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18/09/2017

Anomalia Napoli. E’ l’ora di fare il punto e rilanciare

Alle/gli Attiviste/i dell’area metropolitana napoletana

ANOMALIA NAPOLI: da bilanci individuali o di singole componenti ad un bilancio politico collettivo e condiviso.

Negli ultimi mesi, di fronte alle crescenti difficoltà dell’Amministrazione napoletana, è nata in varie forme, sia attraverso contributi individuali che collettivi, l’esigenza di un bilancio di quella che abbiamo definito negli ultimi anni l’“Anomalia Napoli”.

Lo scopo di questa lettera-aperta sottoscritta da tre attivisti di varia provenienza è quello di creare le condizioni per la costruzione di un bilancio collettivo e condiviso intorno al bivio e conseguente interrogativo che ci troviamo di fronte:

Ripiegamento o rilancio dell’Anomalia/Napoli?

La seconda consiliatura de Magistris, come è ampiamente noto, è nata con un crescente astensionismo del popolo napoletano e con una discutibile politica delle alleanze e ciò spiega in parte l’attuale arretramento dovuto anche a meccanismi di isolamento/accerchiamento messi in moto a livello nazionale, regionale e dalle generali politiche dell’Unione Europea.

L’insieme di questi fattori, sia interni che esterni, ha prodotto elementi di arretramento che iniziano a rendere l’esperienza napoletana sempre più simile ad una classica coalizione di centro-sinistra sia al Comune, sia in alcune Municipalità ed anche alla Città Metropolitana.

Contraddizioni anche aspre con settori dei Movimenti di lotta hanno contrassegnato l’ultimo periodo. Per la gestione dei servizi pubblici si profilano o forme di privatizzazione o di smantellamento, mentre l’indubbio “boom turistico” della città già mostra l’altra faccia della medaglia con l’avvio di processi di gentrificazione e collegata “disneyficazione” dell’intero territorio cittadino.

E’ un dato di fatto che con l’ultima manovra di bilancio, indipendentemente dalle volontà e dal giudizio sull’Amministrazione, si sia affermata un’ottica del “risanamento” finanziario tipicamente liberista con gli esuberi all’ANM, la messa sul mercato della rete del gas, l’avvio della procedura di gara per la vendita pressocchè totale della quota comunale in GESAC, tagli alle politiche sociali ed una discutibile strategia dell’accoglienza nei confronti della questione Rom/Migranti.

Si potrebbe continuare con gli esempi, ma la sostanza non cambierebbe!

In questo senso ogni retorica sulla “Città Ribelle”, anche se fatta sul versante dei Movimenti, è, oramai, del tutto fuori luogo.

Ricercare, quindi, un bilancio condiviso significa, per noi, creare le condizioni per una discussione critica, ma anche con i necessari profili autocritici, per comprendere se anche le forze antiliberiste da quelle del sindacalismo conflittuale, a quelle dei variegati Movimenti di lotta, quelle della sinistra d’alternativa o dell’Associazionismo indipendente sono riuscite a dare effettivamente il contributo che avrebbero potuto dare.

Non ci serve, in alcun modo, la sommatoria o la mediazione tra i vari bilanci della ”esperienza napoletana” che pure si vanno delineando ma vorremmo capire concretamente che cosa possa significare, in una situazione di oggettivo ripiegamento politico e sociale, l’ eventuale possibilità di un rilancio degli aspetti migliori dell’“esperienza napoletana” di questi ultimi anni.

A questo punto diventa prioritario, anche dal punto di vista del metodo delle discussioni, il tipo d’approccio al dibattito prima ancora che i precisi contenuti dello stesso. Un confronto vero e serrato che potrà nascere soltanto dall’avvio di una discussione che non sia limitata esclusivamente a chi sinora, anche criticamente, ha appoggiato l’Amministrazione de Magistris, ma anche a chi s’è sentito deluso e se n’è allontanato nel corso del tempo.

Se ci sarà convergenza su questa proposta di metodo, auspichiamo di giungere nel mese di ottobre ad un’ASSEMBLEA che analizzi in maniera puntuale le cause dell’attuale arretramento e ponga le premesse per un rilancio possibile nelle condizioni oggettivamente date.

Coerentemente con quanto affermato in precedenza, miriamo ad un’iniziativa co-promossa da varie realtà associative, del sindacalismo conflittuale, della sinistra d’alternativa, dei Movimenti, di singole/i compagne/i dove non ci siano primogeniture perché non si può “mettere il cappello” ad una comune esigenza di confronto e riflessione, con spirito unitario e maturo dove non può servire né la critica unilaterale, né la gara a chi è più, presuntamente, radicale.

Ci rendiamo conto che la nostra proposta è soltanto apparentemente semplice, in realtà chiediamo di fare tutte/i uno sforzo politico-culturale per mettere in discussione i nostri piccoli recinti dentro i quali se è vero che ci sentiamo più tranquilli è altrettanto vero che non riusciamo a fare il salto di qualità che la difficoltà della situazione richiederebbe.

Non vorremmo un’Assemblea legata ad uno scadenzario a breve di iniziative, ma ad un percorso di ascolto e di ricerca che allarghi l’orizzonte della conflittualità in tutta l’area metropolitana perché soltanto così possiamo iniziare a porre il problema di individuare controparti del “piano di sopra”.

Napoli, 17/9/2017

Giuseppe ARAGNO, storico
Rosario MARRA, attivista del sindacalismo conflittuale
Michele FRANCO, della Piattaforma Sociale EUROSTOP

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