Quando gli ucraini si accorgeranno che “i nostri” non arriveranno a “liberarli”, che le armi mandate a vagonate dalle “libere” democrazie dell’Occidente non riusciranno a farli vincere nessuna “guerra di liberazione nazionale”, che i rapporti di forza fra gli stati che si fronteggiano e giocano la partita dello “loro” sopravvivenza erano già definiti in partenza...
Quando vedranno coi loro occhi gli amici e i nemici di oggi sedersi a un tavolo e decidere le sorti della loro “patria” con le terre “irredenti” del Bacino del Donec e della Crimea, con l’aggiunta di qualche città strategica, consegnate per “diritto internazionale” ai loro “aggressori”...
Quando si domanderanno a cosa è servita la loro “eroica resistenza” se non a cedere ciò che avrebbero potuto cedere senza pagare il prezzo della distruzione del loro paese, senza i morti, le famiglie distrutte, l’odio e la fame che la guerra produce...
Quando scopriranno il vero significato di una vita da profughi in un mondo che comincerà presto a guardarli con sospetto, come una presenza fastidiosa (e costosa) che ruba le briciole dalla tavola in cui malamente mangi...
Quando gli ucraini capiranno che, mentre loro morivano a vagonate, gli amici che li applaudivano e li incitavano al combattimento facevano carte false per non rinunciare al gas (e a tutto il resto) che i nemici continuavano a pompare per finanziare la propria guerra e la buona salute dell’economia europea...
Quando capiranno che nessuno, oltre la cerchia disperata dei suoi governanti, rischierà una guerra totale per la riconquista del “sacro suolo” ucraino.
Che ne i russi ne gli europei sono disposti a ucrainizzare i loro paesi...
Quando gli ucraini capiranno che nel copione scritto dalle cancellerie dove si decidono le sorti del pianeta il loro ruolo è quello delle vittime, degli eroi da commemorare negli anni a venire, della carne da cannone, in balia di carnefici e becchini...
Quando vedranno i nostri governi, a pace fatta, fare la fila nelle stanze del Cremlino per riprendere gli affari interrotti...
Quando la propaganda che nasconde i crimini degli interessati attori in campo verrà lacerata dall’irrompere della realtà, il “popolo” ucraino nel suo disperato risveglio, sputerà sulla vostra democrazia così come oggi sputa sugli aggressori russi.
E se qualche arma sarà avanzata verranno a chiedervene conto e ragione nei vostri salotti buoni dove pasteggiate a brioches e le lampade rimangono sempre accese perché c’è sempre qualcuno che le rifornisce.
Saranno i “terroristi” di domani, l’ultima spiaggia con cui i nazionalisti sconfitti cercano di riscattarsi.
E ben vi sta.
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