23/10/2014
Terrore dal Canada: il jihadista di casa colpisce ovunque
Caos sicurezza e incertezza su quanto accaduto a Ottawa, in Canada. Due i morti: l’attentatore, un cittadino canadese, Michael Zehaf-Bibeau, 32 anni, convertito all’Islam, che spara ed uccide un militare, l’italo-canadese Nathan Cirillo, 24 anni, prima di essere ucciso dalla polizia. Poi è caos.
Un ‘lupo solitario’ o una cellula kamikaze è stato l’incubo durato una notte. Caos e incertezza sino a stamane ad Ottawa, in Canada. Per fortuna era un estremista solitario. Michael Zehaf-Bibeau il suo nome, 32 anni, un cittadino canadese convertito all’Islam, che davanti al War Memorial, ha sparato ed ucciso il soldato di guardia, l’italo canadese Nathan Cirillo, 24 anni. Poi, entrato nella sede del Parlamento federale armato di fucile è stato ucciso a sua volta. A colpire, a cose fatte, il caos creato da un semplice pazzo in una situazione di potenziale pericolo che riguarda ormai il mondo.
E si avvera dall’altra parte dell’oceano la minaccia denunciata dall’intelligence americana per l’Europa. L’infiltrazione o la paura della stessa. Secondo fonti della Cia i miliziani dello Stato Islamico stavano pianificando dei percorsi dai territorio dello Stato Islamico per raggiungere l’Europa e colpire con attentati o a sostegno di jihadisti cresciuti in casa. Esattamente come si teme ancora possa essere accaduto in Canada. L’ipotesi di cittadini occidentali che dopo essersi addestrati e aver combattuto in Siria o in Libia tornino a compiere o a sostenere attentati terroristici.
Secondo i servizi americani, citati dal magazine tedesco Bild am sonntag, queste le modalità programmate per l’infiltrazione del jihadista ‘di ritorno’. Attraversato il confine con la Turchia i miliziani si muoverebbero in gruppi di quattro persone, proseguendo il viaggio verso l’Europa con documenti falsi ed evitando gli aeroporti per sfuggire ai controlli. Uno scenario più credibile rispetto alla possibilità di un arrivo di jihadisti sulle coste europee sui barconi che attraversano il Mediterraneo partendo dal Nord Africa. Più sicura l’antica rotta balcanica della droga.
Muoversi nella penisola balcanica può rivelarsi relativamente più semplice. Qui la necessità di contare sul sostegno logistico ed economico di cellule jihadiste dormienti, gruppi estremisti presenti in molti di questi Paesi: dall’Albania alla Serbia, passando per Kosovo, Macedonia, Bosnia-Herzegovina e Croazia. Le rivelazioni del settimanale tedesco Bild am sonntag sono state in parte confermate direttamente dal governo tedesco. Un funzionario del ministero dell’Interno ha dichiarato al giornale che la Germania rischia di cadere vittima del “fuoco del terrorismo jihadista”.
Certo è che la Germania - ma in misura minore la stessa Italia - in questi anni ha rappresentato un serbatoio di nuove leve per le milizie jihadiste. Secondo l’intelligence tedesca almeno in 450 sarebbero partiti da qui per unirsi al fronte jihadista in Siria, e di questi circa 150 avrebbero poi fatto ritorno a casa e sarebbero pronti ad agire. Per l’Italia sappiamo di circa 50 combattenti presenti tra Siria e Iraq, sappiamo di alcuni di loro morti sul campo, ma ci mancano notizie di ritorni non per ripensamenti ideologici o di condizione di vita, ma finalizzati a colpire in casa. Lupi solitari.
Fonte
Scommessa: entro breve salterà fuori un "patriot act" anche per la UE con tutte le nefaste conseguenze a livello di comrpessione dei diritti democratici ed estensione della sorveglianza che si videro all'indomani dell'11 settembre 2001. Del resto già in Italia siamo dei discreti professionisti degli "stati di eccezzione" che poi diventano la norma.
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