Il Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute ha pubblicato la bozza del Piano Pandemico 2021-2023, che è ora sottoposta al vaglio delle Regioni. Ricordiamo che tale piano non veniva colpevolmente aggiornato dal 2006, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi.
Tale piano contiene un punto estremamente inquietante, poiché vi si dice che in caso di “risorse insufficienti” i medici dovranno scegliere di sottoporre alle cure i pazienti che hanno la maggiore possibilità di beneficiarne.
In pratica, si sceglierà chi curare e chi no. I diabetici, gli ipertesi, i trapiantati, i cardiopatici, i sofferenti di insufficienza epatica o renale, i cronici e gli anziani in genere sono avvertiti: evitate di ammalarvi perché, nel caso, potrebbe non esserci posto per voi in ospedale.
Peraltro, evitare di ammalarsi è difficile, dato che – a parte i provvedimenti individuali di mettersi la mascherina e lavarsi le mani – altre misure non ci sono, poiché i tamponi e il tracciamento non si fanno e la medicina preventiva in generale è stata dismessa.
Il governo perde tempo con l’inutile gioco delle regioni, un giorno rosse, l’altro arancioni, l’altro ancora gialle, aspettando miracolisticamente una campagna vaccinale che non sembra prendere forma mentre ogni giorno ci sono dai 500 ai 900 morti.
Un paese che si vanta di essere la settima potenza economica del mondo è arrivato al punto, penoso, di dover scegliere chi curare, in seguito ad anni di politica di tagli, di sacrifici “ce li chiede l’Europa”, di acquisti di bombardieri “ce li chiede la Nato”, di sprechi, ruberie e politiche demenziali.
Ancora più sconcertante è che un ministro che si pretende di “sinistra” possa apprestarsi a firmare un simile documento, senza interrogarsi sul fatto che, se le risorse per le cure sono insufficienti, si debbono aumentare, magari anche trasferendo alla Sanità spese di altri ministeri (la Difesa, per esempio) o facendo pagare le tasse ai miliardari.
Questa tragica situazione è il risultato dell’accettazione della logica delle compatibilità capitaliste e dei compromessi politici che da esse sono dettate per cui tutto è opinabile e aleatorio tranne i profitti degli industriali, della finanza e del grande commercio
È la stessa logica che ha portato alla folle strategia del convivere con il virus che significa che si deve a tutti i costi continuare a produrre e consumare, anche se questo costa centinaia di migliaia di vite umane messe a rischio sul posto di lavoro.
Nei giorni scorsi l’INAIL ha comunicato che solo nella “seconda ondata” si sono avuti oltre 100.000 contagi sul lavoro, ma che si tratta di una cifra certamente per difetto, poiché molti cosiddetti infortuni Covid non vengono denunciati come causati dal virus...
I casi di Covid nei luoghi di lavoro sono stati molti di più nella seconda ondata, durante la quale tutte le attività produttive sono rimaste aperte, rispetto alla seppur insufficiente chiusura della scorsa primavera.
Non è massimalismo dire che questa pandemia è stata ingigantita in gran parte dalla logica del profitto e dallo sfruttamento selvaggio della natura da parte dell’uomo, dalle produzioni inquinanti, da un rapporto aggressivo e squilibrato con le altre specie. Tutto ciò ha portato l’equilibrio del mondo alla rottura; per questo molti scienziati hanno parlato di sindemia.
Come era lecito attendersi, tale realtà non provoca nessun ravvedimento nel nostro governo e in una classe politica ignorante, cialtrona e serva. Ora siamo arrivati anche alla scelta dei malati da curare, un’onta etica e politica – attuata in genere solo negli ospedali al fronte, in guerra – che è l’ultimo oltraggio ai più deboli, in una società che anziché proteggerli li lascia morire, in quello che ormai passerà alla storia come il grande sterminio dei vecchi e di chi aveva “patologie pregresse”.
Può darsi che quella frase terribile, nella stesura definitiva, sia modificata, ma ormai il segnale è dato: la difesa della vita non è più un vincolo etico irrinunciabile, ma dipende dalle “risorse” disponibili.
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