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15/08/2021

Cuba - Lettera a Biden sui vaccini

A tutte le persone coscienziose tra cui scienziati, medici, operatori sanitari, accademici e qualsiasi donna o uomo onesto di Cuba e del mondo, vi invitiamo a sostenere i concetti e i principi espressi in questa lettera.

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Presidente Biden,

Lei ha recentemente fatto riferimento a Cuba in un discorso alla Casa Bianca: “Sarei pronto a dare quantità significative di vaccini se... un’organizzazione internazionale amministrasse quei vaccini e lo facesse in modo che i cittadini medi abbiano accesso a quei vaccini“. Ha anche definito Cuba uno “stato fallito“.

Queste dichiarazioni hanno sorpreso molti, compresi quelli negli Stati Uniti che hanno informazioni di prima mano sul sistema sanitario di Cuba.

Hanno anche irritato gli operatori sanitari cubani di prima linea che rischiano la loro vita per contenere l’epidemia di COVID-19 nel nostro paese.

Non riflettono la realtà cubana, e noi deploriamo che la disinformazione da parte di attori malintenzionati stia influenzando le vostre decisioni politiche. Come scienziati, medici e cittadini preoccupati, crediamo che valga la pena di verificare tre presupposti impliciti in quello che avete detto.

Presupposto uno: l’intervento internazionale è necessario per assicurare che tutti i cubani ricevano i vaccini.

Presupposto due: la risposta di Cuba alla pandemia è stata inadeguata, sintomatica di uno “stato fallito”.

Presupposto tre: i vaccini forniti dagli Stati Uniti sono l’unica via per garantire l’immunizzazione contro il COVID-19 per gli 11 milioni di abitanti di Cuba.

Prendiamole una per una: la prima ipotesi – che l’intervento sia necessario per garantire l’accesso al vaccino a tutti i cubani – suggerisce che la somministrazione del vaccino a Cuba sia inefficiente e discriminatorio. Ma i dati non supportano questo assunto. Infatti, come hanno confermato sia l’UNICEF sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i tassi di vaccinazione infantile sono superiori al 99%. L’immunizzazione fa parte del sistema di salute pubblica universale del nostro paese, gratuito per tutti i cubani senza distinzione di status socioeconomico, politica, religione, sesso o razza.

Il programma nazionale di immunizzazione, creato nel 1962, copre tutto il paese. Dal 1999, tutti i cubani sono stati protetti contro 13 malattie potenzialmente mortali, tra cui difterite, tetano e pertosse. Otto di questi vaccini sono prodotti a Cuba.

Come risultato degli alti tassi di vaccinazione, non abbiamo avuto un solo caso di morbillo. Al contrario, il CDC ha confermato 1.282 casi di morbillo negli Stati Uniti nel 2019, con solo il 74% dei bambini che hanno ricevuto tutti i vaccini raccomandati dal CDC.

Il Finlay Vaccine Institute dell’Avana ha sviluppato il primo vaccino efficace al mondo contro/per la meningite B (malattia meningococcica) nel 1989. L’incidenza annuale della malattia meningococcica a Cuba è scesa da 14,4/100.000 abitanti prima della vaccinazione a meno di 0,1/100.000 dal 2008 – eliminando la malattia come problema di salute pubblica nel paese.

Diversi fattori spiegano il successo del programma nazionale di vaccinazione di Cuba: la gente ha fiducia nei medici di famiglia e nelle infermiere di quartiere, facilmente accessibili, e nei professionisti della salute dei policlinici comunitari, rendendo molto rara l’esitazione al vaccino.

A sua volta, le capacità organizzative del sistema sanitario rendono la somministrazione del vaccino veloce e affidabile. Infine, i centri cubani di ricerca e produzione biotecnologica sono ben integrati con le esigenze del sistema sanitario pubblico.

Collaborazioni di lavoro sulla vaccinazione si sono sviluppate con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UNICEF. Ma nessuno di questi ha mai suggerito la necessità di intervenire per somministrare i vaccini a Cuba.

Piuttosto, gli esperti cubani di vaccini sono stati chiamati ad assistere negli sforzi globali per eliminare la polio, e i nostri impianti di produzione sono stati sfruttati dall’OMS per esportare vaccini urgentemente necessari alla “cintura della meningite” nell’Africa sub-sahariana.

Secondo presupposto: la risposta pandemica “fallita” di Cuba. È sconcertante perché, con così tante vere catastrofi COVID-19 nell’emisfero occidentale, solo Cuba è etichettata come “stato fallito”.

Cuba ha effettivamente visto un recente picco di casi che minaccia di travolgere il sistema sanitario in alcune parti del paese. Tuttavia, la sua risposta è stata più efficace di molte altre nazioni che non hanno ricevuto questa dura critica dagli Stati Uniti.

Tutti i paesi sono ora sfidati da nuove varianti di COVID-19, come la Delta, spesso provocando forti aumenti di casi. Cuba non fa eccezione. Ciò che rende Cuba un caso unico è la necessità di gestire l’epidemia sotto un paralizzante blocco finanziario, commerciale ed economico imposto dal governo degli Stati Uniti negli ultimi sei decenni.

Le 243 restrizioni aggiuntive decise dall’amministrazione Trump – tutte ancora in vigore sotto la sua presidenza – avevano lo scopo di chiudere le poche scappatoie al blocco rimaste, e quindi soffocare le entrate di Cuba. Questo riduce il contante disponibile per comprare forniture mediche e cibo, e ritarda l’arrivo di materiali al paese.

Presupposto tre: l’unica via per l’immunità al COVID-19 a Cuba è attraverso i vaccini forniti dagli Stati Uniti. Questo ignora il fatto che più di due milioni di cubani, o quasi il 30,2 % della popolazione, sono già stati completamente vaccinati con vaccini sviluppati a Cuba.

Il vaccino Abdala ha ricevuto l’autorizzazione per l’uso di emergenza dall’autorità di regolamentazione cubana il 9 luglio, diventando così il primo vaccino ad ottenere questo status in America Latina.

Abdala ha raggiunto il 92% di efficacia negli studi clinici di fase III, mentre il vaccino Soberana ha raggiunto il 91% ed è anch’esso vicino all’autorizzazione all’uso d’emergenza. Al tasso attuale di somministrazioni, l’intera popolazione potrebbe essere vaccinata entro ottobre o novembre.

Le difficoltà nel rollout, comprese le importazioni di ingredienti vitali del vaccino, sono dovute principalmente alla stretta finanziaria delle sanzioni statunitensi.

Se il governo degli Stati Uniti volesse davvero aiutare i cubani, potrebbe ritirare le 243 misure dell’era Trump – possibile con un colpo di penna del presidente. Il Congresso potrebbe anche eliminare del tutto le sanzioni, come richiesto ogni anno dai voti schiaccianti delle nazioni del mondo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Durante la pandemia, la scienza ribadisce che (politica a parte) siamo tutti sulla stessa barca. Tutti noi siamo minacciati non solo dalla malattia ma anche dalla sfida senza precedenti del cambiamento climatico. In questo contesto, i sistemi sanitari di tutti i paesi dovrebbero essere sostenuti, non minati; e la collaborazione dovrebbe essere all’ordine del giorno.

Ancora di più, tenendo conto dell’allarmante scarsità di vaccini in tutto il mondo, particolarmente pericolosa per i paesi a medio e basso reddito. Un certo numero di loro ha già mostrato interesse nell’acquisire i vaccini cubani, e noi sosteniamo che un tale contributo cubano all’equità dei vaccini dovrebbe essere applaudito dall’amministrazione Biden, non soffocato.

Il Cuban Democracy Act del 1992 (parte II.6) vieta esplicitamente le esportazioni a Cuba dagli Stati Uniti nei casi in cui: “l’articolo da esportare potrebbe essere usato nella produzione di qualsiasi prodotto biotecnologico“, il che include i vaccini.

Abbiamo avuto un assaggio di ciò che entrambi i paesi avrebbero potuto fare insieme durante l’epidemia del virus Ebola nell’Africa occidentale (2013-2016), quando entrambi i paesi hanno cercato di contenere la malattia e salvare vite umane.

Ovviamente, i governi degli Stati Uniti e di Cuba differiscono su questioni fondamentali. Eppure il mondo è pieno di tali discrepanze. La questione essenziale, non solo per Cuba e gli Stati Uniti, ma anche per la civiltà umana, è se le nazioni possono rispettarsi a sufficienza per esistere fianco a fianco e cooperare.

Presidente Biden, lei può fare molto bene se si muove nella giusta direzione e prende in considerazione ciò che la maggior parte dei cubani che vivono a Cuba desiderano. Questo non include l’aggiramento e l’indebolimento del suo sistema sanitario pubblico, ma include il rispetto per le conquiste della nazione.

Speriamo che le minacce condivise poste dalla pandemia di COVID-19 portino a più collaborazione, non a più scontri. La storia sarà il giudice.

Firmato da scienziati, medici e cittadini preoccupati di Cuba e del mondo.

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