“Le elezioni in Germania segnano una svolta profonda nel sistema politico di quel paese, che dopo decenni di stabilità entra, come tutta l’Europa, nell’incertezza e nella crisi di rappresentanza. Le due forze cardine del sistema politico tedesco, così come di quello europeo, i democristiani conservatori e i socialdemocratici, subiscono un tracollo perdendo oltre il 20% dei loro voti. Segno che il modello Germania, usato a paragone da tutti i governi e da tutte le autorità della UE per giustificare le politiche di austerità, comincia a mostrare lo stesso logoramento che si registra in tutti gli altri paesi che lo applicano.
La spiegazione della sconfitta di Merkel e Schultz è solo una: agli evidenti successi economici e finanziari del modello tedesco corrisponde una sempre più forte rottura sociale per il crescere di diseguaglianze, ingiustizie, povertà ed emarginazione. Così come in tutta Europa.
Questa crisi sociale ha distrutto la grande coalizione e premiato tutte le forze di opposizione, in primo luogo gli xenofobi neofascisti, ma anche la sinistra radicale i liberali e i verdi. Così anche la Germania è entrata nell’epoca della instabilità.
La prima risposta di Merkel alla sconfitta è stata quella di colpire i migranti, come già fanno i governi di tutta Europa e quello italiano tra i primi. È la soluzione reazionaria alla crisi sociale, che prima viene propugnata dalle forze di destra estrema e poi fatta propria dal palazzo. Così si pensa di volgere la rabbia dei tanti esclusi dalla “ripresa” verso i più poveri, salvando le banche, la finanza, il sistema di potere UE.
La xenofobia di stato è l’ultima risposta che la UE ed i suoi governi tentano per conservare le politiche di austerità e guerra ai danni di tutti i popoli europei. Per sconfiggere questa politica bisogna metterne in discussione tutti i fondamenti e i vincoli che vengono da Euro, UE, NATO.
Si conferma così la validità di fondo delle ragioni per cui è nata Eurostop, cioè che solo riconquistando le periferie d’Europa alla lotta sociale e di classe in un più vasto blocco di popolo contro il potere, solo con la rottura totale con tutte le politiche degli ultimi trenta anni, si potrà fermare e sconfiggere l’onda reazionaria.
Per questo ora più che mai i governi europeisti, comunque mascherati, sono il primo avversario di ogni lotta per la democrazia e la giustizia sociale e questo diventa ancor più vero anche per il paese guida della UE, che entra in crisi come tutti gli altri.”
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