Nella
società dell’informazione la merce più preziosa è proprio la
“conoscenza”, che deriva dallo scambio di saperi e nozioni che viaggiano
attraverso la rete.
La rivoluzione di internet.
Secondo alcune teorie internet contiene in sé i germi della democrazia
in quanto si tratta di una rete non gerarchica che scambia informazioni
in modo non tradizionale, l’informazione non è mediata o filtrata da
strutture di potere, è libera di circolare in rete a bassissimo costo,
senza censure, con lo schema di comunicazione orizzontale uno ad uno,
uno a molti, molti a molti. Molto diverso dal rapporto verticale e
gerarchico che c'è tra il media tradizionale (tv, radio, giornali) in
cui la notizia viene calata dall'alto da strutture industriali ben
organizzate e finanziate dai poteri economici e finanziari (vi ricordate
le famose sacche di sangue infetto da tirare ai poliziotti preparate
dai manifestanti del G8?). Pur contenendo alcune verità, questa visione
neutra e pura di internet ci pare parecchio ottimistica. Anche perché,
contestualmente allo sviluppo della società dell’informazione, si è
andata diffondendo una forma di controllo sociale e di sorveglianza
sempre più capillare e invasiva su gran parte della popolazione, in
particolare con l'avvento dei social network (rimandiamo a questa parte
di analisi la recensione che pubblichiamo a pagina 7 di questo numero).
Queste visioni analizzano da diversi punti di vista la forza e la
debolezza della rete nella società della connessione H24, caratterizzata
da flusso continuo, quasi un’overdose, di informazione e dalla continua
interazione e pubblicità della propria esistenza. La rete tuttavia non è
né buona né cattiva ma è uno strumento che ha trasformato i rapporti
sociali e il sistema dell'informazione. Se in certi contesti ha dato
l'opportunità a gruppi e rivolte di rompere l'isolamento politico
internazionale e la censura, in altri ha permesso a persone senza
scrupoli di umiliare altre persone nell'intimità, oppure ha contribuito a
diffondere false informazioni. Niente che non fosse accaduto anche
prima, ma come detto, avendo internet mutato radicalmente i rapporti
sociali e il sistema dell'informazione, ci troviamo di fronte a fenomeni
diversi nella forma e nella portata.
Satira e bufale.
In questo articolo vorremmo fare il punto su un fenomeno che ogni
giorno cresce sempre di più: le bufale, vale a dire quelle notizie false
che vengono fatte girare in rete per vari scopi. Anche in questo caso
non c'è niente di nuovo rispetto al fatto che le false notizie
esistessero anche in passato, ma mentre prima era frutto di una
strategia che veniva dall'alto, dai media classici a cui uno poteva
credere o meno in base alle proprie convinzioni, capacità o saperi, oggi
la notizia falsa ha la forma di un virus di cui tutti noi siamo
potenziali trasportatori e diffusori, spesso con la convinzione di fare
qualcosa per il bene dell'umanità mentre invece stiamo contribuendo ad
una pandemia. Ogni giorno vediamo “amici” o conoscenti condividere sui
propri social network notizie palesemente false e ci sorprendiamo di
come uno abbia fatto a crederci. Purtroppo accade anche che non siano
solo gli sprovveduti a cadere nella trappola, perché l'errore e la
figuraccia sono sempre dietro l'angolo e possono capitare anche ai più
attenti o preparati per due motivi: il primo è che ognuno di noi tende
ad apprezzare ciò che vuol sentirsi dire ponendosi, quindi, in modo
molto meno critico verso la notizia. La seconda è che è un vizio diffuso
quello di condividere notizie senza cercare la fonte originale o
controllare se la notizia è riportata anche su altre fonti di
informazione.
Lercio. Proprio
per questo, lo scorso 2 luglio abbiamo invitato a Livorno la redazione
di lercio.it, un sito di satira nato da un gruppo di ragazzi che aveva
lavorato con Daniele Luttazzi, per parlare dell'informazione ai tempi di
Facebook. Loro rappresentano la parodia del giornalismo mainstream ed
hanno il grande merito di cercare di screditare prima di tutto
l’informazione tradizionale facendo ironia intorno a quei messaggi
manipolati e a quei luoghi comuni che ogni giorno cercano di inculcare
nella testa della gente. Ma il risultato migliore lo ottengono inducendo
l’informazione di palazzo o i cosiddetti “vip” a gettare la maschera
quando prendono per buone o condividono le loro notizie. Pur facendo
satira, rappresentano la trappola sempre dietro l’angolo per chi vuole
fabbricare notizie cercando storie preconfezionate da gettare in pasto
ai lettori. Questo, infatti, è il giornalismo mainstream oggi: decidere a
priori quale messaggio dare e cercare poi storie e notizie che
sostengano quel messaggio. Se poi sono finte, manipolate o pretestuose,
fa parte del mestiere. Ma se un giornalista agisce così, può darsi che
prima o poi inciampi in un Lercio qualsiasi, perché come hanno
dichiarato loro stessi: “C’è sempre meno differenza tra noi e certo giornalismo, cioè tra contraffazione satirica e realtà adulterata”.
Fascisti e siti bufala.
Ma oltre che dai media tradizionali, bisogna guardarsi anche dai social
media, cioè quei siti di informazione a basso costo che grazie alla
rete e ai social network riescono a raggiungere moltissime persone:
blog, pagine Facebook, ma anche siti simili al nostro che però come
obiettivo non hanno quello di cercare di informare dal basso ma di
diffondere odio e notizie false per scopi politici, oppure per attirare
click e vendere pubblicità. Per smascherare le bufale sono nati molti
siti e pagine Facebook ed una delle più famose è bufale.net.
Lì si può trovare giorno per giorno tutte le notizie false che hanno
avuto migliaia di condivisioni e decine di migliaia di letture. Le più
in voga sono quelle riguardanti reati compiuti da immigrati, per poi
passare a fantomatici rimborsi di multe e tasse o cifre del tutto
casuali di tagli alle pensioni o stipendi dei politici, fino ad arrivare
ad argomenti più soft come la fine della serie Beautiful. Nelle ultime
settimane ha avuto migliaia di condivisioni la falsa notizia di un
immigrato che ha stuprato una bambina di 7 anni ed il cui padre ha
tagliato i genitali per poi farglieli ingoiare. Il sito che ha diffuso
la bufala è senzacensura.eu. Non è certo un caso che
l’oggetto più frequente delle notizie inventate siano gli immigrati che
compiono reati. Il settimanale l’Espresso qualche mese fa ha fatto
proprio un’inchiesta al riguardo rivelando che c’è una larga galassia di
siti e pagine Facebook gestite da personaggi vicini per lo più al mondo
fascio-leghista che diffondono bufale per finalità politiche. La
notizia bufala più famosa del 2015 è dello scorso gennaio: “Greta e Vanessa ai pm di Roma: sesso con i guerriglieri, ma non siamo state violentate. Pubblicata dal sito PioveGovernoLadro,
è diventata celebre perché ritwittata dall’ex ministro Maurizio
Gasparri e ripresa da Il Giornale. Sulle due cooperanti rapite in Siria
poi sono state pubblicate foto false di vario tipo tra cui la più
celebre è quella con una mitragliatrice in spalla che poi è stato
scoperto essere una guerrigliera curda. È un sito vicino agli ambienti
fascisti così come il più ingannevole Imola Oggi,
gestito da un consigliere della Lega Nord vicino agli ambienti del
fondamentalismo cattolico. Anche in questo caso al centro dell’attività
quotidiana del sito, come ammesso dallo stesso gestore, una serie di
notizie modificate e manipolate. Nella galassia dei siti bufala xenofobi
e omofobi non poteva mancare Catena Umana di Vincenzo
Todaro, ex imprenditore edile di Parma che dopo aver visto fallire la
propria impresa per la crisi, ha iniziato un’azione quotidiana di
informazione basata sull’attacco a immigrati e omosessuali. Sulla stessa
lunghezza d’onda Tutti i crimini degli immigrati, voxnews.info e Il Primato Nazionale, espressione di CasaPound. Si passa da titoli come “Effetto Machete: immigrati viaggiano gratis su treni” a “Alfano: non si possono affondare i barconi perché si inquina il mare”.
La politica nella rete.
Poi c’è tutto il mondo legato al Movimento 5 Stelle e Casaleggio che
però merita un discorso a parte. Se ad esempio il sito che smaschera le
bufale, cioè bufale.net, è considerato “parziale” per essere legato al
mondo 5 Stelle, allo stesso tempo spesso vengono accusati i siti della
galassia Casaleggio come Tze Tze, La Cosa e La Fucina
di produrre notizie manipolate e di fare un tipo di giornalismo pieno
di trucchi e inganni. È una linea più sottile rispetto ai casi
illustrati prima, ma in ogni caso consigliamo sempre una verifica delle
fonti delle notizie. Naturalmente il mondo politico legato ai poteri
forti, vale a dire l’area che va dal Pd a Forza Italia fino all’Udc, non
ha bisogno di siti pilota e fabbricazione di bufale artigianali. Loro
rappresentano un livello politico per cui la manipolazione e la falsità
si produce in modo professionale e industriale con un grande apparato
fatto di tv via cavo e satellitari, radio, web tv e siti internet
cosiddetti mainstream.
Pericolo business.
Ma la cosa più pericolosa è che le bufale stanno diventando un business
legato alla vendita di pubblicità in base agli ingressi nei siti e alle
letture delle pagine. Un business sempre più in voga che permetterà di
raffinare sempre di più le tecniche di raggiro e manipolazione. Noi
possiamo solo consigliarvi di stare più attenti, di controllare le fonti
e di partecipare sempre in prima persona alla vita reale (politica,
culturale, sportiva) dei vostri territori. E possiamo affermare che
nella società della conoscenza, l’informazione è un bene raro e prezioso
quanto l’acqua e quindi dobbiamo essere i primi a conservarlo,
condividerlo e praticarlo.
Pubblicato sul numero 106 dell'edizione cartacea di Senza Soste (luglio-agosto 2015)
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento