di Michele Giorgio – Il Manifesto
Le dichiarazioni di Donald Trump a Israel Hayoum,
giornale megafono del premier Benyamin Netanyahu, sono apparse mentre i
media di mezzo mondo riferivano dell’ultima conferenza stampa da
presidente di Barack Obama. «Lo status quo è insostenibile e negativo
per Israele e i palestinesi», ha spiegato il presidente uscente parlando
di Medio oriente. Ha quindi aggiunto di aver fatto il possibile per
risolvere il conflitto israelo-palestinese ma Obama sa bene di aver
tradito le aspettative che aveva generato nel mondo arabo con il suo
celebre discorso del 2009 all’università del Cairo.
Ora Trump si prepara a prendere a picconate proprio lo status
quo che il presidente uscente ritiene «insostenibile». Ad esclusivo
vantaggio degli alleati israeliani. «Non ho dimenticato le mie
promesse su Gerusalemme», ha detto a Israel Hayoum il nuovo presidente
che alla cerimonia del suo insediamento alla Casa Bianca ha invitato
anche i leader del movimento dei coloni israeliani. Trump si è
riferito all’intenzione espressa in campagna elettorale di trasferire
l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, così da riconoscere
la città santa capitale di Israele. «Certo che mi ricordo
quello che ho detto su Gerusalemme, naturalmente non l’ho dimenticato.
Non sono una persona che non mantiene le promesse», ha assicurato.
Parole che indicano come non abbiamo avuto alcun effetto, almeno in
apparenza, gli ammonimenti a non compiere a Gerusalemme passi gravidi di
conseguenze che Trump ha ricevuto da più parti, dai leader palestinesi
alla Giordania, dall’Unione europea ai pacifisti americani ebrei. Trump
con ogni probabilità eviterà di annunciare subito il trasferimento
dell’ambasciata. Dovrebbe farlo a maggio, nell’imminenza delle
celebrazioni per il 50esimo anniversario della “riunificazione di
Gerusalemme”, ossia dell’imposizione della sovranità israeliana
sull’intera città in seguito all’occupazione del settore est
(palestinese) avvenuta durante la Guerra dei Sei Giorni.
Già nelle prossime settimane, il nuovo ambasciatore americano, David
Friedman, noto sostenitore della colonizzazione israeliana dei territori
palestinesi occupati, dovrebbe cominciare a lavorare a Gerusalemme, in
attesa del trasferimento ufficiale della sede dell’ambasciata.
Intanto una fedelissima di Trump, la governatrice della South
Carolina, Nicky Haley, nominata nuova ambasciatrice americana al Palazzo
di Vetro, comincia a bacchettare l’Onu su Israele. Nella sua audizione
per la conferma in Senato, ha affermato che «mai il fallimento delle
Nazioni Unite è stato più scandaloso che nei suoi pregiudizi verso il
nostro stretto alleato, Israele». Haley ha definito la recente
approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza della risoluzione 2334 –
che condanna la colonizzazione e altre politiche israeliane nei
territori palestinesi – «un calcio nello stomaco a tutti».
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