L’ex, senza rimpianti, ministro Calenda lancia un tweet contro lo sciopero. In questo caso quello dei ferrovieri dopo il disastro del Frecciarossa, dove sono stati uccisi due loro compagni, e dei lavoratori di Alitalia, che protestano contro l’abbandono dell’azienda, nel quale ogni governante, Calenda compreso, ha la su parte.
Calenda fa parte di quei politici a cui piacciono i lavoratori solo quando sono schiavi piangenti e sofferenti, perché in questo caso essi possono esprimere tutta la loro compassione e sembrare progressisti.
Se però i lavoratori alzano la testa e lottano contro quelle condizioni che politici come Calenda hanno contribuito a creare, ecco allora che compare l’odio.
Calenda è un odiatore di lavoratori in sciopero come Salvini è un odiatore di migranti. Stanno apparentemente su schieramenti diversi, ma in realtà sono solo due diverse anime della stessa sempre viva estrema destra italiana.
Estrema destra di cui fa parte a pieno titolo Matteo Renzi, con il suo Jobsact che ha portato il fascismo nei luoghi di lavoro e con il suo odio liberista verso il reddito, quota cento e ogni diritto del lavoro.
Nella storia della destra italiana l’odio verso i diversi e quello verso chi lotta sono sempre stati assieme, solo negli ultimi tempi si sono divisi e si sono distribuiti tra i due schieramenti che dominano la politica italiana. Ma la radice è la stessa.
Calenda, Salvini, Renzi cinquant’anni fa sarebbero stati felicemente assieme nello stesso partito, se oggi sono apparentemente avversari è solo un segno dell’involuzione e dello spostamento a destra di tutta la politica dominante in Italia.
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