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21/09/2015

Golpe in Burkina Faso: i mediatori africani confidano in sviluppi positivi

Mentre è ulteriormente cresciuto il numero di vittime tra i dimostranti – almeno 10 morti e più di 100 feriti – i militari golpisti del Burkina Faso parlano di ritorno sui binari “civili”: annunciano il prossimo ristabilimento del Governo di transizione, deposto mercoledì scorso, e la direzione del paese da parte dei civili.

Lo scrive “Aljazeera”, sulla base di dichiarazioni del presidente del Benin Boni Yayi, che venerdì scorso si era precipitato in Burkina Faso, insieme al suo omologo senegalese Macky Sall, per tentare una mediazione. Secondo queste informazioni, i colloqui condotti dai presidenti beninese e senegalese con il generale Gilbert Diendéré, per trent'anni braccio destro di Blaise Compaoré e capo del Reggimento di sicurezza presidenziale e ora uomo forte del cosiddetto Consiglio nazionale per la democrazia, starebbero per dare qualche risultato. Per la verità, pare ci sia qualche discordanza sulle dichiarazioni; “Aljazeera” sembra attribuire a Diendéré un perentorio “Ci apprestiamo a tornare al periodo di transizione guidato da un civile: Michel Kafando”.

Secondo “Jeune Afrique”, invece, Boni Yayi ha detto che ulteriori “positive novità” verrebbero annunciate nel corso dei colloqui che proseguono oggi, aggiungendo che Diendéré si è mostrato “ben disposto”, ha “senso di responsabilità” e si “è mostrato sorridente e rassicurante”, ma, circa la presenza dello spodestato Michel Kafando a capo del “governo di transizione", Diendéré si sarebbe mostrato alquanto “fumoso e contraddittorio”.

Tale discordanza di sottolineature, sembra dovuta al fatto che alcuni dei mediatori presenti a Ouagadougou insieme a Boni Yayi e Macky Sall, hanno avvertito una “buona disposizione” di Diendéré in questo senso; ma niente di più. Infatti, sempre secondo “Jeune Afrique”, se il ritorno di Kafando alla carica presidenziale è richiesta dai leader dell'ex opposizione e della società civile, questa soluzione non soddisfa i quadri del Congresso per la Democrazia e il Progresso (CDP), il partito di Compaoré: "Kafando è irresponsabile. E' fuori questione che torni”, dicono questi. Altri interrogativi riguardano poi la sorte del deposto primo ministro, Isaac Zinda, tuttora agli arresti: i mediatori africani hanno detto chiaramente ai militari golpisti che la minima minaccia alla sua integrità fisica avrebbe gravi conseguenze diplomatiche.

“Jeune Afrique” scrive anche che sembra prospettarsi un rinvio di circa un mese per le elezioni che, fino al golpe di mercoledì scorso, erano fissate per il prossimo 11 ottobre. Ciò potrebbe essere dovuto principalmente alle trattative sul reintegro o la sostituzione di tutti quei candidati che le autorità di transizione avevano escluso – fondamentalmente perché legati in qualche modo a Compaoré – dalle liste elettorali: si riferivano a questo i militari di Diendéré, affermando di voler garantire, per mezzo di un colpo di stato, “elezioni inclusive”.

Intanto, se fino a venerdì rimaneva incerta la posizione dell'esercito e nessuna conferma ufficiale era venuta alle voci su una presunta presa di posizione da parte del Capo di Stato maggiore dell'esercito, generale Zagré, a fianco dei resistenti, ieri Zagré ha condannato ufficialmente “gli atti di violenza contro la popolazione” compiuti dai golpisti.

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