Erik Prince, nato nel 1969 nel Michigan, è noto come il fondatore della Blackwater nel 1997, una compagnia militare privata che ha guadagnato una triste notorietà durante la guerra in Iraq perché ha fornito servizi di sicurezza al governo degli Stati Uniti rendendosi responsabile anche di crimini contro gli iracheni.
Prince viene da una famiglia benestante, ha iniziato la sua formazione militare presso l’Accademia Navale degli Stati Uniti, anche se non ha completato i suoi studi lì, scegliendo di laurearsi all’Hillsdale College. Arruolatosi nelle forze armate, è stato un membro dei Navy Seals, diventando – una volta congedato – il fondatore della compagnia di contractors Blackwater.
Il nome di Erik Prince, è stato collegato sia a importanti contratti governativi sia a vicende legali sull’uso eccessivo della forza da parte della sua azienda di mercenari.
Il quotidiano italiano L’Indipendente riporta che sulla piattaforma Ya Casi Venezuela, ritenuta vicina ad Erik Prince, è apparso un countdown che segna giorni, ore e minuti che mancherebbero al rovesciamento del governo venezuelano «Il Venezuela sta per cambiare rotta» e la data è fissata al 16 settembre.
Nel video pubblicato da Ya Casi Venezuela, si fa notare un frame del profilo social di Erik Prince in cui si vede un post pubblicato il 31 luglio 2024, in cui lo statunitense invita l’amministrazione Biden ad aumentare la taglia per l’arresto e la condanna di Nicolas Maduro e Diosdado Cabello Rondon fino a 100 milioni di dollari, dai 25 milioni di dollari posti dal Department of State Bureau of International Narcotics and Law Enforcement Services (INL).
Nel suo post del luglio scorso, dunque prima delle elezioni in Venezuela, Prince scriveva: “Se Kamala Harris e Joe Biden vogliono davvero sostenere la libertà e le elezioni legittime in Venezuela, dovrebbero aumentare le taglie a 100 milioni di dollari ciascuno per questi criminali già ricercati, Nicolas Maduro e Diosdato Cabello e tutti gli altri del loro cartello. Poi sedetevi e guardate la magia accadere. È persino possibile pagarli con i soldi del regime congelati già nelle banche statunitensi”.
L’Indipendente scrive che il giorno seguente alla pubblicazione di questo post, Samuel Moncada, rappresentante permanente del Venezuela presso le Nazioni Unite, aveva denunciato pubblicamente il messaggio di incitamento alla violenza nei confronti del presidente venezuelano Nicolas Maduro e del vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela Diosdado Cabello. “In Venezuela, la lotta è contro il fascismo globale. La netta maggioranza del nostro popolo è disposta a lottare per la nostra indipendenza”, ha dichiarato l’ambasciatore venezuelano.
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