Da lunedì 1 febbraio quasi tutta l’Italia passerà in zona gialla. Questa decisione si fonda, sostanzialmente, sull’abbassamento dell’indice Rt, contestato da molti scienziati per la sua scarsa affidabilità e trasparenza. È invece chiaro che al 30 gennaio in Italia ci sono stati ancora 12.715 contagiati (rilevati, non si sa ovviamente quanti siano i non rilevati) e 421 decessi.
Cifre ancora una volta spaventose che dimostrano l’inefficacia dei provvedimenti governativi basati sulle zone a colori, dato che da mesi non si percepisce un vero calo dei positivi, ma solo una sostanziale stabilità della pandemia, con un migliaio di morti ogni due giorni.
Tra le regioni che scaleranno in zona gialla, la Lombardia è titolare del record di essere passata in due settimane dal rosso al giallo. È evidente che non si può sapere realmente se tale cambio di colore sia sensato, visto che è noto che i numeri della pandemia, in Lombardia, sono come quelli del lotto, del tutto casuali, vista l’incapacità della Regione di accertare alcunché.
Incapacità che ha provocato una settimana di zona rossa forse evitabile perché la Regione ha comunicato dati errati al governo, mentre ora Fontana si arrabbia perché la zona gialla arriverà lunedì invece di domenica e secondo lui questo provocherà danno alle attività produttive.
In realtà non è dato sapere quale sia la reale situazione in Lombardia, dove sulla sanità è il caos dall’inizio dell’epidemia.
A destare ulteriore inquietudine sono le scelte della nuova assessora al welfare Letizia Moratti, riportata alla ribalta politica dopo gli anni seguiti alla sua fallimentare gestione del Comune di Milano (fu tra l’altro condannata a un forte risarcimento per danno erariale all’amministrazione).
Infatti, in questo momento di ripescaggio di vecchi personaggi che vorremmo dimenticare, Letizia Moratti ha deciso di affidare la campagna vaccinale in Lombardia a... Guido Bertolaso, il commissario berlusconiano di tutte le stagioni che non diede certo una brillante prova di sé lo scorso anno con l’invenzione del costoso, inutile e inadeguato ospedale della Fiera e che in seguito ripeté la fallimentare esperienza nelle Marche.
Il caos provocato dalla demenziale gestione della regione provoca anche scontri istituzionali, poiché molti sindaci hanno protestato per l'inaffidabilità dei dati comunicati. La sfiducia che si respira è testimoniata anche dalla scelta dell’assessore alla cultura del comune di Milano, Filippo Del Corno, di non riaprire i musei, poiché, come ha dichiarato, teme che tra pochi giorni si tornerà alla zona arancione e si dovrà richiudere tutto. Se ne riparlerà, probabilmente, a marzo.
In questa situazione estremamente preoccupante desta sconcerto la notizia che in Lombardia quasi la metà delle poche persone sinora vaccinate non fanno parte delle categorie che ufficialmente ne avrebbero avuto diritto, cioè coloro che lavorano in situazioni sanitarie a rischio. Ci si chiede cosa sia accaduto e chi siano costoro.
Tuttavia, la Regione non finisce di stupire poiché ha promosso un’iniziativa stupida sino alla provocazione: in alcuni ospedali, alle persone vaccinate è stata consegnata una leggiadra spilletta con la scritta multicolore “Mi sono vaccinato”.
Una sorta di irrisione per tutti gli anziani e i fragili che, se e quando le consegne ci saranno e la campagna verrà organizzata, saranno vaccinate, forse, tra diversi mesi.
Intanto, per martedì 2 febbraio è annunciata la presentazione in consiglio regionale di una nuova mozione di sfiducia alla giunta, dopo che le ultime sedute si sono trasformate in happening con cartelli, urla, consiglieri in ginocchio, espulsione e interventi della Polizia.
Tale mozione, come tutte le altre, sarà sicuramente respinta dalla maggioranza blindata di destra. È quindi l’ennesima manovra elettorale di PD e 5 Stelle, che continuano a riproporre la sfiducia in maniera demagogica, ben sapendo che ciò che si dovrebbe chiedere è il commissariamento immediato della Regione.
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