Malgrado l’uranio che illumina la Francia, nel Niger l’energia scarseggia. Nel Niger si produce e si svende l’uranio ma soprattutto si esportano frontiere. Arrivare di notte con l’aereo è un’emozione. Il buio fitto che accompagna la discesa verso la capitale Niamey si illumina d’immenso. Sono le luci dell’aeroporto e quelle, sporadiche, lungo la strada che porta al centro. Nell’insieme i riflessi sono a macchia di leopardo e tutto dipende dalla compagnia di distribuzione di elettricità. Nella stagione calda la musica più diffusa in città è quella prodotta dai gruppi elettrogeni. A fatica si cerca di palliare alle croniche insufficienze di produzione. Cresce la capitale e aumentano i consumi di energia poco rinnovabile. La stabilità è assicurata dalle fatture, l’unica cosa puntuale del paese.
Diallo, originario della Guinea, torna a casa dopo pochi mesi passati in Algeria. Più che sufficienti per scoraggiare un’ulteriore permanenza in clandestinità. I soliti cantieri edili, con proprietari siriani, algerini oppure cinesi. La costante comune è la fatica, lo sfruttamento e le paghe da sopravvivenza proletaria da fine ‘800 in Inghilterra. La rivoluzione industriale non è finita per nulla. Solo cambiano i nomi, i luoghi e le modalità. Diallo torna perché vuole riprendere la scuola, abbandonata per mancanza di soldi. La sua famiglia è divisa e lui vive col padre perché sua madre ha un altro marito. Ma è solo lei a chiamarlo ogni giorno e a supplicarlo di tornare indietro prima che sia troppo tardi. Suo padre, invece, era d’accordo con la partenza, così sostiene Diallo.
Torna assieme all’amico Aboubacar, originario dello stesso villaggio di Guinea. Si consolano a vicenda della disfatta e solo sperano d'arrivare in fretta al paese per tornare alla vita di sempre. Non pensavano alle frontiere del Niger. Sono merce esportabile, a livello locale e internazionale. Preziose specie se non tracciate da nessuno e comunque fonte di reddito per molti. Aboubacar aveva portato alcune bottiglie di profumo e tre vestiti completi per le sorelle. Una di loro si vuole sposare e Aboubacar si sente quasi capo famiglia, classe ’93 che precede di un anno Diallo, nato nel ’94. Alla frontiera gli portano via tutto, compresi 30 mila franchi. Gli spiace per i profumi e rimpiange i completi da regalare alle sorelle. Quella che si sposa dovrà rimediare in fretta, contava su di lui.
Diallo aveva nascosto i soldi per il resto del viaggio nella borsa. La prima perquisizione non aveva dato i risultati sperati. La fase successiva è stata molto semplice. Diallo è stato condotto in una stanza a parte, invitato a spogliarsi e a rivelare il luogo del nascondiglio dei soldi. Alla sua ripetuta resistenza il poliziotto ha risposto con l’uso di scariche elettriche sul suo corpo. Un sistema relativamente nuovo e, a quanto sembra, efficace. Le formazioni della polizia di frontiera e i mezzi messi a disposizione per controllare le frontiere cominciano a funzionare davvero. Diallo ha ceduto alla tortura e ha rivelato il nascondiglio segreto della borsa. Anche a lui hanno preso 30 mila franchi e, assieme, la dignità. Le frontiere del Niger sono di colpo provviste di energia elettrica, ‘a gratis’.
Poi c’è il golpe, ormai superato, nel vicino Burkina Faso e persino la partenza per il paese è bloccata alla stazione. Oggi è la festa della Tabaski, rimpianta da migliaia di capri che vorrebbero non essere mai nati. E, una volta di più, manca la corrente in città, ma non alle frontiere del Niger.
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