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12/09/2015

Un mondo di bufale

Internet significa opportunità ma anche insidie: un’analisi sullo stato dell’informazione ai tempi dei social network ed una carrellata sul fenomeno delle bufale, che spesso arriva addirittura ad essere un vero e proprio business.

Nella società dell’informazione la merce più preziosa è proprio la “conoscenza”, che deriva dallo scambio di saperi e nozioni che viaggiano attraverso la rete.
 
La rivoluzione di internet. Secondo alcune teorie internet contiene in sé i germi della democrazia in quanto si tratta di una rete non gerarchica che scambia informazioni in modo non tradizionale, l’informazione non è mediata o filtrata da strutture di potere, è libera di circolare in rete a bassissimo costo, senza censure, con lo schema di comunicazione orizzontale uno ad uno, uno a molti, molti a molti. Molto diverso dal rapporto verticale e gerarchico che c'è tra il media tradizionale (tv, radio, giornali) in cui la notizia viene calata dall'alto da strutture industriali ben organizzate e finanziate dai poteri economici e finanziari (vi ricordate le famose sacche di sangue infetto da tirare ai poliziotti preparate dai manifestanti del G8?). Pur contenendo alcune verità, questa visione neutra e pura di internet ci pare parecchio ottimistica. Anche perché, contestualmente allo sviluppo della società dell’informazione, si è andata diffondendo una forma di controllo sociale e di sorveglianza sempre più capillare e invasiva su gran parte della popolazione, in particolare con l'avvento dei social network (rimandiamo a questa parte di analisi la recensione che pubblichiamo a pagina 7 di questo numero). Queste visioni analizzano da diversi punti di vista la forza e la debolezza della rete nella società della connessione H24, caratterizzata da flusso continuo, quasi un’overdose, di informazione e dalla continua interazione e pubblicità della propria esistenza. La rete tuttavia non è né buona né cattiva ma è uno strumento che ha trasformato i rapporti sociali e il sistema dell'informazione. Se in certi contesti ha dato l'opportunità a gruppi e rivolte di rompere l'isolamento politico internazionale e la censura, in altri ha permesso a persone senza scrupoli di umiliare altre persone nell'intimità, oppure ha contribuito a diffondere false informazioni. Niente che non fosse accaduto anche prima, ma come detto, avendo internet mutato radicalmente i rapporti sociali e il sistema dell'informazione, ci troviamo di fronte a fenomeni diversi nella forma e nella portata.

Satira e bufale. In questo articolo vorremmo fare il punto su un fenomeno che ogni giorno cresce sempre di più: le bufale, vale a dire quelle notizie false che vengono fatte girare in rete per vari scopi. Anche in questo caso non c'è niente di nuovo rispetto al fatto che le false notizie esistessero anche in passato, ma mentre prima era frutto di una strategia che veniva dall'alto, dai media classici a cui uno poteva credere o meno in base alle proprie convinzioni, capacità o saperi, oggi la notizia falsa ha la forma di un virus di cui tutti noi siamo potenziali trasportatori e diffusori, spesso con la convinzione di fare qualcosa per il bene dell'umanità mentre invece stiamo contribuendo ad una pandemia. Ogni giorno vediamo “amici” o conoscenti condividere sui propri social network notizie palesemente false e ci sorprendiamo di come uno abbia fatto a crederci. Purtroppo accade anche che non siano solo gli sprovveduti a cadere nella trappola, perché l'errore e la figuraccia sono sempre dietro l'angolo e possono capitare anche ai più attenti o preparati per due motivi: il primo è che ognuno di noi tende ad apprezzare ciò che vuol sentirsi dire ponendosi, quindi, in modo molto meno critico verso la notizia. La seconda è che è un vizio diffuso quello di condividere notizie senza cercare la fonte originale o controllare se la notizia è riportata anche su altre fonti di informazione.

Lercio. Proprio per questo, lo scorso 2 luglio abbiamo invitato a Livorno la redazione di lercio.it, un sito di satira nato da un gruppo di ragazzi che aveva lavorato con Daniele Luttazzi, per parlare dell'informazione ai tempi di Facebook. Loro rappresentano la parodia del giornalismo mainstream ed hanno il grande merito di cercare di screditare prima di tutto l’informazione tradizionale facendo ironia intorno a quei messaggi manipolati e a quei luoghi comuni che ogni giorno cercano di inculcare nella testa della gente. Ma il risultato migliore lo ottengono inducendo l’informazione di palazzo o i cosiddetti “vip” a gettare la maschera quando prendono per buone o condividono le loro notizie. Pur facendo satira, rappresentano la trappola sempre dietro l’angolo per chi vuole fabbricare notizie cercando storie preconfezionate da gettare in pasto ai lettori. Questo, infatti, è il giornalismo mainstream oggi: decidere a priori quale messaggio dare e cercare poi storie e notizie che sostengano quel messaggio. Se poi sono finte, manipolate o pretestuose, fa parte del mestiere. Ma se un giornalista agisce così, può darsi che prima o poi inciampi in un Lercio qualsiasi, perché come hanno dichiarato loro stessi: “C’è sempre meno differenza tra noi e certo giornalismo, cioè tra contraffazione satirica e realtà adulterata”.

Fascisti e siti bufala. Ma oltre che dai media tradizionali, bisogna guardarsi anche dai social media, cioè quei siti di informazione a basso costo che grazie alla rete e ai social network riescono a raggiungere moltissime persone: blog, pagine Facebook, ma anche siti simili al nostro che però come obiettivo non hanno quello di cercare di informare dal basso ma di diffondere odio e notizie false per scopi politici, oppure per attirare click e vendere pubblicità. Per smascherare le bufale sono nati molti siti e pagine Facebook ed una delle più famose è bufale.net. Lì si può trovare giorno per giorno tutte le notizie false che hanno avuto migliaia di condivisioni e decine di migliaia di letture. Le più in voga sono quelle riguardanti reati compiuti da immigrati, per poi passare a fantomatici rimborsi di multe e tasse o cifre del tutto casuali di tagli alle pensioni o stipendi dei politici, fino ad arrivare ad argomenti più soft come la fine della serie Beautiful. Nelle ultime settimane ha avuto migliaia di condivisioni la falsa notizia di un immigrato che ha stuprato una bambina di 7 anni ed il cui padre ha tagliato i genitali per poi farglieli ingoiare. Il sito che ha diffuso la bufala è senzacensura.eu. Non è certo un caso che l’oggetto più frequente delle notizie inventate siano gli immigrati che compiono reati. Il settimanale l’Espresso qualche mese fa ha fatto proprio un’inchiesta al riguardo rivelando che c’è una larga galassia di siti e pagine Facebook gestite da personaggi vicini per lo più al mondo fascio-leghista che diffondono bufale per finalità politiche. La notizia bufala più famosa del 2015 è dello scorso gennaio: Greta e Vanessa ai pm di Roma: sesso con i guerriglieri, ma non siamo state violentate. Pubblicata dal sito PioveGovernoLadro, è diventata celebre perché ritwittata dall’ex ministro Maurizio Gasparri e ripresa da Il Giornale. Sulle due cooperanti rapite in Siria poi sono state pubblicate foto false di vario tipo tra cui la più celebre è quella con una mitragliatrice in spalla che poi è stato scoperto essere una guerrigliera curda. È un sito vicino agli ambienti fascisti così come il più ingannevole Imola Oggi, gestito da un consigliere della Lega Nord vicino agli ambienti del fondamentalismo cattolico. Anche in questo caso al centro dell’attività quotidiana del sito, come ammesso dallo stesso gestore, una serie di notizie modificate e manipolate. Nella galassia dei siti bufala xenofobi e omofobi non poteva mancare Catena Umana di Vincenzo Todaro, ex imprenditore edile di Parma che dopo aver visto fallire la propria impresa per la crisi, ha iniziato un’azione quotidiana di informazione basata sull’attacco a immigrati e omosessuali. Sulla stessa lunghezza d’onda Tutti i crimini degli immigrati, voxnews.info e Il Primato Nazionale, espressione di CasaPound. Si passa da titoli come “Effetto Machete: immigrati viaggiano gratis su treni” a “Alfano: non si possono affondare i barconi perché si inquina il mare”. 

La politica nella rete. Poi c’è tutto il mondo legato al Movimento 5 Stelle e Casaleggio che però merita un discorso a parte. Se ad esempio il sito che smaschera le bufale, cioè bufale.net, è considerato “parziale” per essere legato al mondo 5 Stelle, allo stesso tempo spesso vengono accusati i siti della galassia Casaleggio come Tze Tze, La Cosa e La Fucina di produrre notizie manipolate e di fare un tipo di giornalismo pieno di trucchi e inganni. È una linea più sottile rispetto ai casi illustrati prima, ma in ogni caso consigliamo sempre una verifica delle fonti delle notizie. Naturalmente il mondo politico legato ai poteri forti, vale a dire l’area che va dal Pd a Forza Italia fino all’Udc, non ha bisogno di siti pilota e fabbricazione di bufale artigianali. Loro rappresentano un livello politico per cui la manipolazione e la falsità si produce in modo professionale e industriale con un grande apparato fatto di tv via cavo e satellitari, radio, web tv e siti internet cosiddetti mainstream.

Pericolo business. Ma la cosa più pericolosa è che le bufale stanno diventando un business legato alla vendita di pubblicità in base agli ingressi nei siti e alle letture delle pagine. Un business sempre più in voga che permetterà di raffinare sempre di più le tecniche di raggiro e manipolazione. Noi possiamo solo consigliarvi di stare più attenti, di controllare le fonti e di partecipare sempre in prima persona alla vita reale (politica, culturale, sportiva) dei vostri territori. E possiamo affermare che nella società della conoscenza, l’informazione è un bene raro e prezioso quanto l’acqua e quindi dobbiamo essere i primi a conservarlo, condividerlo e praticarlo.

Pubblicato sul numero 106 dell'edizione cartacea di Senza Soste (luglio-agosto 2015)

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