Il 28 settembre Nonunadimeno torna nelle piazze di tutta Italia per la giornata internazionale dell’aborto libero, sicuro e gratuito
Il diritto all’autodeterminazione è più che mai oggi messo in discussione nel nostro Paese, basti pensare che la scelta delle donne di rinunciare alla maternità è ostacolata da un sistema sanitario pubblico che conta il 70% dei medici obiettori.
In molte Regioni e in centinaia di strutture sanitarie pubbliche – per non parlare delle farmacie! – le donne non solo non sono libere di scegliere se, come e quando diventare madri ma il loro stesso diritto alla salute è messo seriamente in discussione da un inevitabile ritorno a pratiche clandestine.
D’altro canto le politiche repressive, volte a silenziare quel dissenso prodotto dagli inediti livelli di disuguaglianze sociali e materiali raggiunti, spianano la strada a quella cultura razzista e sessista da sempre figlia del patriarcato.
La violenza, in tutte le sue più becere espressioni entra in scena, ed anch’essa viene messa a profitto dai media mainstream, per nasconderne le determinanti e legittimare le politiche securitarie.
In Italia, questo modello di azione è più che mai palese e ne è prova l’escalation di violenza contro le donne durante l’estate aggravata da racconti mediatici volti a fomentare l’odio razziale.
E’ una guerra tra poveri quella che si vuole determinare e i corpi delle donne – native e migranti – divengono così il primo campo di battaglia, le prime soggettività da violare.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento