In un’intervista pubblicata ieri sul quotidiano “La Stampa”, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, afferma che la vittoria del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo avrebbe effetti benefici sui compiti affidati all’Istituto di previdenza, sia nelle politiche di contrasto alla povertà che nella gestione dell’invalidità civile, a seguito del maggiore ruolo che sarebbe così riconosciuto allo Stato centrale.
La cosa non è sfuggita alla USB, che attraverso Luigi Romagnoli, dell’Esecutivo nazionale di Pubblico Impiego, richiama il presidente dell’Inps ad un ruolo imparziale rispetto alla campagna referendaria: “Boeri fa un assist a Renzi perché spera si chiuda un occhio sul modo in cui vuole riorganizzazione l’Inps, trasformandolo in una monarchia. Ma non può per questo trascinare l’Istituto che presiede nella contesa referendaria”.
“L’art. 9 della Legge 28/2000 – sottolinea il dirigente USB – vieta a tutte le amministrazioni pubbliche di rilasciare dichiarazioni dalla data di convocazione dei comizi per non influenzare l’elettorato. Boeri la fa franca per pochi giorni, visto che l’indizione dei comizi è prevista per il 20 ottobre, ma la sua dichiarazione resta quantomeno inopportuna”.
“Il campione della trasparenza ne combina un’altra delle sue – conclude Romagnoli – e mentre i lavoratori pubblici vengono sanzionali se rilasciano dichiarazioni alla stampa inerenti la loro attività lavorativa, a Boeri, Renzi sembra disposto a perdonare questo ed altro”.
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