Sembra necessario precisare qualche notizia scientificamente supportata e i dati disponibili sui vaccini anti-Covid fin qui resi disponibili. Troppe persone infatti, e tra esse molti compagni/e, dimostrano di avere informazioni carenti o decisamente sbagliate in materia. Tanto che spesso le discussioni sull’uso politico-padronale del si confondono con quelle sui vaccini, al punto che la giusta critica del primo finisce per adottare dei “sentito dire” che riguardano questi ultimi.
Procederemo in modo schematico, elencando via via le diverse pseudo-notizie o autentiche fake news in circolazione.
1. «I vaccini correnti sono in “sperimentazione” fino al...»?
Per tutti i farmaci e non solo per i vaccini contro il Covid-19, Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) prevede 4 fasi di sperimentazione. Tre di queste fasi vengono richieste prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, mentre la quarta fase avviene i l’autorizzazione ed è una fase di garanzia in cui «si acquisiscono ulteriori e nuove informazioni e vengono valutate le reazioni avverse più rare, quelle che negli studi clinici non potevano emergere, ma che con l’uso di massa del nuovo farmaco possono diventare rilevabili». [https://www.aifa.gov.it/sperimentazione-clinica-dei-farmaci].
Questa 4ª fase è in corso e prevede la consegna del report finale per Moderna il 27 ottobre 2022, per Pfizer-BioNTech il 2 maggio 2023, per Johnson & Johnson il 31 dicembre 2023 e per Astrazeneca il 31 marzo 2024
Quindi affermare che i vaccini sono ancora in una fase di sperimentazione non è di per sé completamente inesatto, ma non è corretto enfatizzare questa affermazione per far credere che questo significhi che i vaccini per il Covid-19 siano ancora “sperimentali”, nel senso di “non ancora testati a sufficienza”.
Tutti i vaccini approvati hanno concluso con successo la “fase 3” della sperimentazione con uno studio clinico controllato randomizzato con almeno 30 mila partecipanti, così come richiesto da Ema.
Per la precisione per il vaccino Comirnaty di Pfizer è stato fatto uno studio con 43.448 partecipanti [https://www.pfizer.it/cont/news/contenuti/1411/1800/news.asp?id=12195], per il vaccino Vaxzevria di Astrazeneca i partecipanti sono stati 32.449 [https://www.astrazeneca.it/News/Vaccino_analisi_ad_interim.html], per Spikevax di Moderna sono stati 30.420 [https://www.farmacovigilanza.eu/content/pubblicati-i-dati-di-fase-3-del-vaccino-anti-covid-19-di-moderna] e per il vaccino Janssen di Johnson & Johnson lo studio ha coinvolto 44.325 partecipanti [https://www.janssen.com/italy/johnson-johnson-completa-larruolamento-dei-partecipanti-allo-studio-di-fase-3-ensemble-il-vaccino].
Anche i vaccini cubani Soberana 2 e Soberana Plus hanno completato la fase 3 e ricevuto nei giorni scorsi l’autorizzazione del CecMed, equivalente cubano dell’Aifa.
Per fare un confronto, gli studi sugli anticorpi monoclonali autorizzati dal Ministero dalla Salute italiano per la cura dei malati Covid-19 con decreto del 6 febbraio 2021 [https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/02/08/21A00788/sg] hanno coinvolto per un primo prodotto solo 275 partecipanti [https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2035002], per un secondo 577 [https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2775647] e per un terzo 583 [https://www.aifa.gov.it/-/ema-formula-raccomandazioni-sull-uso-di-sotrovimab-vir-7831-per-il-trattamento-di-covid-19]
Quindi la richiesta di almeno 30.000 partecipanti per gli studi pre-autoritativi sui vaccini per il Covid-19 sembrerebbe molto superiore a quella richiesta per altri prodotti di cui spesso si parla come “cure alternative e più sicure” (comunque molto costose...).
Se poi si vuole dire che i protocolli di EMA e di AIFA non sono sufficienti, che sarebbero necessari più partecipanti, più test, più tempo... credo che lo possiamo dire senza bisogno di far confusione sul significato delle parole.
2. «Il vaccinato contagia lo stesso gli altri e non protegge neanche se stesso»
Il fatto che chi è vaccinato possa in una certa percentuale di casi essere positivo al tampone e anche essere ospedalizzato o addirittura correre il rischio di morire non è una novità.
Nessuno ha mai affermato il contrario e tutti gli studi sui vaccini parlano di una percentuale di protezione che varia a seconda dei prodotti e delle fasce di età, e a seconda che si intenda protezione dal contagio, dall’ospedalizzazione o dal decesso. Percentuale di protezione che comunque non è mai del 100%.
Nello specifico la copertura vaccinale prevista nelle autorizzazione Ema ed Aifa erano del 95% per Comirnaty di Pfizer-BioNtech [https://www.aifa.gov.it/documents/20142/847374/Comirnaty_CMA_opinion_2020-12_ITA.pdf], del 60% per Vaxzevria di AstraZeneca [https://www.aifa.gov.it/-/ema-raccomanda-l-autorizzazione-di-covid-19-vaccine-astrazeneca-nell-ue], del 94,1% per Spikevax di Moderna [https://www.aifa.gov.it/-/ema-raccomanda-l-autorizzazione-nell-ue-di-covid-19-vaccine-moderna] e dell’85% per Janssen di Johnson & Johnson [https://www.aifa.gov.it/-/aifa-approva-il-vaccino-janssen]
Le verifiche sul campo nei mesi successivi hanno mostrato che la percentuale di protezione offerta dai vaccini è mediamente dell’82% per la positività, del 95% per l’ospedalizzazione, del 97% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi. [https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_11-agosto-2021.pdf]
Quindi non si può dire che “il vaccinato contagia esattamente come un non vaccinato”, ma che potrebbe essere contagioso in una percentuale del 18% in base ai report dell’ISS. Un non vaccinato invece potrebbe essere contagioso nel 100% dei casi. Oltre 5 volte di meno...
E allo stesso modo non si può dire è che il vaccino “non protegge quasi per niente”. Una protezione dell’82% nei confronti del contagio, del 95% nei confronti dell’ospedalizzazione e del 97% nei confronti del ricovero in terapia intensiva e/o della morte è comunque un risultato non disprezzabile, specie per quanto riguarda i decessi.
Se fossimo stati tutti vaccinati fin dall’inizio (cosa impossibile, certo, prima che la pandemia si manifestasse e iniziasse la ricerca) invece di 130.000 morti ne avremmo registrati fin qui 3.900.
Anche su questo punto naturalmente varrebbe la pena di approfondire. Ci sono dati apparentemente in controtendenza, come ad esempio quelli che riguardano il contagio in Israele nel mesi di luglio [https://datadashboard.health.gov.il/COVID-19/general], dati molto citati negli ambienti no-vax, che però ad una analisi approfondita parlano di un rischio contagio che comunque è molto minore tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, anche se effettivamente questa differenza non è grande quanto ci si aspettava.
Nelle 4 settimane tra il 27 giugno e il 24 luglio ci sono stati in Israele 9.576 contagi tra la popolazione vaccinata con due dosi da più di un mese e 8.512 contagi tra quella non vaccinata. Facendo il confronto con le rispettive platee (5.733.904 vaccinati con due dosi da oltre un mese e 3.044.870 non vaccinati) risulta che in queste 4 settimane i contagiati sono stati 1.670 per milione relativamente ai vaccinati e invece 2.796 per milione relativamente ai non vaccinati.
E al contrario ci sono situazioni anche migliori di quelle delineate nel report dell’ISS, come ad esempio la USL Toscana nord-ovest, che ha rilasciato un report in cui afferma che nella settimana tra il 3 e il 9 agosto i nuovi positivi nel loro territorio (Massa, Lucca, Versilia, Pisa e Livorno) sono 1.593 di cui 1.524 non vaccinati (pari al 95%), 28 vaccinati solo con prima dose (pari al 2%) e 41 vaccinati con ciclo completo (pari al 3%). [https://www.uslnordovest.toscana.it/notizie/7517-coronavirus-1-593-nuovi-positivi-negli-ultimi-7-giorni-nell-asl-toscana-nord-ovest-il-punto-anche-sulle-vaccinazioni-anti-covid]
In conclusione prima di azzardare affermazioni apodittiche sia in un senso (il vaccino protegge al 100%) sia nell’altro (il vaccino non serve a nulla) forse varrebbe la pena di prendere seriamente in esame tutti i dati disponibili e di ragionare serenamente sulla cosa.
3. «Il vaccino ha effetti negativi di cui non si parla; in Europa si contano decine di migliaia di casi, tra cui almeno 6.000 morti e molti altri con danni permanenti
È del tutto inesatto. Aifa, per l’Italia, produce mensilmente un “Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19” in cui vengono esaminate le segnalazioni di effetti negativi dopo la vaccinazione. L’ultimo è il settimo ed è stato pubblicato il 26 luglio scorso. [https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_7.pdf]
In questi rapporti Aifa riporta il numero delle “sospette reazioni” avverse che a fine luglio erano 84.322 su quasi 66 milioni di dosi somministrate e le analizza in modo dettagliato suddividendole per sesso, per età, per tipologia di reazione, ecc.
Di queste sospette reazioni avverse il 12,8% , circa 10.800, viene definito “grave” e mentre la maggior parte hanno avuto come esito la guarigione, per 498 è stato indicato come esito il decesso.
Ma, attenzione, si sta sempre parlando di “segnalazioni di effetti negativi” che chiunque, operatore sanitario o privato cittadino, può inserire a sistema e non di dati di cui è stata verificata la correlazione con il vaccino.
Nella “guida alla lettura dei dati” che Aifa riporta in ogni rapporto sta scritto chiaramente che “Ogni segnalazione rappresenta un sospetto che richiede ulteriori approfondimenti, attraverso un processo che porta, via via, a riconoscere se la reazione che è stata descritta possa avere una relazione con la somministrazione del vaccino.”
Ed è in base a questo processo che alla fine Aifa dichiara che su 498 segnalazioni di decessi, quelli che effettivamente hanno una correlazione verificata con il vaccino sono solo 7 (pagina 13 del rapporto citato).
Da dove arrivano allora i numeri riportati in molta pubblicistica online?
Questa storia dei seimila morti per il vaccino la si trova per la prima volta su Facebook in un’immagine pubblicata su FB il 25 aprile 2021 da una certa Manola Rossi, immagine intitolata «Il silenzio degli innocenti: 6.000 morti da vaccino secondo l’Ema». [https://www.facebook.com/photo?fbid=111415694419176]
L’immagine è a sua volta lo screenshot di un articolo del blog Il Simplicissimus, pubblicato qualche giorno prima, l’8 aprile 2021, [https://archive.vn/gwz6a] in cui si scrive testualmente «stiamo assistendo alla più grande strage da vaccino mai verificatasi nella storia delle medicina».
Simplicissimus scrive che i dati sono ricavati da fonti ufficiali dell’Ema, cioè l’agenzia del farmaco europea.
E in effetti questi dati provengono da EudraVigilance, cioè la Banca Dati Europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci [https://www.adrreports.eu/it/]
Il fatto che vengano fatte girare immagini di questi dati invece che fornire i link è una scelta ragionata.
Infatti il link permetterebbe di leggere il disclaimer iniziale di EudraVigilance: “Le informazioni presenti su questo sito web non rappresentano una conferma di un potenziale nesso tra il medicinale e l’effetto o gli effetti osservati. Le informazioni pubblicate su questo sito web riguardano le associazioni sospette che riflettono le osservazioni e i pareri del segnalatore.” [https://www.adrreports.eu/it/disclaimer.html]
Quello che si cerca di non far capire è che i dati di EudraVigilance sono i dati grezzi, non controllati e non verificati che possono corrispondere a un problema reale piuttosto che invece ad una situazione di paranoia.
Per capire come funziona EudraVigilance basta cercare i dati relativi ai vaccini a partire dalla pagina https://www.adrreports.eu/it/search_subst.html cercando per sostanza e alla lettera C si trovano i 4 vaccini contro il Covid 19: Moderna, Pfizer-BioNTech, Astrazeneca e Janssen.
Da aprile sono passati diversi mesi e infatti adesso i casi segnalati sono molti di più: per tutti 4 i vaccini nei paesi dell’Unione Europea si contano 525.473 reazioni avverse.
Tenendo presente che nei paesi UE sono stati inoculate circa 500 milioni di dosi si tratterebbe di una segnalazione ogni mille dosi di vaccino.
Ma per quanto riguarda il significato reale di queste segnalazioni, basta sfogliare i grafici del sito per accorgersi di diverse cose.
La maggior parte delle segnalazioni di effetti avversi relativi ai vaccini arrivano dall’Olanda, ben 118.524. Cioè il 22,55% del totale delle segnalazioni arriva da un paese che rappresenta il 3,86% della popolazione europea.
Ma questo solo per le segnalazioni relative ai 4 vaccini. Per quanto riguarda le segnalazioni relative a medicinali di uso comune, come possono essere paracetamolo (tachipirina), acido acetilsalicilico (aspirina) e ibuprofene (brufen) verifichiamo invece che quelle che provengono dall’Olanda sono proporzionali al peso demografico di questo Paese, e quindi 790 (2,66%) per il paracetamolo, 579 (1,57%) per l’acido acetilsalicilico e 705 (2,82%) per l’ibuprofene.
Inoltre per Astrazeneca e per Janssen il 75% delle segnalazioni arriva da privati cittadini e solo il 25% da operatori sanitari. E per gli altri due vaccini i rapporti sono di 50% e 50%. Mentre normalmente, per tutti gli altri medicinali, le segnalazioni provengono per la maggior parte da operatori sanitari e non da privati cittadini (ad esempio il 75% di segnalazioni relative all’ibuprofene arriva da operatori sanitari e l’85% di quelle relative all’acido acetilsalicilico).
Già solo prendendo in esame questi dati si capisce che buona parte delle segnalazioni di EudraVigilance relative ai vaccini Covid-19 è da attribuire più a situazioni di psicosi collettiva che a reali effetti negativi.
Altrimenti non si spiegherebbe come sia possibile che un quarto delle segnalazioni effettuate nella UE arrivi dall’Olanda, né come sia possibile che due terzi delle segnalazioni arrivino da privati cittadini invece che da operatori sanitari.
Da dire inoltre che negli USA esiste un sistema analogo che si chiama VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) che funziona allo stesso modo di EudraVigilance, cioè come collettore di segnalazioni che poi vanno approfondite da altri enti, e nulla di più.
Proprio per questo anche prima della pandemia i no-vax nordamericani mistificavano i dati di VAERS facendo credere che questi dati fossero la prova provata che i vaccini erano responsabili delle peggiori nefandezze, sostenendo che ogni “segnalazione” valesse come una “verifica comprovata”.
Per denunciare questo uso improprio, un medico americano – il dottor James Laidler – ha inserito su VAERS un rapporto dicendo che, dopo aver fatto il vaccino antinfluenzale, la sua pelle era diventata verde e i suoi muscoli si sono gonfiati trasformandolo nell’Incredibile Hulk. Il suo rapporto è stato accettato e inserito nel database [https://skepticalinquirer.org/2018/11/diving-into-the-vaers-dumpster-fake-news-about-vaccine-injuries/]. Ovviamente la “verifica” successiva ha stabilito quel che doveva stabilire...
4. «I paesi col maggior numero di vaccinati sono quelli in cui la pandemia è ora più aggressiva e dove si sviluppano varianti più aggressive»
Anche questa informazione non è esatta.
Tralasciando quelli con meno di un milione di abitanti, i Paesi con un numero più alto di dosi inoculate in rapporto al numero degli abitanti sono gli Emirati Arabi Uniti (con 176 dosi per ogni 100 abitanti) seguiti dal l’Uruguay (147) e da Singapore (146). La molto citata Israele è solo al 4° posto con 143 dosi ogni 100 abitanti, seguito dal Bahrain (143) e la Danimarca (140), l’Islanda è al 7° posto con 139 dosi per 100 abitanti, seguita del Cile (139), dal Canada (137), dal Belgio (134), dal Portogallo (134), dalla Spagna (132), dalla Cina (131), dall’Irlanda (130) e infine dalla Gran Bretagna, in 15ª posizione con poco meno di 130 dosi ogni 100 abitanti. [https://ourworldindata.org/covid-vaccinations?country=OWID_WRL]
È vero per esempio che Israele, Gran Bretagna e Islanda – molto citati nella pubblicistica online – sono tra i paesi che in questo momento hanno il maggior numero di nuovi positivi (nelle due settimane tra il 15 e il 18 agosto sono stati 8.442 per milione di abitanti in Israele, 4.098 per milione di abitanti in Islanda, 6.048 per milione di abitanti in Gran Bretagna), ma non è vero che questi tre Paesi siano tra quelli con il maggior numero di vaccinazioni (sono in quarta, settima e quindicesima posizione).
Al contrario il paese con il maggior numero di vaccinazioni, cioè gli Emirati Arabi Uniti ha avuto nelle stesse due settimane solo 1.853 nuovi positivi per milione di abitanti, l’Uruguay secondo in classifica ne ha avuti 477 e Singapore 162. [https://news.google.com/covid19/map]
Sempre nelle stesse due settimane l’Iran ha avuto 6.481 nuovi positivi per milione di abitanti, cioè di più di quelli della Gran Bretagna, pur essendo in uno degli ultimi posti nella classifica delle vaccinazioni con 19 dosi ogni 100 abitanti e la Thailandia, con 34 dosi di vaccino ogni 100 abitanti, ha avuto 4.259 nuovi positivi per milione di abitanti; cioè tre volte di più di quelli dell’Islanda.
Di fatto il presunto collegamento tra maggior numero di vaccinazioni e “maggior forza” della pandemia è indimostrabile.
Anche per quanto riguarda le varianti sarebbe da ricordare che tutte le varianti sono state identificate prima che iniziasse la campagna vaccinale: la Alfa è stata identificata nel Regno Unito a settembre 2020, la Beta in Sud Africa a maggio 2020, la Gamma in Brasile a novembre 2020, la Delta in India a ottobre 2020 e infine la Lambda in Perù a dicembre 2020 [https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19/variants-concern]
È dunque difficile sostenere che la varianti siano effetto di un evento successivo alla loro individuazione.
5. In conclusione
In questo anno e mezzo di pandemia si sono diffuse le narrazioni più assurde e tossiche. Di questo dobbiamo essere consapevoli così come della necessità di un lavoro continuo di verifica. Mai come oggi il fatto che un concetto sia condiviso da molte persone non significa per questo che sia vero.
Con questo non voglio assolutamente dire che invece “la verità” stia scritta nei documenti ufficiali. Al contrario, anche i documenti ufficiali vanno sviscerati, analizzati, sottoposti a critica. Ma questo lavoro deve essere fatto con metodo scientifico e non con le scorciatoie, le semplificazioni, le frottole messe in giro dai complottisti.
I dati sui contagi, sulle ospedalizzazioni, sui ricoveri in terapia intensiva, sui decessi sono davvero attendibili? E’ una domanda che è giusto porsi e bisogna essere consapevoli che questi dati possono anche essere falsificati – come è successo ad esempio in Sicilia, ma per difetto, in modo da evitare il passaggio in “zona rossa” – e che quindi vanno sempre e comunque controllati e ricontrollati più volte per individuare eventuali anomalie.
Per quanto riguarda gli effetti negativi dei vaccini, in particolare, se si vuole approfondire si possono ad esempio analizzare le 423 “segnalazioni” di decesso che riguardano l’Italia e capire se per caso i controlli dell’AIFA non abbiano escluso casi correlati con la vaccinazione, mentre sparare numeri a caso non serve a nulla
In conclusione, vorrei anche che fosse chiaro che personalmente considero il green pass una misura insufficiente e contraddittoria, che è stata disegnata soprattutto per dare uno strumento di coercizione in più alla parte padronale.
Ma per quanto riguarda la partecipazione alle mobilitazioni contro il green pass in Italia la questione centrale è se noi siamo vaccinati a sufficienza contro le infinite “fake news” diffuse da ogni tipo e specie di complottisti, negazionisti, no-mask, no-vax, QAnon e ViVi che le frequentano e, spesso, le organizzano.
P.s. Ieri la Food and Drug Administration statunitense (Fda), equivalente dell’Ema europea e dell’Aifa italiana, ha autorizzato definitivamente il vaccino Pfizer. Fin qui era stato autorizzato “solo per l’emergenza”, il che aveva aiutato la diffusione della prima falsa notizia (“sono ancora sperimentali”).
Per il microbiologo Andrea Crisanti questo apre le porte all’obbligo vaccinale per tutta la popolazione, superando in non senso del “lasciare libertà individuale” e poi imporre “certificati” senza i quali non si può lavorare, mangiare o altro in spazi chiusi.
Fonte
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