La resa dei conti tra il governo venezuelano e i narcotrafficanti ha visto un salto di qualità con una vasta operazione di polizia in alcuni barrios di Caracas.
Nell’ultima settimana di dicembre gli abitanti del barrio di La Vega e delle aree circostanti avevano notato la presenza di uomini armati con armi lunghe nel quartiere. Secondo alcuni testimoni questi uomini non erano del quartiere ma provenivano da un altro barrio chiamato Cota 905.
Mercoledì 6 gennaio sono stati registrati i primi duri scontri tra la Polizia Nazionale Bolivariana e i narcos che da tempo spadroneggiavano in alcuni barrios. Anche i poliziotti vivevano in anonimato e nel terrore. Lo testimonia un agente di polizia che vive nel barrio La Vega a Cronica raccontando che: “Ho cercato una casa in cui trasferirmi ma non ho abbastanza soldi per andarmene e gli affitti sono molto alti. Quando vado a lavoro esco spaventato e talvolta per la paura preferisco non entrare nel quartiere”. Il poliziotto ha paura che i membri della banda scoprano che lavora nella polizia e lo uccidano.
In alcuni settori del quartiere, i residenti hanno iniziato a vedere giovani e adulti in giro con armi lunghe dall’ultima settimana del 2020. La voce che si diffonde tra gli abitanti è che vogliano espellere la polizia dal quartiere.
Dal pomeriggio di mercoledì 6 gennaio, i funzionari della Polizia Nazionale Bolivariana (PNB) sono entrati a La Vega. Al calar della notte si sono accesi durissimi scontri tra i poliziotti sostenuti dalle Forze Speciali (Faes) e i membri delle bande di narcos pesantemente armate. Secondo alcune fonti i morti sarebbero 13, secondo altre sarebbero saliti a 23.
Tra il 29 e il 30 dicembre 2020, i membri della mega gang Coqui, avevano preso possesso di via Zulia e dei settori Valle Alegre, El Carmen, Las Margaritas, Las Maticas, Los Paraparos, Los Cangilones, San. Miguel, La Ladera e La Fila. Una parte di questi settori è adiacente ai quartieri di La Cota, El Valle e El Cementerio. Il quartiere de El Carmen è stato uno dei settori più colpiti dalla sparatoria tra polizia e criminali.
Secondo gli abitanti consultati da Crónica.uno, i leader di questa mega banda di Cota 905 – i Coqui, i Garbis e i Vampi – hanno armato pesantemente i loro uomini per conquistare territori al di fuori del Cota. Giovedì, 7 gennaio, il quartiere si è svegliato senza poliziotti in giro. Tuttavia, si temeva che nel pomeriggio la polizia sarebbe arrivata per riprendere il controllo del quartiere.
Esperti di sicurezza hanno spiegato a Crónica.Uno che i narcos sono coinvolti in crimini come estorsione, traffico di droga e rapimenti. E hanno trasformato la comunità in una zona franca, dove gli agenti di polizia non entrano.
Tra agosto e settembre 2020, ci sono state due incursioni della polizia che avevano bloccato le attività criminali a Cota 905 e i suoi dintorni, tra cui La Vega. Ma poi era arrivato l’ordine di ritirarsi.
Mercoledì 6 gennaio la polizia ha deciso di dare vita ad una operazione anti-narcos a La Vega, ma anche in zone vicine, come Montalbán.
Nella zona da tempo esisteva un braccio di ferro tra le autorità e le bande di narcos che si erano insediate nei barrios della zona.
Nel settembre del 2016, la polizia aveva neutralizzato la banda dei “Picure” che agiva nel settore Las Torres, nella parte alta di La Vega, dove si era stabilita nel 2014. Il 3 settembre 2016 veniva ucciso José Antonio Tovar Colina il leader della mega gang El Picure.
È da tempo che, nonostante le calunnie degli Stati Uniti, della destra e dei giornali venezuelani in larghissima parte in mano all’opposizione, il governo del Venezuela sta dando battaglia ai narcotrafficanti che usano il confine con la Colombia per i loro traffici e cercano di insediarsi in Venezuela alimentando il fenomeno delle gang legate alle attività criminali. Bande come “El Coqui”, “El Garbis” ed “El Vampi”, da tempo stavano reclutando nuovi membri per controllare l’area di Caracas in cui sono avvenuti gli scontri.
Tra il 2009 e il 2010, le autorità venezuelane hanno arrestato e estradato tre big boss del narcotraffico: due colombiani e un italiano. I colombiani erano Carlos Alberto Rentería Mantilla, alias “Beto” e Farid Feris Domínguez detto “El Doctor”. L’italiano era il boss della mafia siciliana Salvatore Miceli.
A ottobre del 2020 hanno arrestato un altro boss ricercato anche dalla Francia: Eustasio Cirilo Cordova che guidava il cartello de “Los Mureles”, il suo territorio era nelle regioni orientali di Sucre e Anzoategui. Cordova era ricattato dalla polizia ma godeva anche della protezione di alcuni agenti corrotti. A denunciarlo è stato il procuratore nazionale Tarek William Saab che ha proceduto a incriminare l’ufficiale di polizia Alexander José Ramírez Sánchez.
Il governo e le autorità locali venezuelane hanno deciso di avviare un serio repulisti delle sacche di criminalità organizzata esistenti nel paese, fortemente connesse con i narcotrafficanti della vicina Colombia, spesso disponibili a diventare braccio armato della destra.
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