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07/12/2017

Trump riconosce gerusalemme come capitale d'Israele

Gli Usa riconoscono Gerusalemme come capitale d’Israele e trasferiranno l’ambasciata in Città Santa. A dirlo è stato poco fa il presidente americano Donald Trump nel suo tanto atteso discorso. Facendo esplicito riferimento all’Atto del 1995 del Congresso americano, il presidente ha detto che “dopo più di due decenni di rinvii, ho deciso che è giunta l’ora di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Israele ha il diritto di scegliere la propria capitale”.
 
“Ritengo – ha poi spiegato – che quest’azione sia nel migliore interesse degli Stati Uniti D’America e per il raggiungimento della pace tra Israele e i palestinesi” precisando che qualcosa “deve essere fatto” e che “non si tratta di niente di più o di meno del riconoscimento della realtà: gli ebrei hanno costruito Gerusalemme migliaia di anni fa e oggi è sede dell’ufficio del primo ministro e del parlamento”.
 
Non pago, però, il presidente ha anche dichiarato di aver allertato il Dipartimento di stato affinché inizino i preparativi per trasferire l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. “La nuova ambasciata statunitense a Gerusalemme sarà un fantastico contributo alla pace”, ha affermato.

Trump ha presentato la sua iniziativa – ampiamente condannata dalla comunità internazionale – come una “nuova direzione del processo di pace tra israeliani e palestinesi”. Ha poi comunicato che il vice presidente Mike Pence viaggerà nella regione nei prossimi giorni per parlare con i rappresentanti di tutti gruppi. “I nostri figli erediteranno il nostro amore, non i nostri conflitti”, ha concluso.

Il premier israeliano Netanyahu potrà dirsi molto soddisfatto dal breve discorso del presidente. Trump gli ha dato tantissimo, ma non tutto: non ha precisato nel suo comunicato che Gerusalemme è “unita e indivisibile” come avrebbe voluto il suo governo di estrema destra.

E arrivano subito le reazioni. La prima è proprio del premier israeliano: “La decisione di Trump è un passo importante, una pietra miliare, nella storia di Gerusalemme. Verso la pace, perché non ci può essere alcuna pace che non includa Gerusalemme come capitale di Israele. Voglio anche che sia chiaro che non ci sarà alcun cambiamento nello status quo dei Luoghi Santi. Israele assicurerà sempre libertà di culto a ebrei, cristiani e musulmani».

Sul fronte palestinese i primi a reagire sono i leader di Hamas, che avvertono Trump: la sua decisione “ha aperto le porte dell’inferno”. Rabbia anche dalle Nazioni Unite; a parlare è il segretario generale Onu Guterres che ricorda come Gerusalemme sia capitale di Israele come della Palestina: “Dal mio primo giorno qui – ha aggiunto – mi sono costantemente dichiarato contrario ad ogni misura unilaterale che metta a repentaglio la prospettiva della pace”.

In tv in serata il presidente palestinese Abu Mazen ha annunciato di aver ordinato alla delegazione diplomatica palestinese di lasciare Washington e tornare in Palestina. Sottolineando che “Gerusalemme è la capitale eterna dello Stato di Palestina”, ha accusato il presidente Usa di aver “infranto tutti gli accordi” e aver così rinunciato “al ruolo di mediatori di pace”.

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