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22/09/2015

I prossimi siete voi

Non è inutile tornare sulla questione dell’assemblea al Colosseo, anzi. Anche perché voci autorevoli si sono levate contro i lavoratori. Ora, il fatto è che autorevole, in Italia, è diventato sinonimo di risibile. Prendiamo i titoli del Corriere della Sera di oggi, che rilancia un proclama del governo: il Colosseo diventerà come gli ospedali. La battuta è talmente telefonata che ci arrivano anche Staino e Giannelli, se si applicano, per dire. E che dire della Sottosegretaria di Stato ai beni culturali e al turismo (MiBACT), Francesca Barracciu, che twitta che l’assemblea sindacale al Colosseo è (testuale eh) 1 reato? E poi precisa, dall’alto del suo ruolo nel Governo italiano, che intendeva reato in senso lato? La sottosegretaria è nota alle cronache, (tralascio quelle giudiziarie) per un gustoso episodio che potete leggere qui: in sostanza, durante un convegno, ha confuso Salvatore Satta e Sebastiano Satta. La colpa, va detto, se l’è presa il suo addetto stampa (bella scelta, sottosegretaria, lei sì che sa quali menti assumere), perché, ebbe a dichiarare la Barracciu: Non ho potuto scrivere io l’intervento per i saluti perché impegnata in questi giorni a Lisbona. Probabilmente, aggiungo io, impegnata a capire la differenza tra baccalà e stoccafisso. Certo che richiama alla mente quella scena di Sua eccellenza si fermò a mangiare nella quale un ministro fascista (il compianto Raimondo Vianello) inaugura una lapide intitolata all’eroe Gino Petazzoni, senza ovviamente avere la più pallida idea di chi sia, questo Gino Petazzoni, anzi confondendolo con tale Maria Pocchiola (qui il link, dall’ 1:04). Ma è ovvio che non si possa pretendere che un sottosegretario alle politiche culturali abbia competenze di questo tipo: sarebbe 1 ingiustizia.

Ed è ovviamente ridicolo il governo, che invece di pagare il dovuto ai lavoratori si mette a pepetiare sull’immagine pubblica da offrire ai turisti: bei turisti di merda che ci portiamo in casa, se si adontano per un Colosseo chiuso e non perché i lavoratori che dovrebbero tenerlo aperto avanzano un anno e mezzo di straordinari non pagati. Senza contare il fatto che io, se fossi un turista e vedessi scritto bello grande che, per restaurare il Colosseo ci sono voluti i soldi di un privato, perché il governo se lo è fatto passare per il cazzo, di prendersi cura di uno dei suoi monumenti più famosi, penserei che il governo italiano ha fatto una enorme figura di merda. E senza contare il ridicolo, sempre del governo, che invece di mettersi in regola con i pagamenti, come dovrebbe fare non dico ogni governo, ma come fa ogni singolo giorno ogni persona decente di questo paese, si mette a strillare e ad accusare i suoi creditori di indegnità esattamente come quel ridicolissimo personaggio di Alberto Sordi.

Eppure vi dirò, che questo copione è scontato.

Quelli che non capisco, francamente, sono i giornalisti. Ma veramente credete che, fiancheggiando questi inadempienti incompetenti del governo, ci guadagnerete qualcosa? Certo, le grandi firme si salveranno, se non altro per i loro conti in banca, ma voi altri? Quelli normali, quelli a stipendio? Voi che aggredite con violenza i lavoratori, che impapocchiate, che mistificate, come direbbe De Crescenzo: vi siete fatti bene i conti? Vi conviene? A parte l’intrinseca indegnità umana di concetti tipo c’è gente che il lavoro di quelli del Colosseo lo farebbe a un terzo del prezzo, lo sapete, sì, che i prossimi siete voi?

Dice e lo sappiamo sì, ma dobbiamo pur sbarcare il lunario, anche se prima o poi toccherà a noi. Appunto, dico io. Non è questo un buon motivo per mettersi, una volta tanto, dalla parte della ragione?

Dobbiamo morire tutti, prima o poi: perché, dunque, aspettare la morte con i calzoni pieni di merda e una bugia in bocca?

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