Alla vigilia di Ferragosto, la situazione in Libano è la seguente.
Mercoledì notte, a fronte di una crisi già drammatica, il governatore della Banca Centrale Libanese, che da circa trent’anni è il grande architetto delle politiche finanziarie scellerate che hanno generato la crisi stessa, ha ritenuto bene di tagliare tout-court i pochi sussidi rimasti per l’importazione dei carburanti. Ne è conseguito che:
A) da due giorni non si trova praticamente più pane, perché i mulini e i forni non hanno abbastanza combustibile (mazout) per mettere in funzione i generatori necessari per far funzionare la produzione.
Per la stessa ragione, quartieri interi sono quasi completamente al buio, giorno e notte, eccezion fatta per le poche ore di corrente ancora erogata dalla rete pubblica (4h/24 per i più fortunati, 1h 30 di media per i più);
C) questo ha naturalmente delle ricadute a pioggia su tutte le filiere produttive e improduttive (quasi completamente ferme), e l’erogazione di servizi assistenziali di base, in particolare negli ospedali, che rischiano di chiudere le porte da un momento all’altro;
D) stante le stime degli importatori/rivenditori, fra tre giorni termineranno anche le riserve di gas per il consumo sia industriale sia domestico, e anche cucinare un piatto di riso in bianco diventerà un lusso;
F) a fronte del panico creato dall’annuncio, che porterà il prezzo di 20 litri di benzina a schizzare dalle 75.000 lire attuali a circa 300.000, e poco meno per il mazout, la maggior parte dei cittadini si è precipitata alle poche stazioni di benzina aperte per accaparrarsi le ultime gocce di carburante sovvenzionato, generando nuovamente code chilometriche, risse, disperazione;
F) naturalmente, il settore dei trasporti è paralizzato, e già ieri trovare un taxi collettivo disposto a percorrere un tragitto breve per meno di 20-30.000 Lire (due settimane fa una corsa costava 8.000 lire, tre mesi fa a 4.000, un anno fa a 2.000) era impresa più che ardua;
G) in alcune zone, l’assenza di mazout sta compromettendo anche la distribuzione dell’acqua e non è inverosimile che a breve abbia serie ripercussioni anche sulla raccolta dei rifiuti e le telecomunicazioni (internet in particolare);
H) a fare da sfondo c’è un’irrisolta crisi dei medicinali, anch’essa esplosa un mesetto fa a causa della sospensione delle sovvenzioni, per cui i farmaci per la cura di malattie croniche, gli antitumorali, e finanche il paracetamolo, sono diventati introvabili; o, se reperibili, venduti col contagocce e a prezzi folli. Per di più, il maggiore stabilimento libanese produttore di soluzione fisiologica per le flebo ha dovuto sospendere la produzione.
Ora, di fronte a cotanta catastrofe:
A) come mestamente mostrato dal leak di una chat interna, diffuso ieri dal canale al-Jadeed, il governo dimissionario ancora in carica per gestire gli affari correnti, è completamente in balia degli eventi e mancante finanche della contezza delle decisioni prese da ciascun membro, dello stato dell’arte dei settori che soprassiedono, dell’agenda parlamentare;
B) sebbene il presidente della repubblica e il suo partito fossero ben a conoscenza del colpo di mano del governatore della banca centrale, lo stesso presidente e il suo partito da due giorni a questa parte fingono costernazione invitando alle forche, senza tuttavia prendere alcuna decisione esecutiva in senso contrario, trasformando così l’emergenza in corso nell’ennesima terreno di scontro e propaganda di una più ampia guerra di posizione che i due poli hanno ingaggiato ormai da un po’;
C) lo stesso presidente e relativo partito continuano a ostacolare la formazione di un nuovo governo, avanzando pretese folli sull’attribuzione dei ministeri chiave per massimizzare i profitti della crisi in corso (affari sociali su tutti, tradizionalmente sciita, di cui prima di quest’estate non si erano mai interessati) e avere il controllo sugli interni (tradizionalmente sunnita) in vista delle elezioni del prossimo anno, ovviamente nella piena contezza che un giorno in più senza governo è un passo in più verso il baratro;
D) un atteggiamento molto simile – seppur con retoriche e bersagli/obbiettivi diversi, a seconda dei casi – viene tenuto anche dal resto delle maggiori forze politiche, che tra l’altro non perdono occasione per sfruttare l’emergenza a fini clientelari, distribuendo magnanimamente mazout, pane, cibo, benzina, e finanche vaccini alle proprie constituencies di riferimento non appena la situazione si fa critica; ovviamente tali forze includono anche gli amichetti “gialli”, che tra l’altro non smettono di deliziarci ogni giorno con autoassolutorie cronache dal fantabosco per cui è tutto un grande, immenso complotto ai loro danni.
Conseguentemente:
A) da due giorni i blocchi stradali non si contano, indistintamente da nord a sud, sempre più frequenti e – più che legittimamente – rabbiosi;
B) soprattutto nelle aree economicamente più depresse (nord in primis) l’esproprio da parte di cittadini di camion di combustibili è diventato pratica corrente;
C) le richieste per il rinnovo o l’erogazione di passaporti sono schizzate da 300 a 7.000 (!) al giorno, che su una popolazione di circa 6 milioni... fate un po’ voi.
Ci sarebbe poi tutto un file da aprire sui cartelli degli importatori, che fino a ieri facevano il bello e il cattivo tempo e oggi sono diventati un misto tra le cassandre e gli angeli liberatori de’ noantri, ma ho la batteria quasi scarica e a casa non c’è corrente.
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