La Grecia ha diffuso questa mattina un segnale di avviso ai naviganti, Navtex, in risposta a quello emesso nella serata di ieri dalla Turchia riguardo attività esplorative di unità navali turche in un tratto di mare compreso tra le isole di Cipro e di Creta. L’avviso diffuso dalla Grecia definisce “non autorizzato” l’avviso emesso in precedenza dalla Turchia: “Tutti i naviganti sono invitati a non rispettare il Navtex (turco)”, si legge nell’avviso. Le Forze armate greche sono state messe in Stato di allerta.
La stazione turca di Antalya Navtex ieri 21 luglio, ha annunciato i piani per un’indagine sismica della Turchia a Sud e a Est dell’isola greca di Kastellorizo, nel periodo che va dal 21 luglio al 2 agosto. La nave di esplorazione sismica di Ankara Oruc Reis dovrebbe arrivare nell’area a breve.
L’aumento dell’attività della marina turca è stato osservato presso la base navale di Aksaz, con 15 navi salpate da quel porto che hanno allarmato la Marina greca. La Grecia teme che la Turchia metta in atto le minacce di lanciare esplorazioni di giacimenti sottomarini di gas al largo delle isole di Creta o di Kastellorizo. Di fatto, le indagini sismiche fanno parte dei lavori preparatori per la ricerca di potenziali idrocarburi.
Un eventuale intervento turco nel Mediterraneo orientale sarebbe motivato dalla volontà di Ankara di impedire un accordo sulla delimitazione di una Zona Economica Esclusiva (ZEE) tra la Grecia e l’Egitto oggetto di colloqui tra i due paesi e che ha molto a che fare con la guerra in Libia.
Nei giorni scorsi, durante la sua visita ad Atene, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha esortato la Turchia a smettere di trivellare risorse naturali nel Mediterraneo orientale, se Ankara vuole mantenere i progressi nelle relazioni con l’Unione Europea.
Sempre nella giornata di ieri, 21 luglio, viene segnalato che un paio di caccia F-16 turchi sono entrati nello spazio aereo greco alle 14:23 ora locale, e hanno sorvolato gli isolotti di Strongyli e Megisti vicino a Kastellorizo, ad un’altitudine di 12.500 piedi.
Come noto, i rapporti tra Ankara e Atene sono tesissimi ormai da un secolo (dalla fine della Prima Guerra Mondiale), ma si sono acutizzati proprio sulla questione delle Zone Economiche Esclusive nel Mediterraneo Orientale per le esplorazioni/perforazioni per i giacimenti di gas sottomarini nel Mar Egeo e la controversia sulle trivellazioni condotte dalla Turchia a largo delle coste di Cipro, ricche di gas naturale.
Secondo il sito specializzato Sicurezzanternazionale.Luiss.it, i rapporti si sono ulteriormente incrinati, lo scorso 30 maggio, quando Ankara, in virtù del Memorandum siglato con la Libia, aveva reso ufficiali i 24 blocchi per cui la compagnia petrolifera di Stato turca, la TPAO, aveva richiesto la licenza per avviare le esplorazioni energetiche. Insieme al disegno delle aree di competenza, in Gazzetta è stata inserita anche la richiesta da parte della TPAO di condurre esplorazioni in tutti i blocchi occidentali della mappa, i quali si trovano nei pressi delle isole della Grecia. La pubblicazione dei blocchi in Gazzetta ufficiale confermava le intenzioni della Turchia di portare avanti l’implementazione dell’accordo siglato lo scorso 27 novembre con la Libia, nonostante le Nazioni Unite non abbiano ancora approvato i confini marittimi decisi dai due Paesi.
In tale quadro, Atene ha dichiarato di ritenere evidenti le intenzioni di Ankara di sfidare la propria sovranità territoriale nelle acque delle isole greche. Da parte sua, invece, la Turchia ha ribadito che le aree per cui la compagnia petrolifera di Stato ha richiesto la licenza di esplorazione fanno parte della piattaforma continentale turca definita dalle Nazioni Unite.
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