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18/09/2017

Crisi, Stato, Sovranità

Prendo spunto da una parte dell’ottimo editoriale di Dante Barontini che condivido.

Dopo la caduta dell’URSS, la rendita di posizione che permetteva all’Italia, durante la guerra fredda, di avere dei margini di indipendenza, almeno nel business e nelle zone di influenza (Libia, M.O., paesi del terzo mondo) è cessata di brutto. L’operazione ‘Mani Pulite’e lo stragismo mafioso dei primi anni ’90 sono state le clave usate dai poteri multinazionali per ‘normalizzare’. Clave utilizzate a livello strutturale (distruzione dei partiti di massa) e a livello ideologico (l’insopportabile e ipocrita narrazione sull’onestà).

Esiste un’ampia documentazione e pubblicistica dalla quale si può ricavare un dato sicuro: l’una e l’altra operazione avevano una regia ‘atlantica’.

Pomicino, un ras della Prima Repubblica non privo di intelligenza e di onestà intellettuale (ebbene: si può essere dei Pomicini ed essere intellettualmente onesti, così come si può essere integerrimi moralisti e intellettualmente osceni), parla in un suo libro, molto interessante, di ‘manina d’oltreoceano’.

Quale era il problema da risolvere, in Italia? Lo smantellamento dei grossi monopoli pubblici, anomalia italiana con una lunga storia, che parte con Mussolini e continua con Mattei e con il primo centrosinistra.

Operazione definitivamente conclusa, si può dire.

E sappiamo quale parte politica e quali personaggi l’hanno gestita.

In trenta anni di privatizzazioni, svendite, regali a ‘capitani coraggiosi’, controriforme spacciate per riforme, siamo alla situazione attuale.

Dante Barontini dice molto bene: lo Stato Italiano non è più uno stato nel senso classico, ma un coacervo di interessi, la maggior parte ignobili, in perpetua lotta tra di loro.

Lotta che include soprattutto il dossieraggio, lo sputtanamento, l’evocazione della lotta del “BENE contro il MALE”.

In questo coacervo ci sono però dei punti fermi, delle lobby granitiche e di antico lignaggio: massonerie coperte, imprenditorie illegali (propongo di abolire i termini mafia/camorra/ndrangheta), servizi sempre deviati (deviati da dove?) e così via.

L’ineffabile e difficilmente catalogabile fascista Carminati parla di “mondo di sopra e mondo di sotto” legati dal canale di comunicazione del “mondo di mezzo” (i personaggi come lui). Mi pare una metafora indovinata e suggestiva!

In questo letamaio emergono personaggi e personaggetti che quasi dal nulla vengono imposti come grandi leader, addirittura i leader della”‘ripresa”.

In realtà sappiamo che di fronte al rigido comando delle tecno-strutture finanziarie sovranazionali costoro sono al massimo degli amministratori (spesso disonesti e incapaci) del “condominio Italia”.

Lo Stato, nel senso classico mediatore degli interessi e anche dei conflitti all’interno della classe dominante e con i dominati, in Italia, è questa roba qui: un costante flusso di scontro di interessi molto parziali, lobbistici e sicuramente vergognosi, da occultare.

Ritorniamo all’articolo di Dante Barontini: lo scontro sull’inchiesta CONSIP in realtà è solo una porzione di più vaste indagini che riguardano la criminalità ambientale, il sistema degli appalti e via discorrendo.

Barontini in modo molto corretto, da giornalista professionista, non si schiera, in assenza di informazioni.

Mi azzardo a dare una chiave di lettura:

la struttura di indagine, diretta dal PM napoletano Woodcock e a livello operativo da un ufficiale dei CC con una lunghissima storia professionale, il famoso capitano Ultimo, fino a poco tempo fa eroe nazionale, inizia a lavorare e punta i “microfoni” su vari personaggi, imprenditori o meglio rentiers, provenienti dal mondo della LegaCoop, massoni p2isti, politici.

A me sembra la stessa struttura che costrinse l’attuale sindaco di Napoli alle dimissioni dalla magistratura.

Anche nel caso di De Magistris la pugnalata alle spalle fu data dai colleghi magistrati. Evidentemente chi tocca sta roba deve essere distrutto.

Alla fine si lambisce il granduca (o meglio ex-granduca) Renzi.

Ecco che tutti quelli che si indignavano e girotondavano per le malefatte di Berlusconi, gridano addirittura al “colpo di stato”.

Le dichiarazioni della PM di Modena sono davvero incredibili: del già capitano De Caprio, ora colonnello, si può pensare quello che si vuole: eroe, sbirro, amico del popolo, fascista, ma una cosa è certa: non è un pazzo e nemmeno uno sprovveduto. Secondo la PM invece, si tratta di un “pazzo”.

Barontini fa, quindi, bene a non schierarsi, in mancanza di dati e informazioni, ma facciamo una ipotesi: se ci fosse, nello scontro tra bande e lobby mascherato dietro la retorica di “Repubblica italiana nata dalla Resistenza”, una frazione degli apparati dello stato che rivendicasse l’applicazione integrale della Costituzione (sulla quale tutti costoro hanno giurato), la sovranità nazionale, la difesa e nazionalizzazione dei settori strategici e così via, la posizione dei comunisti deve essere l’indifferenza tra i campi? Lo chiedo a me stesso, prima che ad altri.

Credo che innanzitutto dovremmo, in modo serio e professionale, fare inchiesta e acquisire informazioni, per quanto sia possibile a noi del “mondo di sotto”, per tornare al noto filosofo Carminati.

Capisco che parteggiare, anche solo in via ipotetica, per un ufficiale dei CC fa venire crisi di allergia ai compagni, (io ricorro al cortisone), ma ricordiamo una cosa: uno dei più grandi rivoluzionari della nostra epoca, il comandante Chavez, prima di schierarsi col popolo venezuelano, era un ufficiale dei corpi speciali antiguerriglia e credo che proprio in questo ruolo abbia maturato le sue scelte di campo.

Certo, si tratta di Indoamerica ma...

Grigia è, mio caro amico, ogni teoria,
verde l’albero d’oro della vita (Goethe)

Post scriptum:

Con ‘Ultimo’ condivido la nostalgia per un grande orgoglioso popolo genocidato dagli attuali padroni del pianeta.

Fonte

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