Per la seconda volta in pochi giorni molte decine di migliaia di donne polacche vestite di nero sono scese in strada nelle città polacche grandi e piccole per protestare contro il disegno di legge che limita ulteriormente il diritto all'aborto in un Paese che ha già una delle norme più restrittive d'Europa e del mondo. Coloro che hanno partecipato si sono astenute dal lavoro o rifiutate di fare le faccende domestiche o di andare a scuola, in una sorta di sciopero ispirato a quello delle donne realizzato in Islanda nel 1975. La protesta è stata ribattezzata "BlackMonday", cioè 'lunedì nero'. Da segnalare che l'amministrazione comunale di Czestochowa, nel sud della Polonia, ha concesso alle dipendenti di prendere il giorno libero.
Le manifestanti che hanno raccolto l'appello del comitato "Salviamo le donne" hanno sventolato bandiere e cartelli neri con su scritto "Stop ai fanatici al potere", "Abbiamo bisogno di cure mediche, non di quelle del Vaticano" e "Vogliamo medici, non polizia".
La prima marcia di protesta si è svolta sabato scorso, dopo che la scorsa settimana sono iniziati i lavori parlamentari sulla proposta di legge di iniziativa popolare depositata dal comitato "Stop all'aborto", animato da varie forze di destra e ultracattoliche e sostenuto dal governo, che prevede il ricorso all'interruzione di gravidanza solo in caso di rischio grave per la vita o la salute della madre.
La legge sull'aborto attualmente in vigore in Polonia prevede l'interruzione di gravidanza soltanto in tre casi: rischio per la vita o la salute della madre, esami prenatali che indicano una grave patologia irreversibile per il feto, gravidanza frutto di violenza o incesto. La nuova proposta prevede l'interruzione della gravidanza soltanto nel primo caso. Chi pratica l'aborto illegalmente rischia fino a cinque anni di prigione contro gli attuali due e anche la donna che decide di abortire è soggetta alla pena detentiva.
Il comitato che anima le proteste ha annunciato anche una raccolta di firme a sostegno di un'iniziativa legislativa europea che garantisca l'accesso a un'interruzione di gravidanza legale, all'educazione sessuale e alla contraccezione.
Il cosiddetto fronte pro-vita sta organizzando, dal canto suo, le controproteste e la Conferenza dei vescovi polacchi ha chiesto ai cattolici di pregare affinché scenda "la luce dello Spirito santo su tutti i polacchi che proteggono la vita umana dal concepimento alla morte naturale" (!). I cosiddetti attivisti "pro-vita" hanno scelto il colore bianco come simbolo della loro protesta.
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