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23/08/2021

Sardine al solito amo, quello del PD

Lo abbiamo scritto dall’inizio, dalle regionali dell’anno passato: attente sardine a non cadere nelle reti sbagliate.

E non perché fossimo malfidati, ma perché già leggevamo, con buona pace della buona fede delle centinaia di persone che in tutta Italia ci avevano creduto, che nella testa del gruppo dirigente – sempre esistito e ora formalizzatosi in “comitato esecutivo” – l’operazione Sardine altro non era che un tentativo di ricompattamento del sentimento democratico e di sinistra intorno al Partito Democratico, dietro l’agitarsi dello spauracchio dell’arrivo dei leghisti e dei fascisti.

Oggi, dopo il sostegno a Lepore alle primarie, Mattia Santori – coerentemente con la linea nazionale sardiniana – sceglie di candidarsi nelle liste del PD per le amministrative di Bologna, e annuncia possibili operazioni simili in altre città.

In un’intervista rilasciata al Corriere, diventa chiara l’operazione, tutta politicista e interna alle lotte di corrente del PD, di posizionamento di quest’area di giovani progressisti come argine ai renziani.

Nello stesso tempo il PD baluardo democratico, dopo essere entrato nello stesso governo in cui siede la Lega, dialoga ora a livello locale con il candidato sindaco del centrodestra Battistini e con il possibile capolista Giorgetti.

Oltre al “ve l’avevamo detto”, però, c’è qualcosa di più che credo sia doveroso dire. E cioè che la rappresentazione offerta da Santori e i suoi dei “giovani in politica” è distorcente, e distante dalla realtà. Distante da quella generazione che, anche a Bologna, oggi soffre il problema lavoro, quello della casa, quello degli spazi, causati da 10 anni di amministrazione comunale.

Caro Mattia, voi all’amo ci eravate già da un po’. Ma per fortuna il mare è pieno di pesci diversi, e non sempre pesce grande mangia pesce piccolo.

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