Nella maggioranza della stampa e nelle TV, leggo e ascolto giornalisti, opinionisti politici, che hanno commentato positivamente la conferenza stampa della Meloni, molto accondiscendenti verso di essa che considerano intelligente perché è subordinata agli USA/NATO, adattata all’Europa con politiche di austerità e in continuità con il governo Draghi.
Quello che invece non viene detto è questo.
Nella conferenza stampa di fine anno, la Presidente del Consiglio Meloni, rispondendo ad una domanda di una giornalista sul come creare il lavoro, ha detto:
“Il lavoro non lo crea lo Stato con decreto, lo crea l’impresa privata... ed è solo con la crescita economica dell’impresa che ci può essere più occupazione... quindi il governo si prefigge di ridurre il costo del lavoro attraverso la decontribuzione, la riduzione delle tasse, lo scioglimento di leggi che vincolano troppo le imprese, la semplificazione...”
E senza alcun ritegno, facendo vista di crederci anche lei, ha avuto anche l’ardire di sostenere che nonostante esista una legge chiamata “Biagi” , che prevede ben 45 forme di lavoro precario, flessibile, frantumato “il mercato del lavoro è ancora troppo rigido e quindi si giustifica anche il decreto del governo sui voucher altrimenti i lavoratori lavorerebbero ‘a nero’”.
È evidente che secondo l’idea liberista economica e sociale della destra al governo, da essa rappresentata, lo Stato non deve avere propri mezzi e strumenti capace di favorire lo sviluppo negli interessi primari del lavoro in conformità con l’art. 41 della Costituzione che recita: “l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi ed i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Ma la Meloni va oltre quello che hanno fatto i governi passati, con l’aggiunta di ulteriori disuguaglianze, ingiustizie sociali, discriminazioni... con una manovra politica tutta a sostegno dei poteri forti speculativi, attraverso diversi decreti legge con:
- una “riforma dei contratti pubblici” che deregolamenta e frantuma il lavoro, alimenta la corruzione e la mafia, incentiva le morti sul lavoro, distribuisce ingente denaro pubblico ad imprese che non si cureranno mai dell’interesse preminente generale come stabilito dall’art. 43 della Costituzione, ma solo del proprio profitto da incrementare a danno della collettività e con più morti sul lavoro;
- la Meloni ha stabilito un decreto dove di fatto viene annullata una sentenza dell’antitrust che azzerava l’incremento speculativo delle tariffe di gas e luce ed altre utenze... Così non solo i rincari ingiustificati non verranno resi agli utenti, ma si da via libera ad ulteriori rincari a danno dei cittadini, continuando nei favolosi extraprofitti;
- premiano gli evasori che hanno evaso il fisco nel 2019/20/21, i quali potranno mettersi in regola riducendo di 10 volte la sanzione, non più il 30% ma il 3%... sostenendo che è “una tregua fiscale”;
- i lavoratori autonomi con redditi fino a 85.000 euro, pagheranno una tassa del 15% (flat tax) molto inferiore a quella dei lavoratori loro dipendenti, ed avranno un vantaggio economico di circa 700 euro al mese;
- i ricchi potranno viaggiare con 5.000 euro in contanti e comprare quello che vogliono o favorire il riciclaggio del denaro “sporco”;
- per i ricchi evasori ci sarà possibilità di ottenere ben 12 tipologie di codoni fiscali alla faccia di chi ha sempre pagato regolarmente le tasse (tregua fiscale);
- alle ricche società di calcio verrà concesso di versare 889 milioni di euro di arretrati fiscali, in 60 rate mensili senza interessi;
- qualche cosa c’è anche per i furbetti evasori, ai quali verranno rottamate le cartelle fino a 1.000 euro.
Questa della Meloni è la medesima ricetta di tutti i governi liberisti avuti in Italia negli ultimi 30 anni, i quali da sempre sostengono che bisogna tagliare il costo del lavoro, fare pagare meno tasse e sciogliere i lacci ed i lacciuoli alle imprese – con la speranza di poter creare nuovo lavoro che invece continua ad essere ridotto...
Ma in realtà se lo Stato continua a non avere alcun ruolo nell’economia che non sia quello di lasciare liberi di "fare impresa" lor signori riducendo il costo del lavoro, il risultato sarà che: da una parte le imprese che non rischieranno i propri capitali e faranno meno investimenti di processo e di prodotto nelle loro aziende, preferendo spostare i capitali verso attività finanziarie e speculative; e dall’altra parte l’aggiunta di ulteriori disuguaglianze ed ingiustizie sociali contro i ceti subordinati.
Quindi saranno ampliate quelle disuguaglianze che hanno già portato un 10% di popolazione ricca a possedere il 55% di tutta la ricchezza e un 20% di popolazione povera che detiene solo lo 0,20% della ricchezza, obbligata spesso anche a mendicare alla Caritas un pasto giornaliero.
Ma il bullismo della Meloni non si ferma e si differenzia rispetto al passato solo in peggio, per il suo accanimento contro i poveri ed i ceti medi.
Per i ceti medi e poveri da parte del governo c’è solo l’imposizione di lacrime e sangue con:
- ai pensionati con pensioni nette da 1.400 euro in su verranno ridotte le indicizzazioni sull’inflazione che già erano insufficienti, (circa il 2% quando l’inflazione è al 12%), con un risparmio per lo Stato di oltre 3 miliardi (36 miliardi in 10 anni) e le risorse risparmiate serviranno per ridurre le tasse agli autonomi beneficiari della flat tax. Quindi i pensionati con 1.400/1.500 euro di pensione al mese avranno una pensione di fatto ridotta per arricchire ulteriormente gli autonomi già ricchi;
- la guerra della Meloni va avanti contro i poveri disoccupati ma “occupabili”, i quali dovranno accettare un lavoro in qualsiasi luogo d’Italia ed anche con paghe di 3 euro l’ora e comunque a loro verrà tolto il reddito di cittadinanza entro luglio 2023;
- il suo governo ha destinato alla sanità pubblica 1,9 miliardi in due anni sapendo che 1,4 miliardi serviranno solo per pagare gli aumenti delle bollette energetiche, scegliendo quindi di affossare definitivamente il sistema sanitario pubblico. Fino a far dire ad uno come Mario Monti (che di tagli se ne intende) che in questo modo il governo sceglie di eliminare il Servizio Sanitario Nazionale;
- nella legge di bilancio è anche scritto “nero su bianco” che nei prossimi 5 anni di governo verranno tagliate centinaia di scuole con una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche e quindi la sua “rivoluzione culturale” è quella di fare cadere la mannaia sulla scuola pubblica italiana a favore delle scuole private paritarie;
- il governo Meloni ha anche fatto il regalo di Natale ai cittadini ripristinando le accise sulla benzina prima di 12 centesimi e dal primo gennaio 2023 altri 18 centesimi al litro, con un ulteriore incremento del costo della benzina;
È evidente che nella manovra di bilancio emerge con forza una visione politica identica a quella dei poteri forti economici e speculativi, ma essa si accompagna anche ad una visione dello Stato in funzione dei ceti ricchi e privilegiati, dell’autoritarismo contro i ceti subordinati, della visione della società individualista e reazionaria alla “sono Giorgia, donna, madre, cristiana”.
Questo bullismo, emerge con chiarezza anche nel video messaggio sull’inutile decreto rave e soprattutto sul ruolo delle navi ONG che, dopo avere salvato i migranti da un barcone, non devono salvarne altri, altrimenti rischiano 50.000 euro di multa ed il sequestro della nave.
Ora In Italia abbiamo:
- le pensioni più basse d’Europa che rispetto al costo reale della vita negli ultimi 15 anni si sono ridotte del 17%, con il 37% di esse sotto 1.000 euro;
- abbiamo i salari più bassi d’Europa inferiori del 3% rispetto al 1992;
- abbiamo l’inflazione al 12% con le tariffe ed i prezzi dei generi alimentari più che raddoppiate;
- la disoccupazione giovanile al 37%;
- 6,5 milioni di persone in povertà assoluta senza cibo per sfamarsi e 12 milioni di persone in povertà relativa che con le spese non arrivano alla terza settimana del mese.
Molti di coloro che hanno votato la Meloni sono anche ceti subordinati e poveri, che non avendo più fiducia in chi ha governato nel passato l’Italia, hanno pensato di provare a cambiare, tanto peggio di come andava non era possibile che andasse, ma si illudevano.
La Meloni con il suo governo decide per un solo anno e solo a coloro che superano i 75 anni, di portare le pensioni minime a 600 euro mensili con un incremento di 45 euro mensili (un caffè al giorno)... ma contemporaneamente il governo della Meloni & C. ha anche deliberato un bonus di circa 500 euro mensili per eventuali acquisti di tablet, smartphone, portatili, airpods della Apple e monitor, ai poveri parlamentari, (nessuno li ha rifiutati).
Che dire? Essendo i Parlamentari più pagati d’Europa con 24.000 euro mensili... evidentemente hanno pensato che i “tapini” stavano peggio dei pensionati al minimo.
Oltre a quanto sopra, cosa fa di ancora peggio la Meloni?
Sostiene che le prossime mosse del governo saranno:
- la secessione dei ricchi dall’Italia con le autonomie differenziate;
- la controriforma sulla giustizia inserendo il bavaglio alle intercettazioni, la prescrizione ai “colletti bianchi”, con grande goduria di Berlusconi;
- l’incremento delle spese militari, portando già nel 2023 la spesa al 2% del PIL (come richiesto dagli USA) ed esportando in Ucraina più armi del passato;
- infine in conformità al suo essere fascista, non solo ha difeso a spada tratta il MSI e il Presidente del Senato, ma ha sostenuto che farà la riforma Presidenziale, nella speranza di essere lei ad avere il potere assoluto in Italia.
E il popolo cosa fa? Termino con una frase di Gibran: «Mi dicono: quando trovi uno schiavo che dorme , non svegliarlo, forse sta sognando la libertà; rispondo: Se trovate uno schiavo che dorme, svegliatelo e parlategli di libertà».
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