Con il voto sulla riforma costituzionale, la “sinistra” Pd si è definitivamente arresa a Renzi. Poco importa che il fiorentino abbia concesso qualcosa (peraltro irrilevante ai fini dei nuovi equilibri istituzionali), anche se avesse concesso la piena elettività di tutto il nuovo Senato, non cambierebbe nulla dal punto di vista politico perché quello che conta è che:
a) Renzi ha dimostrato di aver avuto la forza di fare la più radicale riforma costituzionale dal 1948 in poi e che si tratti di una riforma peggiorativa non ha peso.
b) Renzi ha piegato la minoranza del suo partito.
c) La minoranza ha perso l’ultima occasione per dimostrare di essere altro dal renzismo: se, dopo la riforma elettorale e il jobs act, ha votato anche la riforma della Costituzione, non ha senso che, d’ora in poi, minacci di votare contro qualsiasi altra cosa: in primo luogo perché non le crederebbe più nessuno, in secondo perché, a questo punto, nessun elettore capirebbe un improvviso irrigidimento su qualsiasi altra cosa, dopo che si è ceduto sulla Costituzione. Vedrete che voteranno anche la legge antisciopero.
d) La “unconditional surrender” di questi giorni azzera anche ogni potere di contrattazione di Verdini, Sel, Ndc eccetera perché ormai è chiaro che Renzi avrebbe comunque la maggioranza e quindi, ormai, siamo in pieno “regime”;
e) Questo lo hanno capito tutti nel gregge della minoranza Pd e, d’ora in poi, sarà una corsa a chi si vende prima al padrone del Pd il quale, per parte sua, alla prima occasione, massacrerà questo branco di incapaci per riempire le liste di suoi giannizzeri. E se farà fuori anche Bersani e Cuperlo, ci farà un segnalato piacere e gliene saremo grati.
Dunque, questa è la definitiva scomparsa della “sinistra” Pd e, con essa, anche di quel che resta del vecchio Pci. Ed in qualche modo è giusto che sia così: la disciplina da caserma in cui sono stati allevati i militanti del Pci, per cui “Il partito ha sempre ragione”, “meglio avere torto con il partito che ragione da soli”, “tutto è preferibile all’aborrita scissione” e via belando, ha come suo esito il fatto che quel che resta dei vecchi militanti del Pci devono adattarsi all’idea di finire i loro giorni in un partito fascistoide e paramassonico: “uniquisque suum”. E si preparino anche a fare i crumiri in caso di scioperi non autorizzati: non gli costerà molto, tanto sono abituati a tutto.
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