare qualcosa di nuovo, di innovativo, da mettere in atto ed esportare. Le aziende che lavorano in settori dove la funzione pubblica è prioritaria non è detto che non possano innovare, anzi la loro specializzazione può arrivare ad ottimi livelli ed esportare nuove tecniche. Sono state le pratiche politiche clientelari che hanno appannato il significato e la funzione dell'azienda pubblica di servizi. Hanno frustrato le capacità di innovare dei più bravi che da sempre esistono e che potrebbero condividere insegnando. Per questo Asa come tante altre sue simili in Italia sarà destinata a dare colpa ai fulmini a oltranza.
Potrebbe essere un punto da cui ripartire e chiudere per sempre lo schifo del rapporto tra individuo e partito locale di governo. Se la comunità prendesse consapevolezza della quantità di rifiuti in cui è immersa e ne sostenesse la necessità di porre rimedio sarebbe già in atto una nuova economia in cui trovare lavoro e specializzarlo.
per Senza Soste, Jack RR
30 luglio 2013
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