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23/08/2021

Il Covid blocca le filiere produttive. Volkswagen,Toyota, Stellantis tagliano produzione. Container fermi in Cina

Anche la tedesca Volkswagen, dopo Toyota e Stellantis, ha deciso di tagliare la produzione dell’impianto di Wolfsburg, il principale del gruppo. La motivazione è la medesima che sta colpendo le forniture di molti impianti dell’automotive, ossia la carenza di chip semiconduttori.

Un portavoce della Volkswagen ha sottolineato come “l’attuale situazione critica nella fornitura di semiconduttori continua a colpire in modo significativo la produzione di auto per tutti i costruttori“.

Venerdì era stata la Toyota ad annunciare che a settembre ridurrà del 40% la produzione globale con uno stop in 14 fabbriche. Anche Stellantis (di cui fa parte la ex Fca/Fiat) subirà dei fermi produttivi per una settimana nello stabilimento di Rennes-La Janais e per almeno tre giorni in quello di Sochaux.

Il settore automotive da tempo è alle prese con serie di difficoltà dopo che la ripresa della domanda ha messo in crisi le catene d’approvvigionamento a inizio 2021, mentre l’epidemia di Covid-19 in Asia ha influenzato la produzione di chip e le attività presso i porti commerciali.

Sui porti la situazione in Cina si va facendo pesante e le compagnie di navigazione stanno deviando le navi dal terminal container più trafficato della Cina – quello di Meidong – che è stato costretto a chiudere dopo l’emergere di un solo caso di coronavirus.

Il terminal container di Meidong, nella parte orientale di Ningbo, ha sospeso le operazioni mercoledì dopo che è stato rilevato un caso di COVID-19, mentre anche la vicina Shanghai ha registrato la peggiore congestione di traffico da almeno tre anni.

Venerdì 37 navi erano in attesa di fare scalo a Ningbo e 26 navi in ​​coda per Shanghai, leggermente in calo rispetto alle 39 e 29 rispettivamente di giovedì, secondo i dati di Refinitiv, citati dall’agenzia Reuters.

Il blocco del terminal di Meidong ha provocato inceppamenti nel mercato globale delle spedizioni e diverse interruzioni nella catena di approvvigionamento causate dalla recrudescenza di Covid-19, da eventi climatici estremi, talvolta dalle complicazioni dovute alle sanzioni europee e Usa e da carenza di manodopera.

“La compagnia negozierà attivamente con l’armatore... e dirotterà ragionevolmente le navi che faranno scalo a Meidong verso altre aree portuali“, ha dichiarato giovedì la società proprietaria di Meidong, Ningbo Zhoushan Port Co Ltd.

La principale linea di container al mondo, Maersk, ha dichiarato in una nota che alcune delle sue navi che faranno scalo a Meidong saranno dirottate verso altri terminal a Ningbo, mentre una nave che serve una rotta Asia-Sud America salterà l’attracco a Ningbo la prossima settimana.

Secondo la società portuale di Ningbo Zhoushan, le operazioni negli altri suoi terminal stanno funzionando normalmente, ma accetterà solo prenotazioni per container destinati all’esportazione entro due giorni prima dell’arrivo delle navi per limitare il numero di persone nei porti e smaltire gli arretrati.

Insomma, se le classi dominanti pensavano di poter rientrare rapidamente dall’emergenza Covid grazie alle vaccinazioni, la realtà sta rivelando come le normalità sia ancora al di là da venire.

L’intera struttura produttiva costruita in questi decenni sulla base delle filiere mondiali di produzioni (e i bassi o bassissimi salari) sta entrando in crisi.

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