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14/08/2021

I Canadair antincendio sono pubblici o privati?

In questa estate di incendi devastanti, soprattutto nel Sud dell’Italia, è stato sollevato il problema di chi gestisca la flotta degli aerei antincendio che vediamo scaricare tonnellate d’acqua sui fuochi che dilagano nel paese.

Secondo alcune fonti i Canadair sarebbero gestiti da privati che intervengono su richiesta delle autorità pubbliche (Regioni, Protezione Civile etc.). Il fatto che vengano pagati in base agli interventi ha sollevato il dubbio, quasi automatico, che: più incendi, più interventi, più soldi.

Secondo altre fonti questa storia della flotta dei Canadair in mano ai privati sarebbe una bufala. Costoro sostengono a loro conforto che gli aerei sarebbero di proprietà della Protezione Civile come indicato nel sito stesso della Protezione Civile.

“La flotta è formata da mezzi aerei ad ala fissa o rotante. La maggior parte sono di proprietà del Dipartimento o appositamente noleggiati, altri vengono messi a disposizione dalle altre strutture operative del Servizio Nazionale e impiegati temporaneamente dal Dipartimento per la campagna Aib. Per questa stagione la flotta aerea si compone di 37 mezzi. Ai velivoli del Dipartimento (15 Canadair, quattro elicotteri S64 e dieci Fire Boss), si aggiungono altri otto elicotteri di media o grande portata (AB412, AB212, AB205, CH47) messi a disposizione da Vigili del Fuoco, Esercito Italiano, Marina Militare e Capitaneria di Porto. In totale, la flotta ha una capacità di circa 145mila litri di acqua e di liquido estinguente”.

Ma a contraddire questa versione c’è un passaggio riportato testualmente sul sito della Babcock International, la società multinazionale che, da quanto dichiara, avrebbe in gestione i 19 Canadair di proprietà della Protezione Civile: “Babcock gestisce una flotta di oltre 100 velivoli antincendio, che comprende sia elicotteri che aerei (leggeri, medi e pesanti). Inoltre, gestisce i 19 Canadair di proprietà della Protezione Civile Italiana. Grazie alla sua flotta, Babcock è in grado di svolgere una vasta gamma di missioni antincendio, tra cui lo scarico d’acqua, il trasporto di vigili del fuoco a terra, il coordinamento delle missioni e la raccolta di immagini in tempo reale da inviare ai centri di comando e di controllo”.

In realtà, anche qui siamo in presenza di una zona grigia – consueto effetto dello smantellamento della gestione pubblica – secondo cui la gestione dei servizi di spegnimento degli incendi viene eseguita prevalentemente mediante appalti di forniture rilasciate a privati ma con mezzi pubblici.

Dopo la crisi della Protezione Civile nella fase “post Bertolaso” e dopo la legge Madia del gennaio 2017 (con la quale il Corpo forestale è stato accorpato all’Arma dei Carabinieri), sulla gestione degli incendi in Italia sono cambiate parecchie cosette. Il costo dell’utilizzo dei Canadair pesa 55 milioni l’anno, a cui vanno aggiunte le ore di volo. La multinazionale Babcock offre al fine dello spegnimento degli incendi forestali italiani, appunto, i 19 Canadair, oltre a sei gruppi di 90 elicotteri e 3 aerei Cessna. Ed anche il passaggio del Corpo Forestale ai Carabinieri ha portato risultati irrisori sul piano dei costi ma pesantissimo sul piano della gestione e del controllo del territorio boschivo.

La logica che ha portato a questa situazione, è stata ovviamente quella che a Roma chiamano il “risparmio di Maria Cazzetta”. Nei ministeri si sono detti: perché spendere soldi per una flotta aerea antincendio che usiamo solo nel periodo estivo? A questo punto diamo in gestione la flotta ad un soggetto privato e utilizziamola solo nei mesi estivi quando ce n’è bisogno.

È evidente come in base a questa logica, l’ultima cosa alla quale pensano le autorità sia quella di riprendere in mano la flotta aerea anticendio o addirittura di potenziarla come sembra necessario. Ragione per cui di fronte a ondate di incendi come quella in corso (ma anche in quelli degli anni passati) non si riesce a fronteggiare l’emergenza. Hanno risparmiato magari 55 milioni, ma adesso ci sono danni per miliardi di euro. E a nessuno viene in mente che 19 aerei antincendio in un paese grande come l’Italia siano pochi?

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