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03/10/2014

Turchia alla guerra con 10 mila soldati contro IS e Assad


Il Parlamento di Ankara schiera diecimila soldati al confine con la Siria. Dietro l’iniziativa non c’è solo la preoccupazione per l’avanzata dello Stato Islamico o la volontà di allinearsi con gli alleati Nato ma il tentativo di rilanciare la politica anti Assad portata avanti negli ultimi 2 anni.

Con 298 voti a favore e 98 contrari il Parlamento di Ankara autorizza le truppe turche a condurre operazioni di terra, in Iraq e Siria, contro lo Stato Islamico e il regime di Bashar Assad aprendo un nuovo capitolo del conflitto in corso in Medio Oriente. Finora la coalizione guidata dagli Stati Uniti contro Isis ha condotto solo raid aerei e gli alleati arabi di Washington avevano avallato l’operazione anti-terrorismo senza sbilanciarsi sulle operazioni di terra. Il Segretario di Stato Kerry aveva parlato di «contatti in corso con i partner» sull’offensiva di terra ma è Ankara che compie la prima mossa.

La legge assomiglia a un piano di operazioni. Il governo ha per 1 anno «l’autorizzazione a compiere interventi contro gruppi terroristi in Siria ed Iraq al fine di creare zone sicure per i profughi dentro la Siria e proteggerle con delle no fly zone, oltre a poter addestrare e fornire logistica e armamenti all’Esercito di liberazione siriano» ovvero i ribelli filo-occidentali. Il testo prevede la possibilità di «far transitare sul territorio turco forze militari straniere». Via libera agli Stati Uniti di sfruttare le basi Nato e ai guerriglieri curdi del Pkk di passare la frontiera per sostenere i reparti di peshmerga.

Sebbene il ministro della Difesa Yilmez, affermi che «non siamo tenuti a prendere iniziative immediate» la Turchia diventa da subito il Paese della coalizione anti-Isis con più carte tattiche da giocare: può assumere la leadership delle operazioni di terra, liberare zone lungo il confine e coordinare l’afflusso di contingenti curdi verso la città di Kobani, assediata dai miliziani di Isis che sembrano sul punto di prevalere. E può anche attaccare le forze di Assad - ecco il punto - definite da Yilmaz «la vera origine di Isis a causa dei massacri di civili compiuti sin dall’inizio della guerra civile».

La presidenza Erdogan marca il terreno. Ankara che da almeno 2 anni appoggia i ribelli anti Assad, ha garantito aiuti e libero transito sui propri territori ai volontari jihadisti in arrivo dal mondo, oggi rilancia. Il progetto strategico è rivelato dal quotidiano Hurriyet. «Buffer zone», detta all’americana, o meglio, zona cuscinetto tra Turchia e Isis in Iraq e Siria, ma in casa loro, in territorio in gran parte abitato da curdi sia in Iraq, sia in Siria. Secondo Hurriyet Ankara sarebbe «pronta a procedere anche senza l’aiuto di militari stranieri» alla creazione delle zone cuscinetto. Guerra nella guerra.

Fonte

Dio santo, questi stronzi che siedono sulle poltrone dei governi di mezzo mondo ci stanno trascinando in un nuovo decennio di guerra totale, questa volta col rischio di fare molti più danni di quelli che abbiamo già seminato in giro dall'11 settembre 2001 in avanti.

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