Il prigioniero politico palestinese Khalil Awawdeh, in sciopero della fame da 172 giorni contro la sua detenzione “amministrativa” (cioè senza processo), ha annunciato di aver sospeso il suo sciopero della fame dopo che le autorità israeliane hanno accettato di rilasciarlo il 2 ottobre. La liberazione di Awawdeh rientrava in un accordo di cessate il fuoco mediato dall’Egitto tra Israele e la Jihad islamica, che ha posto fine a tre giorni di attacchi aerei israeliani alla Striscia di Gaza il 7 agosto e lanci di razzi verso Israele che hanno ucciso circa 50 palestinesi tra cui 17 bambini e quattro donne.
La Corte Suprema di Giustizia israeliana il 30 agosto aveva rigettato la seconda petizione mossa da diverse ONG internazionali e sostenuta anche dall’Unione Europea per il rilascio del prigioniero. Con un comunicato, il tribunale aveva apparentemente chiuso la porta a qualsiasi richiesta di dialogo sulla scarcerazione di Awdawdeh, che rischiava di morire in un carcere israeliano dopo 160 giorni di sciopero della fame.
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