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13/12/2022

Tutti contro l’aggiornamento dell’accordo commerciale tra l’UE e il Cile

Per i firmatari l’accordo “è espressione di un neocolonialismo funzionale all’elettromobilità dell’UE e agli affari delle sue multinazionali“.

Più di 500 firme di organizzazioni, partiti politici e personalità dell’Unione Europea e del Cile hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta promossa da Chile Mejor sin TLC, in rifiuto dell'”Accordo di Modernizzazione” sottoscritto dal Governo del Presidente Boric con l’UE.

Tra gli aderenti ci sono Jean Luc Mélenchon, ex candidato alla presidenza e leader della sinistra francese; il vicepresidente del Senato francese, Pierre Laurent e gli eurodeputati Ana Miranda (Bloque Nacional Galego-Gruppo Verdi-ALE), Miguel Urban (Anti-capitalisti, La Sinistra, Parlamento Europeo) e Manu Pineda (Partito Comunista di Spagna) .

In Cile, il testo è stato firmato dai deputati Marisela Santibáñez, Ana María Gazmuri, Camila Musante, Viviana Delgado e Hernán Palma, e dal sindaco di Recoleta, Daniel Jadue.

Neocolonialismo funzionale alle multinazionali

Per i firmatari l’accordo “è espressione di un neocolonialismo funzionale all’elettromobilità dell’Ue e alle sue multinazionali“.

In questa linea, hanno assicurato che Josep Borrell, a nome della Commissione Europea, ha recentemente rivendicato davanti ai parlamentari europei e latinoamericani il paradigma degli “scopritori e conquistatori“.

Hanno anche criticato il fatto che “per ogni chilogrammo di idrogeno verde, vengono utilizzati 10 litri di acqua dolce demineralizzata ed energia su larga scala, proveniente dalla riconversione di territori agricoli in siti per progetti fotovoltaici o eolici, necessari per quell’esportazione di combustibile rinnovabile.

“Questo accordo implica che il Cile debba pagare i costi ambientali, sociali e climatici necessari per la transizione ecologica europea e per perpetuare l’uso dell’auto in quei paesi invece di dare priorità al trasporto pubblico“, ha aggiunto la dichiarazione.

Tra le organizzazioni che hanno firmato in Cile ci sono No Mas AFP (ndt: Basta AFP), Fundación Sol, Anamuri, MAT, Alleanza Rifiuti Zero, OLCA, collettivi ecologici comunali, Fundación Constituyente XXI, Red de Acción en Plaguicidas Chile, Coordinamento Femminista Peñalolén, Artisti per l’Ecologia, oltre a collettivi per la sovranità alimentare, i diritti umani, i sindacati della sanitari e del settore privato.

Tra quelle dell’estero spiccano Vía Campesina, Grain, America Latina Migliore Senza TLC, CLATE (Confederazione Latinoamericana e Caraibica dei Lavoratori Statali), ATTAC (di Argentina, Francia, Paesi Bassi, Austria), TNI, ZAMMM (Austria), Acción Ecológica. (Ecuador), Troca (Piattaforma per un Commercio Internazionale Giusto, del Portogallo), War on Want (Bretagna) e Ecologistas en Acción (Spagna).

Per i firmatari, l’accordo “aggrava il cambiamento climatico, acutizza la dipendenza economica, limita le politiche pubbliche, spiazza le PMI locali negli acquisti pubblici, minaccia la sovranità digitale, consente richieste milionarie da parte delle multinazionali e garantisce la fornitura di litio e rame con il pretesto dell’elettromobilità europea”.

A loro volta, hanno sottolineato che “i parlamenti devono approvare o respingere un accordo su cui popoli e Parlamenti non sono stati informati. Nel caso cileno le informazioni arrivano solo dalla stampa legata ai grandi gruppi di interesse”.

“Dobbiamo muoverci verso una transizione che tolga il ​​mercato e la mercificazione dal centro della politica sul cambiamento climatico, dando priorità alla vita, alla produzione sostenibile e alla giustizia ambientale e climatica“, conclude la dichiarazione.

Leggi QUÍ la dichiarazione completa

La versione del governo: “Un accordo innovativo”

Da La Moneda, attraverso un comunicato del Sottosegretario alle Relazioni Economiche Internazionali (Subrei), definiscono l’accordo come “innovativo” e assicurano che “contribuirà ad aumentare la cooperazione“.

“Contribuirà direttamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e all’Agenda 2030. Promuoverà valori e interessi comuni, tra cui il commercio e la sostenibilità, i diritti umani, la pace e la sicurezza. Darà impulso al commercio e agli investimenti, sostenendo la transizione verde e digitale e offrirà nuove opportunità alle imprese”, hanno sottolineato dal Subrei.

La Ministra degli Affari Esteri, Antonia Urrejola, ha affermato da parte sua che “con questo Accordo, il Cile e l’UE hanno approfondito le loro relazioni bilaterali a beneficio dei nostri popoli, rafforzando l’associazione in aree che riflettono valori e principi comuni, come il rafforzamento della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, dello Stato di Diritto e del buon governo, dello sviluppo sostenibile e, in particolare, della parità di genere e dell’emancipazione delle donne e delle ragazze”.

“Questo accordo riconosce anche l’urgenza di affrontare aree come il cambiamento climatico, la transizione energetica, gli oceani, l’innovazione, la digitalizzazione e la cooperazione per raggiungere uno sviluppo regionale e territoriale equilibrato e sostenibile“, ha affermato la ministra degli Esteri cilena.

Nel frattempo, nell’area del commercio e degli investimenti, Urrejola ha specificato che incorpora “nuove questioni fondamentali, come un commercio e uno sviluppo solidi e sostenibili, un capitolo specifico su genere e commercio, e un capitolo sulle piccole e medie imprese finalizzato a aiutare le PMI nella loro internazionalizzazione.

“Infine, questo strumento è in linea con l’obiettivo della politica commerciale cilena di garantire l’autonomia strategica e normativa del Paese, consentendo lo sviluppo di politiche produttive, ambientali e altre politiche di sviluppo chiave“, ha concluso la ministra Urrejola.

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