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22/12/2017

Numeri dalla Catalogna. Più gente al voto. Indipendentisti possono fare il governo

I numeri che nella notte arrivano dalla Catalogna dimostrano una debole “volatilità elettorale” rispetto ai dati del 2015 ma assumono un forte significato politico se li andiamo ad analizzare andando al cuore della questione che era in gioco in questa tornata: quella dell’indipendenza.

Dalle elezioni del 2015 al referendum di ottobre non riconosciuto dal Governo Centrale alla repressione imposta dal governo Rajoy, le cariche della polizia durante lo svolgimento delle operazioni referendarie, l’incarcerazione del gruppo dirigente indipendentista, l’esilio in Belgio del Presidente della Generalitat Puigdemont, tutto sembrava far pensare a un arretramento del blocco sociale e politico che reclamava l’indipendenza del Paese che aveva raccolto 2.044.038 “sì” al referendum di fine ottobre.

Ne risulta, in sostanza, un Paese seccamente diviso dove il peso della frattura indipendentista rimane intatto nonostante il difficile e complicato percorso fin qui intrapreso (del quale non debbono essere nascoste le contraddizioni).

Non è certo questa la sede per delineare scenari futuri: nella notte dei risultati elettorali occorre, prima di tutto, far parlare i dati.

Dati dai quali è possibile far emergere due considerazioni preliminari:

1) La crescita della partecipazione al voto. Si è verificato infatti un aumento di circa 200.000 presenze al seggio: da 4.130.196 del 2015 a 4.345.363 del 2017. Un dato in controtendenza rispetto a ciò che sta accadendo nel resto d’Europa, che permette di notare come la “single issue” sulla quale si è giocata la partita elettorale ha stimolato l’afflusso alle urne;

2) Il secondo dato di grande importanza risiede nel fatto che la somma dei voti dei tre partiti indipendentisti (Junts xCat, Erc–Cat Sì, CUP) supera la somma dei voti favorevoli espressi nel referendum di ottobre. Infatti JuntsxCat ottiene 938.249 voti, Erc – Cat sì 926.602, CUP 192.795 per un totale di 2.057.646 con un incremento rispetto al “SI” di ottobre di 13.606 voti, francamente non pronosticabile in partenza.

Dal punto di vista dei soggetti politici in campo è indubbio che l’affermazione più rilevante è quella di Ciudadanos C’s: in due anni il partito civico centrista assolutamente contrario all’indipendenza sale da 736.364 voti a 1.097.517, una crescita di 361.163 suffragi passando da 25 deputati a 37.

Ciudadanos approfitta prima di tutto del calo secco del Partito Popolare che scende da 349.193 voti a 183.333 una flessione di 165.860 voti con una perdita di 8 seggi.

Lieve incremento anche per il Partito Socialista di Catalogna che sale da 523.283 voti a 600.392 con un incremento di 77.105 suffragi con un seggio in più.

Flessione pesante invece per l’area di Podemos catalana: nel 2015 la lista Catalunya Si ques Pot ottenne 523.283 voti mentre nel 2017 la lista CatComù Podemos ne ha avuti 322.220 220 con un calo di 201.063 suffragi e la perdita di 3 seggi: è probabile che la lista parzialmente intitolata all’Alcadesa di Barcellona abbia pagato un prezzo a una ricerca di posizione mediana proprio sul tema dell’indipendenza.

Sul fronte indipendentista è necessario far notare che nel 2015 si presentò una sola lista Junts pel Sì che ottenne 1.628.714 voti e 62 deputati: nel 2017 le liste presenti erano due. JuntsxCAT del presidente uscente Puigdemont con 938.249 voti ed ERC–Catsì con 926.602 per un totale di 1.846.851 voti, quindi con una somma in crescita di 236.137 suffragi e un incremento di 2 seggi, in quanto JuntsxCat ne ha avuti 34 ed ERC-Catsì 32.

La presenza di Esquerra Repubblicana (ERC-Catsì) ha probabilmente inciso – all’interno dell’area indipendentista – sulla flessione della CUP che è scesa da 337.794 voti a 192.795 con una flessione di 144.995 voti e la perdita di 6 deputati: ragione per la quale la parte indipendentista dell’Assemblea si trova con una maggioranza di 70 voti in luogo dei 72 avuti in precedenza.

In conclusione però non si può che ribadire il punto di vero esito politico di questa consultazione: il blocco favorevole all’indipendenza della Catalogna ha tenuto nonostante la repressione violenta del governo di Madrid e la crescita di partecipazione elettorale.

Il grande tema della Catalogna repubblicana rimane per intero sul tappeto degli equilibri politici non solo in Spagna ma in Europa.

Se qualcuno trovasse una differenza di qualche decimale nei dati qui forniti faccio infine presente di aver lavorato sul 99,5% dei voti scrutinati. La sostanza, ed anche di più dal punto di vista aritmetico, è assolutamente valida.

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